Corriere dello Sport

FONSECA: DELUSO DAL TURNOVER

Il tecnico vede allontanar­si la Champions «Il Milan ha sfruttato il riposo ma con tanti cambi mi aspettavo di più. Abbiamo regalato la gara»

- Di Roberto Maida rob.mai.

«Una partita regalata, senza giustifica­zioni». Paulo Fonseca è attonito. Pur conservand­o lo stile e il garbo nelle risposte, lascia trasparire una grande delusione per l’ottava sconfitta del suo primo campionato di Serie A (la sesta nel 2020). La batosta di San Siro potrebbe chiudere con dieci giornate d’anticipo la rincorsa Champions all’Atalanta, ora salita a +9: «In questo momento possiamo solo pensare alla prossima partita. Diventa difficile rientrare, adesso. I giocatori sapevano quanto fosse importante battere il Milan. Mi sarei aspettato di più, soprattutt­o da quelli che non avevano giocato contro la Sampdoria». In una situazione simile, a novembre, aveva preferito insistere sul blocco dei titolari tra Mönchengla­dbach e Parma ma aveva perso lo stesso.

STREMATI. Da allenatore, anzi, spiega così i sei cambi di formazione rispetto alla partita d’esordio: «Non avevo scelta. Dopo la lunga inattività lo sforzo fisico era stato fortissimo. Infatti, se ci fate caso, chi ha giocato tutte e due le volte ha pagato la stanchezza». Per Pioli è stato diverso: «Ma il Milan aveva giocato due giorni prima di noi. E questo fa la differenza in questo periodo, con il caldo che fa. Non solo: il Milan era alla terza partita e noi alla seconda. Sarebbe meglio poter confermare un alto numero di giocatori tra una partita e l’altra ma noi oggi non possiamo permetterc­elo: per mantenere una certa regolarità atletica sono costretto a cambiare».

L’ANALISI. Le gambe hanno retto fino all’intervallo. Poi la Roma si è liquefatta: «Nel primo tempo non abbiamo concesso niente al Milan, controllan­do il gioco. E abbiamo avuto la palla-gol di Dzeko. Magari ci era mancata intensità e qualche scelta azzeccata sulla trequarti. Ma nella ripresa il Milan è stato migliore di noi, più reattivo: ha alzato le pressioni e ci ha creato delle difficoltà. Ha saputo sfruttare la maggiore freschezza, anche senza creare molte situazioni pericolose». E’ stata la Roma a farsi del male: «Sì. Come è successo contro la Sampdoria abbiamo commesso degli errori che sono stati decisivi. In partite livellate diventa difficile recuperare, specialmen­te in questo periodo nel quale non si riescono a creare tante occasioni da gol».

IL RETROPASSA­GGIO. Dopo Diawara, che aveva mandato in porta Gabbiadini, è toccato a Zappacosta innescare il contropied­e del primo gol del Milan. E per concludere, ancora Diawara ha generato le premesse del rigore del raddoppio. Fonseca non si dà pace: «Sono cose che succedono. La cosa che non capisco è che si è trattato di situazioni tranquille, in cui il portatore di palla non era pressato».

RIMEDI. Non punta il dito sui singoli ma non nasconde l’amarezza: «Non è stata una questione di atteggiame­nto. La squadra era serena, fiduciosa, veniva da una vittoria... Ma possiamo fare di contro l’Udinese.

LE ASSENZE. Giovedì all’Olimpico ci sarà ancora un ampio turnover. Due cambi sono obbligati dalle squalifich­e di Veretout e Pellegrini, che erano diffidati e sono stati ammoniti contro il Milan: in regia potrebbe essere promosso Gonzalo Villar, viste le difficoltà di DIawara. Al posto di Pellegrini invece dovrebbe giocare ancora Mkhitaryan, con l’inseriment­o di almeno uno tra Perez e Ünder.

IL RIENTRO. La Roma è tornata in serata con un volo charter dall’aeroporto di Linate. Volti scuri tra i giocatori, che rischiano di perdere motivazion­i in vista delle ultime giornate di campionato: Fonseca dovrà rianimare il gruppo per evitare di perdere anche il quinto posto. meglio, mettere una maggiore disponibil­ità in campo. Bisogna lottare di più per ottenere risultati apprezzabi­li». Esclude infine condiziona­menti psicologic­i per i giocatori che non conoscono ancora il loro futuro, tipo Mkhitaryan e Smalling: «Non sono preoccupat­o. E neppure i giocatori. Resteranno alla Roma fino al termine della stagione». E poi chissà.

«Non capisco certi errori nei passaggi Il quarto posto? Adesso è dura»

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LAPRESSE Paulo Fonseca con Edin Dzeko quando il bosniaco ha lasciato il campo al 25’ del secondo tempo

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