L’ira del Liverpool contro i suoi tifosi
Durissima nota del club dopo i festeggiamenti nelle piazze «Ignorati i rischi per la salute»
La gioia incontenibile di una città si è scontrata inevitabilmente con le cautele e le preoccupazioni di un tempo ancora incerto, condizionato dalla pandemia di coronavirus. Un conflitto inevitabile che dopo due giorni ininterrotti di tripudio generale, tra cori da stadio e fumogeni, ha provocato la reazione prima delle forze dell’ordine quindi dello stesso Liverpool. Perché il limite nel frattempo era stato superato. E il rischio di nuovi focolai rappresentava un rischio eccessivo anche per un titolo la Premier League - atteso per 30 lunghi anni. Così ieri, puntuale, è arrivata la condanna del Liverpool che ha censurato, senza se e senza ma, il comportamento dei suoi stessi tifosi. I quali, dopo gli inevitabili (e se vogliamo comprensibili) festeggiamenti di giovedì notte - subito dopo aver ottenuto la certezza matematica della vittoria in campionato - hanno proseguito a radunarsi la notte successiva, sia ad Anfield che nei pressi del porto, epicentro della vita notturna della città dei Beatles, riscaldata dai fuochi d’artificio dei tifosi il cui entusiasmo non sembra trovar tregua. Così, con un comunicato condiviso con il governo locale e la polizia, il Liverpool ha voluto prendere le distanze dai suoi stessi tifosi. «La nostra città è nel pieno di una crisi pubblica e questo comportamento non è accettabile - si legge nella lettera aperta pubblicata sul sito dei Reds - il rischio potenziale di un seconda ondata di contagi di Covid-19 resiste e dobbiamo continuare a lavorare tutti assieme per non vedere vanificato quanto di buono abbiamo è stato fatto fin qui, in questa regione». Quindi, in conclusione, un messaggio per un futuro meno restrittivo. «Quando sarà possibile, lavoreremo tutti assieme per organizzare una parata in onore di questa storica vittoria». Migliaia di persone si sono radunati anche nella notte di venerdì per festeggiare il titolo dei Reds, quasi per esorcizzare la lunga attesa. Una manifestazione di travolgente passione, degenerata anche in eccessi alcolici, stigmatizzati dal sindaco Joe Anderson, che si è detto «frustrato e deluso dal comportamento dei suoi concittadini. Questi festeggiamenti, ancorché giustificati da un risultato sportivo lungamente atteso, hanno messo in grave difficoltà sia il Liverpool Football club che la città di Liverpool». Non sono mancati scontri con la polizia in assetto antisommossa, durati fino all’alba, e 15 persone sono state arrestate nella giornata di ieri per i disordini, degenerato in violenza, registrati nella notte di giovedì e di venerdì, e di cui sono state vittime «diversi agenti di polizia». Eccessi che inevitabilmente stridono di fronte alla compostezza della maggioranza dei tifosi, come sottolineato dal primo cittadino di Liverpool. «ll 95% dei tifosi si è comportamento in maniera impeccabile, ascoltando gli inviti che abbiamo loro inviato, eppure una minoranza ha voluto infangare il nome di Liverpool. E’ un vero peccato». Che ha spinto il governo locale a diramare una ordinanza cittadina che vieta, fino a domani, qualsiasi tipo di assembramento.