Il Napoli dà spettacolo Gattuso mette la quinta
Quinta vittoria consecutiva in campionato degli azzurri: stesa anche la Spal. Il turnover funziona. Fabian in cattedra Apre subito Mertens (123° gol) pari momentaneo di Petagna Poi di nuovo avanti con Callejon Nella ripresa Younes entra e segna
Mertens, Callejon e Younes a segno contro la Spal (3-1), il “napoletano” Petagna in evidenza Il tecnico: «A Bergamo per una grande gara»
È il tempo che s’è fermato e sembra di restare sospesi in questi sette anni che, nel loro piccolo, hanno scritto la Storia: ma quando Napoli-Spal viene congedata, nel vuoto del San Paolo sfilano via le immagini di un’epoca che gli è appartenuta e che resterà lì, impressa nella memoria: duecentonovanta gol in tre, giocherellando come fanciulli nel cortile dei sogni, e inseguendo un orizzonte che però sa di utopia, però lasciando ancora l’immagine gioiosa di sé con quel «terzetto» che riempie le notti di fantasia. Mertens è a centoventitré gol, Callejon è a ottantuno, Insigne li osserva - «maledice» il Var che gli cancella la sua ottantasettesima rete
- e se li coccola con quello sguardo carezzevole, perché ci sarà un momento, presto o tardi, che vivranno nel limbo dei ricordi. Napoli-Spal è una rappresentazione teatrale d’un calcio che «quei tre» hanno stampato nella loro testa ed hanno trasmesso a chiunque gli stia al fianco: segnano (quasi) sempre a modo loro, di furbizia e d’intelligenza, di intuito e con leggiadria, e da questa «Accademia della Crusca» del football, viene fuori una lezione a tratti sontuosa, in altri perfetta e soltanto per un po’ - perché pure i letterati ogni tanto amano lasciarsi andare - esibita con sufficienza. no di miraggio, con quei dodici punti che separano dall’Atalanta che aspetta giovedì a Bergamo, ma il Napoli non si nega nulla e sceglie di crederci, almeno fino a quando non sbatterà di fronte all’aritmetica: 3-1, nono risultato utile e con la quinta vittoria consecutiva in campionato, dimostrazione plastica di eleganza, di padronanza (67% di possesso) e di evoluzione che la Spal consente di cogliere, pur opponendo la dignità. E’ una partita per gli esteti, che si sviluppa su un campo largo, con Lobotka e Fabian che rovistano il meglio di sé e Mertens che, manco il tempo di cominciarla (4'), ha già chiarito che non è stata abbandonata la speranza: 1-0, con la complicità della difesa altrui, ma anche con verticalità, immediatezza, intuizioni. Il Napoli
decide che stavolta, potendo, deve offrire altro e riempie gli occhi: lo fa con un Callejon solenne nella sua interpretazione e la grammatica del calcio viene solo macchiata dall’irruzione della Spal, che fa 1-1 con Petagna quando - in quell’aula magna che è il san Paolo - non se ne avrebbe percezione. Ma è tutto un palleggio, un movimento degli esterni e poi l’ispirazione di Elmas per arrivare sino a Callejon, che sta sempre lì, immutabile, a castigare la linea dei difensori con i blitz da attore consumato che sa quando è il caso di irrompere sulla scena. Eppure Gattuso ha stravolto la formazione di Verona - sette volti nuovi al fischio d’inizio - ma c’è materia grigia in abbondanza e una ampiezza insolita, favorita forse dalle circostanze e da una Spal che resiste come può e finché può.
DISTACCO. Il Napoli vince prima che il risultato lo suggerisca con certezza, lo fa danzando tra le linee, approfittando delle debolezze altrui, concedendosi anche umane pause per prendere fiato (parata di Meret su Valoti) ma senza mai smettere di giocare: Gattuso chiede personalità e la ottiene e poi esige anche di scorgere i margini di miglioramento per chi ha meno possibilità, e può arrabbiarsi ma anche apprezzare, perché risposte ne riceve. Entra Younes e fa 3-1 ma Lozano sembra un altro, si infiamma, brucia l’erba, crea superiorità, quando ormai la squadra è diversa, ha sfruttato le sostituzioni e non s’è mai defilata da chi comunque avverte responsabilità professionali: e non è certo per inseguire la quasi impossibile Champions - questo si intuirà, eventualmente, fra tre giorni a Bergamo - ma per dimostrare a se stessa che quest’anno è stato tutto un enorme sbaglio e che nel Napoli c’è talento. Non è mai troppo tardi per sistemare i conti con la verità. E poi il futuro sarà ricco di nuovi giorni. Però, intanto, c’è Atalanta-Napoli: sotto sotto, è per regalarsi un altro ballo.