FONSECA: DELUSO DAL TURNOVER
Il tecnico vede allontanarsi la Champions «Il Milan ha sfruttato il riposo ma con tanti cambi mi aspettavo di più. Abbiamo regalato la gara»
«Una partita regalata, senza giustificazioni». Paulo Fonseca è attonito. Pur conservando lo stile e il garbo nelle risposte, lascia trasparire una grande delusione per l’ottava sconfitta del suo primo campionato di Serie A (la sesta nel 2020). La batosta di San Siro potrebbe chiudere con dieci giornate d’anticipo la rincorsa Champions all’Atalanta, ora salita a +9: «In questo momento possiamo solo pensare alla prossima partita. Diventa difficile rientrare, adesso. I giocatori sapevano quanto fosse importante battere il Milan. Mi sarei aspettato di più, soprattutto da quelli che non avevano giocato contro la Sampdoria». In una situazione simile, a novembre, aveva preferito insistere sul blocco dei titolari tra Mönchengladbach e Parma ma aveva perso lo stesso.
STREMATI. Da allenatore, anzi, spiega così i sei cambi di formazione rispetto alla partita d’esordio: «Non avevo scelta. Dopo la lunga inattività lo sforzo fisico era stato fortissimo. Infatti, se ci fate caso, chi ha giocato tutte e due le volte ha pagato la stanchezza». Per Pioli è stato diverso: «Ma il Milan aveva giocato due giorni prima di noi. E questo fa la differenza in questo periodo, con il caldo che fa. Non solo: il Milan era alla terza partita e noi alla seconda. Sarebbe meglio poter confermare un alto numero di giocatori tra una partita e l’altra ma noi oggi non possiamo permettercelo: per mantenere una certa regolarità atletica sono costretto a cambiare».
L’ANALISI. Le gambe hanno retto fino all’intervallo. Poi la Roma si è liquefatta: «Nel primo tempo non abbiamo concesso niente al Milan, controllando il gioco. E abbiamo avuto la palla-gol di Dzeko. Magari ci era mancata intensità e qualche scelta azzeccata sulla trequarti. Ma nella ripresa il Milan è stato migliore di noi, più reattivo: ha alzato le pressioni e ci ha creato delle difficoltà. Ha saputo sfruttare la maggiore freschezza, anche senza creare molte situazioni pericolose». E’ stata la Roma a farsi del male: «Sì. Come è successo contro la Sampdoria abbiamo commesso degli errori che sono stati decisivi. In partite livellate diventa difficile recuperare, specialmente in questo periodo nel quale non si riescono a creare tante occasioni da gol».
IL RETROPASSAGGIO. Dopo Diawara, che aveva mandato in porta Gabbiadini, è toccato a Zappacosta innescare il contropiede del primo gol del Milan. E per concludere, ancora Diawara ha generato le premesse del rigore del raddoppio. Fonseca non si dà pace: «Sono cose che succedono. La cosa che non capisco è che si è trattato di situazioni tranquille, in cui il portatore di palla non era pressato».
RIMEDI. Non punta il dito sui singoli ma non nasconde l’amarezza: «Non è stata una questione di atteggiamento. La squadra era serena, fiduciosa, veniva da una vittoria... Ma possiamo fare di contro l’Udinese.
LE ASSENZE. Giovedì all’Olimpico ci sarà ancora un ampio turnover. Due cambi sono obbligati dalle squalifiche di Veretout e Pellegrini, che erano diffidati e sono stati ammoniti contro il Milan: in regia potrebbe essere promosso Gonzalo Villar, viste le difficoltà di DIawara. Al posto di Pellegrini invece dovrebbe giocare ancora Mkhitaryan, con l’inserimento di almeno uno tra Perez e Ünder.
IL RIENTRO. La Roma è tornata in serata con un volo charter dall’aeroporto di Linate. Volti scuri tra i giocatori, che rischiano di perdere motivazioni in vista delle ultime giornate di campionato: Fonseca dovrà rianimare il gruppo per evitare di perdere anche il quinto posto. meglio, mettere una maggiore disponibilità in campo. Bisogna lottare di più per ottenere risultati apprezzabili». Esclude infine condizionamenti psicologici per i giocatori che non conoscono ancora il loro futuro, tipo Mkhitaryan e Smalling: «Non sono preoccupato. E neppure i giocatori. Resteranno alla Roma fino al termine della stagione». E poi chissà.
«Non capisco certi errori nei passaggi Il quarto posto? Adesso è dura»