È VIVA!
LA LAZIO VINCE IN RIMONTA CON LUIS ALBERTO E TORNA A MENO 4 DALLA JUVE
Fiorentina in vantaggio con un gioiello di Ribery: Immobile (rigore) e il talento spagnolo ribaltano la partita (2-1) Finale teso: espulsi Vlahovic e Inzaghi Stasera l’Inter all’esame Parma (21.45)
Rimonta da scudetto. Il rigore di Immobile e il raggio laser inventato da Luis Alberto per cancellare il capolavoro di Ribery, ribaltare una bella Fiorentina e restare nella scia della Juve. Meno 4. Il campionato è ancora aperto e la Lazio è viva, ecco la sentenza scolpita dalla notte dell’Olimpico per l’orgoglio, la capacità di reazione e lo spirito di sacrificio dimostrato dalla squadra di Inzaghi. Tre giorni dopo il ko di Bergamo è andata sotto, ha sofferto a lungo e rischiato di prendere il secondo gol, poi si è ripresa la partita in condizioni di emergenza, senza cambi e chiedendo uno sforzo super a Radu e Correa, chiamati ad alzarsi dalla panchina da infortunati. Suona come una beffa per la Viola, brillante e convincente per un’ora, in flessione negli ultimi trenta minuti, forse anche un po’ ingenua negli episodi decisivi. Non meritava di perdere. Queste però sono partite strane e infinite, in continuo mutamento, figlie del calcio post lockdown e senza un’adeguata preparazione. Si vive di colpi, di invenzioni e di fase difensiva: di ritmo ce n’è poco, è dura conservarsi per 90 minuti con lo stesso passo. Chi spende all’inizio, paga nella ripresa. La Lazio, rispetto a Bergamo, ha invertito il trend.
MOSSE. Iachini (in tribuna per squalifica) ha cambiato cinque titolari rispetto a lunedì con il Brescia. Diverso anche il modulo (34-2-1) per prendere subito le misure alla Lazio con due trequartisti dietro a Cutrone. Determinante il lavoro di Ghezzal e Ribery per compattare il centrocampo e disturbare Luis Alberto e Parolo in costruzione. Senza Leiva e Cataldi, Inzaghi ha preferito appoggiarsi all’inventiva dello spagnolo, che però ha stentato a entrare in partita. Forse voleva gestirsi. Tutta la Lazio, in realtà, sembrava lontana anni luce dalla versione scintillante della prima mezz’ora di Bergamo. Lento e impacciato Caicedo, Immobile braccato da Pezzella e Milenkovic, Jony senza cambio di passo nei duelli con Lirola, in ombra Milinkovic. Il tema tattico: cambio di gioco per favorire le discese di Lazzari, l’unico in grado creare pericoli. La Viola si era sistemata dietro, governava bene la palla e si distendeva meglio, dimostrando padronanza nel fraseggio. Ordinato Badelj, in costante movimento Castrovilli e con un fuoriclasse come Ribery in grado di organizzare da play avanzato.
GIOIELLO. Fantastico il francese a trovare la posizione, farsi dare la palla e puntare la difesa della Lazio. Proprio in quel modo ha sbloccato il risultato trovando un gol da urlo. Defilato a sinistra, si è bevuto in dribbling Patric e Parolo, poi gli si è spalancata davanti la porta anche per l’uscita sballata di Acerbi: il suo destro ha fulminato Strakosha, terzo gol in Serie A di Ribery, l’ultimo lo aveva realizzato a fine settembre. La reazione è stata timida, non troppo convinta. La Lazio sino all’intervallo è stata pericolosa solo di testa, due volte con Caicedo (fuori misura) e la terza con Parolo (respinta di Dragowski), sfruttando due calci piazzati e un cross del solito Lazzari, a cui Inzaghi chiedeva di puntare gli esterni viola, prima Dalbert e nella ripresa Igor.
DOPPIETTA. Anche Bastos, dopo aver rischiato il rosso, è stato sostituito. Prima la traversa sul pallonetto di Ghezzal e poi Strakosha su Castrovilli in avvio di ripresa hanno negato il raddoppio ai viola. La Lazio stava barcollando, ma un po’ alla volta si è ripresa la partita, cominciando a spingere con la forza della disperazione. La Fiorentina, invece, non aveva più la stessa brillantezza. Forse è stato tardivo l’ingresso di Pulgar per Badelj, anche FR7 non aveva più l’incisività del primo tempo. Lazzari continuava a spingere e sul versante opposto si è svegliato Jony: dopo essere andato vicino al pari con una sassata dal limite, ha scodellato una bella palla nel cuore dell’area. Caicedo è stato bravissimo a sfilare dietro i viola, ma soprattutto a cercare e trovare con Dragowski in uscita il rigore trasformato da Immobile. La Lazio, sull’1-1, non si è fermata. Sentiva e voleva il raddoppio, inventato da Luis Alberto con l’opportunismo di un centravanti. Lo spagnolo ha lasciato sul posto Badelj e cercato l’assist per Correa senza mollare la preda: sulla respinta di Igor è piombato come un falco sulla palla e ha indovinato l’angolo sul primo palo, firmando il 2-1 al minuto 83. Gli ultimi sette minuti più recupero si sono trasformati in un combattimento. Radu e Parolo hanno rischiato il secondo giallo, la Lazio ha murato qualsiasi pallone, portando a casa un successo pesantissimo.