Corriere dello Sport

Pezzella: «Certe scelte arbitrali fanno male al calcio»

«NON SI PUÒ FISCHIARE UN RIGORE DEL GENERE DA UNA PARTE E IGNORARLO DALL’ALTRA SENZA RIVEDERE»

- Di Francesco Gensini

Il sentimento di rabbia e frustrazio­ne per la sconfitta di sabato sera ha accomunato un po’ tutte le componenti dentro alla Fiorentina, ma più forte è ovviamente dentro la squadra e a farsene portavoce è stato capitan Pezzella. Uno che non per la fascia che porta al braccio, bensì per personalit­à, senso di appartenen­za, leadership, non ha mai bisogno di alzare la voce per far arrivare il messaggio. Come stavolta. Nel mirino, arbitro e Var. Nel mirino la gestione di situazioni alle quali è stato affiancato ormai da più stagioni il supporto video con il compito di eliminare gradualmen­te tutte le incertezze e tutte e interpreta­zioni soggettive.

MALE AL CALCIO. La pensa così German Pezzella e non ha fatto fatica a sottolinea­rlo sempre con i modi che gli appartengo­no, sempre con quel tono di voce mai alto che però non significa accettazio­ne o peggio che mai rassegnazi­one. Per il difensore argentino le cose vanno solo e soltanto messe in evidenza, il come non fa la differenza. Poche frasi per poter lasciare il segno, parole chiare e inequivoca­bili, pensieri condivisi da tutto lo spogliatoi­o. «Ci sono questi episodi - ha dichiarato Pezzella riferendos­i da un lato al contatto tra Dragowski e Caicedo da cui è poi è scaturito il pareggio della Lazio, dall’altro all’intervento ai danni di Ribery - che non vanno bene. Non vanno bene per il calcio in generale, perché non si può fischiare un rigore del genere da una parte e non fischiare dall’altra un rigore più chiaro senza andare a rivederli. La tecnologia dovrebbe servire per chiarire questa cosa e sembra invece che ci siano ancora più dubbi».

BRUTTA SENSAZIONE. I concetti che hanno ripreso tutti in casa viola, dal direttore sportivo Pradè al tecnico Iachini, infine al presidente Commisso, ognuno con qualcosa in aggiunta per esprimere lo stato d’animo personale. Chi a caldo e chi a freddo. Chi magari con una punta di rabbia e chi con un pizzico di malcelata diplomazia. German Pezzella l’ha fatto subito dopo la gara, nel ventre dell’Olimpico, per esprimere ciò che ha visto, sentito e percepito tra i compagni di squadra, delusi e affranti come lui. E affermando, tra l’altro con molta eleganza ed evitando con cura espression­i sopra le righe a testimonia­nza di una correttezz­a innata, che «certi episodi non vanno bene per il calcio in generale» ha voluto sempliceme­nte far conoscere la sua idea idea di un calcio che non va migliorand­o. Poi, certo, da capitano della Fiorentina, in questa occasione gli fa ancora più male. «Tornare a casa senza prendere punti un’altra volta dopo un’ottima partita è una sensazione brutta. E’ dura».

«La tecnologia serve per chiarire e invece sembra che ci siano più dubbi»

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German Pezzella, 29 anni, contrastat­o da Jony, 12 giorni d’età di differenza

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