Var a chiamata «Noi arbitri favorevoli»
Il designatore Rizzoli dopo le polemiche su Lazio-Fiorentina: «Challenge da provare ma la scelta va fatta a livello internazionale»
Nicola Rizzoli riavvolge il nastro, torna a qualche mese fa, alle parole di Gravina (i due hanno trovato grande sintonia, come dovrebbe essere fra chi guida la casa del calcio italiano e il designatore degli arbitri) a proposito di VAR: ce ne voleva (vuole) di più.
Designatore
Nicola Rizzoli, 48 anni, designatore degli arbitri della serie A dal 4 luglio del 2017: ha preso il posto di Messina
Nicola Rizzoli riavvolge il nastro, torna a qualche mese fa, alle parole di Gravina (i due hanno trovato grande sintonia, come dovrebbe essere fra chi guida la casa del calcio italiano e il designatore degli arbitri) a proposito di VAR: ce ne voleva (vuole) di più e non sarebbe male poterlo far fare anche agli allenatori. L’Italia s’è già detta disponibile ad aprire ad una sperimentazione in tal senso (siamo stati o no fra i progenitori del Video Assistant Referee?), Rizzoli ieri lo ha ribadito: «Non sono contrario all’idea». Nei giorni della protesta di Firenze e di Commisso, suona come una risposta diretta, anche se in realtà il pensiero dell’uomo di Mirandola era questo anche prima del lockdown.
APERTURA. Rizzoli apre dunque al “challenge”, «ma bisogna fare delle considerazioni. A cominciare dal fatto che è una scelta presa da un ente che gestisce regole e protocollo», ovvero l’International Board. Dal canto suo, Rizzoli è per l’apertura: «Non avrei nulla di ostativo in merito, però dobbiamo sempre fare la considerazione che siamo all’interno di una competizione europea e mondiale, le regole devono essere uguali in Italia e all’estero.
Al momento non è argomento di discussione a livello internazionale. Forse bisognerebbe provarlo, ma non possiamo fare scelte personalizzate ad hoc». La federcalcio, prima che il Covid-19 bloccasse il Mondo, aveva fatto istanza alla Fifa per rendersi disponibile come Paese-test proprio in materia di challenge, Gravina aveva mosso i primi passi.
IL CASO. Tutto nasce dal rigore concesso alla Lazio da Michael Fabbri (siamo sempre lì: bravo bravo, ma ancora deve farlo vedere, al momento siamo ben sotto la sufficienza). Dinamica particolare, scaltro Caicedo che fa un movimento da attaccante, ingenuo Dragowski, contatto che arriva con l’attaccante già sbilanciato, impossibile per il VAR (Mazzoleni) interveniure, soprattutto davanti alla certezza del suo (ex) collega in campo. Rizzoli mette la ceralacca: «Se guardiamo la dinamica dal campo, c’è un portiere e un attaccante che vanno per conquistare la palla, chi la conquista è il primo e dopo c’è un impatto. E’ difficilissimo giudicare dal campo, ma penso che nessuna persona non avrebbe pensato al rigore, come dinamica si propende per il fischio». Il designatore, arbitro delle finali di Mondiali, Champions ed Europa League, parlando a Radio Anch’io lo Sport su Radio1 Rai, chiarisce cosa sarebbe successo se in campo ci fosse stato qualcun altro: «Non tutti inizialmente hanno parlato di un qualcosa in senso opposto, molti hanno parlato di malizia dell’attaccante, ma dal campo il 99% degli arbitri avrebbe preso la stessa decisione», lui compreso, evidentemente.
TEMPO. Al centro delle polemiche, il protocollo, dunque, che ha impedito a Fabbri di andare al video per ilo caso Caicedo e a molti arbitri (e varisti) di nascondersi dietro le procedure dettate dall’Ifab. Rizzoli è sincero: «Sicuramente il protocollo va perfezionato. Il VAR è un progetto giovane, che c’è da tre anni, per migliorare bisogna sbagliare e fare esperienza». Quanto a sba
«Se guardiamo alla dinamica, nessuno ha pensato che quello non fosse penalty»
gliare, noi, possiamo dire la nostra .... a maggior ragione adesso, visto che la nuova tecnologia sbarcherà in serie B on line dalla prossima stagione. Una nota positiva, non solo perché eviterebbe errori e ingiustizie anche nel campionato cadetto, ma perché fornirebbe uno strumento in più per la crescita degli arbitri: «Aiuterebbe tantissimo a velocizzare l’esperienza, in Spagna hanno già cominciato - ha proseguito - E’ una palestra molto importante».