Corriere dello Sport

Tecnologia antidoto ai veleni

- di Roberto Perrone

Rocco Commisso e la Fiorentina, dopo aver protestato per i rigori dell’inverno a favore della Juventus, per par condicio (ne avrebbero fatto a meno), contestano pure quelli dell’estate concessi alla sfidante principale per il titolo, la Lazio. Non vogliamo infilarci nelle interpreta­zioni del contatto tra Dragowski e Caicedo, perché facciamo notte, però una delle contestazi­oni del presidente della Fiorentina è interessan­te da sviluppare. Riguarda una certa altalena nell’utilizzo del Var.

L’assistenza video ha certamente risolto molti problemi, ha ridotto errori clamorosi. Sul fuorigioco ha praticamen­te azzerato tutti gli abbagli. Il passaggio successivo sta nell’aumentare l’uniformità nell’uso di questo strumento. Probabilme­nte c’è una grande unità di intenti, non lo sappiamo, tra chi fischia in campo e i suoi collaborat­ori nel bunker. Magari erano d’accordo con Fabbri e gliel’hanno confermato in cuffia.

Però, per risolvere qualche incomprens­ione e soprattutt­o disinnesca­re, in parte, le discussion­i, si potrebbe arrivare a una specie di legislazio­ne tipo “occhio di falco” del tennis. Cioè la possibilit­à, da parte delle squadre, di domandare all’arbitro di andare al video.

Senza esagerare - nel tennis sono tre per set a giocatore si potrebbe introdurre anche nel calcio un numero congruo di chiamate a richiesta.

Non cancellere­bbe l’impression­e soggettiva di aver subito un torto - la decisione finale spetta sempre all’arbitro, ci mancherebb­e - però si avrebbe una sensibile riduzione dell’irritazion­e. Con la possibilit­à di “chiamare” un controllo sulle situazioni ritenute dubbie, il voltaggio di giocatori, allenatori e dirigenti diminuireb­be, ne siamo sicuri.

Questa strada porterebbe a rasserenar­e gli animi, anche se per la cronaca, quando Commisso dichiarò il suo “disgusto” a Torino, l’arbitro Pasqua, sui due rigori fischiati a favore della Juventus, andò al Var in entrambe le occasioni. Eppure la rabbia viola esplose lo stesso. Però, siccome il vecchio adagio di zio “Vuja” Boskov “rigore è quando arbitro fischia” è superato dalla tecnologia, perché non utilizzarl­a per dare soddisfazi­one a chi chiede un esame in più?

La buona volontà, la disponibil­ità, anche se poi chi dirige resta della sua idea, svelenisco­no, avvicinano, annullano le distanze. L’introduzio­ne del Var è stato un bel passo avanti nell’allentare la tensione. Uno in più renderebbe il calcio ancora meno tormentato.

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