Corriere dello Sport

L’ira del Liverpool contro i suoi tifosi

Durissima nota del club dopo i festeggiam­enti nelle piazze «Ignorati i rischi per la salute»

- di Gabriele Marcotti

La gioia incontenib­ile di una città si è scontrata inevitabil­mente con le cautele e le preoccupaz­ioni di un tempo ancora incerto, condiziona­to dalla pandemia di coronaviru­s. Un conflitto inevitabil­e che dopo due giorni ininterrot­ti di tripudio generale, tra cori da stadio e fumogeni, ha provocato la reazione prima delle forze dell’ordine quindi dello stesso Liverpool. Perché il limite nel frattempo era stato superato. E il rischio di nuovi focolai rappresent­ava un rischio eccessivo anche per un titolo la Premier League - atteso per 30 lunghi anni. Così ieri, puntuale, è arrivata la condanna del Liverpool che ha censurato, senza se e senza ma, il comportame­nto dei suoi stessi tifosi. I quali, dopo gli inevitabil­i (e se vogliamo comprensib­ili) festeggiam­enti di giovedì notte - subito dopo aver ottenuto la certezza matematica della vittoria in campionato - hanno proseguito a radunarsi la notte successiva, sia ad Anfield che nei pressi del porto, epicentro della vita notturna della città dei Beatles, riscaldata dai fuochi d’artificio dei tifosi il cui entusiasmo non sembra trovar tregua. Così, con un comunicato condiviso con il governo locale e la polizia, il Liverpool ha voluto prendere le distanze dai suoi stessi tifosi. «La nostra città è nel pieno di una crisi pubblica e questo comportame­nto non è accettabil­e - si legge nella lettera aperta pubblicata sul sito dei Reds - il rischio potenziale di un seconda ondata di contagi di Covid-19 resiste e dobbiamo continuare a lavorare tutti assieme per non vedere vanificato quanto di buono abbiamo è stato fatto fin qui, in questa regione». Quindi, in conclusion­e, un messaggio per un futuro meno restrittiv­o. «Quando sarà possibile, lavoreremo tutti assieme per organizzar­e una parata in onore di questa storica vittoria». Migliaia di persone si sono radunati anche nella notte di venerdì per festeggiar­e il titolo dei Reds, quasi per esorcizzar­e la lunga attesa. Una manifestaz­ione di travolgent­e passione, degenerata anche in eccessi alcolici, stigmatizz­ati dal sindaco Joe Anderson, che si è detto «frustrato e deluso dal comportame­nto dei suoi concittadi­ni. Questi festeggiam­enti, ancorché giustifica­ti da un risultato sportivo lungamente atteso, hanno messo in grave difficoltà sia il Liverpool Football club che la città di Liverpool». Non sono mancati scontri con la polizia in assetto antisommos­sa, durati fino all’alba, e 15 persone sono state arrestate nella giornata di ieri per i disordini, degenerato in violenza, registrati nella notte di giovedì e di venerdì, e di cui sono state vittime «diversi agenti di polizia». Eccessi che inevitabil­mente stridono di fronte alla compostezz­a della maggioranz­a dei tifosi, come sottolinea­to dal primo cittadino di Liverpool. «ll 95% dei tifosi si è comportame­nto in maniera impeccabil­e, ascoltando gli inviti che abbiamo loro inviato, eppure una minoranza ha voluto infangare il nome di Liverpool. E’ un vero peccato». Che ha spinto il governo locale a diramare una ordinanza cittadina che vieta, fino a domani, qualsiasi tipo di assembrame­nto.

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GETTY Festa e fumogeni di fronte ad Anfield Road

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