Corriere dello Sport

Sassuolo senza orologio pari pirotecnic­o al 97’

Un gran tiro di Rogerio, dopo i due gol di Boga, fa felice De Zerbi

- Di Roberto Barbacci

Quando tramonta il sole al Mapei si scatena il finimondo. Ma le zanzare una volta tanto se ne faranno una ragione: non sono loro le protagonis­te, sostituite da lampi di un bagliore accecante, roba per palati fini che se solo gli spalti fossero gremiti si sarebbe sentita l’eco delle grida a chilometri di distanza. Merito di un Sassuolo duro a morire, capace di arpionare un altro 3-3 che per come si erano messe le cose profuma ancor più d’impresa. La staffilata con la quale Rogerio abbatte la resistenza di Silvestri a 40 secondi dalla fine ridimensio­na i sogni europei di un Verona calato alla distanza, salvato a più riprese dal suo portiere soprattutt­o nel secondo tempo ma beffato sull’ultima Ave Maria di marca neroverde. Dopotutto quella del laterale brasiliano aveva tutta l’aria d’essere una preghiera: il destro non è il suo piede, ma la potenza con la quale ha mandato a sbattere la sfera sul palo interno alla sinistra di Silvestri e rimbalzato quasi sull’altro montante prima di spegnersi in gol, è passibile di multa all’autovelox. Juric ci resta di sasso, al Sassuolo però forse anche il pari va stretto.

LA GIOSTRA DEL GOL. Perché a dirla tutta l’undici di De Zerbi aveva fatto anche troppo per apparecchi­are la tavola al quarto successo esterno stagionale dei gialloblù. Dopo una prima frazione dimenticat­a da Dio e dal mondo il Verona nella ripresa ha bussato subito con Lazovic, bravo convergere da sinistra e lasciato libero di colpire col destro dal limite. La risposta emiliana ha impiegato un paio di minuti ad arrivare grazie a una bella palla lavorata da Defrel e calciata in rete col mancino di Boga, ma 4’ dopo un’improvvida scivolata di Muldur ha aperto a Lazovic una prateria lungo la quale correre e servire con un delizioso esterno un assist Stepinski, che sul suo curriculum può aggiungere la voce “gol di petto” tra le tante specialità della casa. Per farsi perdonare Muldur ha provato a ristabilir­e di nuovo la parità con una botta ravvicinat­a sulla quale Silvestri ha eretto la prima saracinesc­a di serata. Il tempo di una mezza illusione prima dell’ennesima frittata difensiva, con Peluso e Bourabia in tilt sulla pressione di Pazzini e Pessina implacabil­e e a tu per tu con Consigli. Il cooling break offre a De Zerbi la possibilit­à di riordinare le idee e gli ingressi di Traore, Chiriches e Obiang portano dividendi. Per riaprire i giochi serve il solito piede fatato di Boga (assist di Caputo: il francese sfonda in doppia cifra), poi è sempre e solo Silvestri a immolarsi per la causa salvando due volte su Berardi dalla distanza. Sulla sventola di Rogerio, invece, non c’è modo di arrivare. Insomma, meglio non scommetter­e mai contro il Sassuolo: nelle tre gare giocate sin son visti 17 gol e perle d’autore. Al Verona, sempliceme­nte, è mancata la benzina nel finale.

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ANSA Festa dopo il 3-3 di Rogerio

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