IL BENEVENTO FREME: C’È LA A
Dopo il pari di Empoli che ha rimandato la festa, la Strega pronta a chiudere i giochi Inzaghi punta la Juve Stabia per prendersi con sette turni d’anticipo una promozione mai così meritata
Ore 21, appuntamento con la storia. Il Benevento ne ha scritta una che sembra già una favola, manca solo l’epilogo. Da vivere tutto d’un fiato, senza mai pensare che sia troppo presto. Quando l’arbitro Marinelli (simpatica coincidenza: è lo stesso arbitro di Benevento-Lecce del 30 aprile 2016 che fischiò la storica promozione dei giallorossi in B) emetterà il triplice fischio mancheranno altre sette partite alla conclusione del campionato e sarà record, come quella volta di 42 anni fa quando fu l’Ascoli a brindare alla serie A alla 31a giornata (battendo in casa il Bari). Un primato rimasto fermo come un monolito per quattro decenni e che ora la fantastica truppa di Inzaghi attende di uguagliare.
PORTE CHIUSE. Il derby con la Juve Stabia sarebbe stato da tutto esaurito, difficilmente sarebbe rimasto vuoto qualche seggiolino. Invece le norme sul
Covid impongono che gli stadi siano ancora vietati alla gente, che rimarrà incollata davanti agli schermi in attesa di poter sciamare per le strade a fine gara. La festa è pronta ormai da qualche giorno, le strade si sono colorate magicamente di giallorosso e non c’è balcone su cui non ci sia una bandiera da sventolare. Se tutto andrà come previsto e non ci saranno contrordini, la squadra dovrebbe fare il giro della città a fine gara su quattro minibus in modo da impedire che la gente formi degli assembramenti per strada. Prefetto e sindaco hanno più volte consigliato prudenza alla gente: “Festeggiate, ma non dimenticate i dispositivi di sicurezza”. Mastella ha ribadito che bisognerà assolutamente evitare gli assembramenti ed essere pronti a indossare la mascherina se in qualche luogo non potesse essere rispettato il distanziamento tra le persone.
SQUADRA DA SCEGLIERE. Inzaghi ha potuto contare su Letizia già a Empoli, questa sera avrà anche Volta, che ha scontato un turno di squalifica. L’emergenza in difesa si è dissolta, c’è solo l’imbarazzo della scelta e la possibilità di far rifiatare qualcuno che ha giocato due partite in cinque giorni. Dovrebbero
rimanere ancora fuori gioco Viola e Vokic, oltre ai lungodegenti Antei e Sanogo. «Abbiamo cercato di recuperare un po’ di energie – dice Inzaghi - ma questi ragazzi sono sorprendenti. A me le due partite di Cremona ed Empoli sono piaciute molto dal punto di vista della personalità: questa squadra sembra che sia addirittura migliorata stando ferma, non me l’aspettavo. Spero che si chiuda il discorso matematico ed esploda la festa, sempre rispettando le giuste distanze».
La città giallorossa dopo due anni d’attesa pronta a esplodere di gioia
SOLITO MODULO. Non dovrebbe cambiare l’assetto base. In
entrambe le partite in trasferta Inzaghi aveva fatto intendere di voler provare anche il 4-42, ma poi ha prevalso l’antica certezza di quel modulo che ha permesso alla squadra giallorossa di far incetta di record. Dunque 4-3-2-1, “albero di Natale” per dirla alla Ancelotti. Perdurando l’assenza di Viola, a centrocampo dovrebbero essere confermati Hetemaj, Schiattarella e Tello, in grado di garantire geometrie e ritmo. In avanti Marco Sau ha dimostrato di aver raggiunto una buona condizione e un posto (a sinistra) dovrebbe essere suo. Sulla destra Roby Insigne, al centro Moncini con Coda pronto a subentrargli nel corso della gara (per il bomber di Cava potrebbe essere il passo d’addio, se non ci fosse un accordo per prorogare il contratto per i prossimi due mesi). Basterà un pari per staccare il biglietto per la A, ma la banda di Inzaghi pensa solo alla vittoria.