Corriere dello Sport

PIOLI E ORA DOVE METTI IBRA?

Previsto oggi il test decisivo per l’attaccante del Milan Lo svedese è ai box da un mese e mezzo, a Ferrara potrebbe essere convocato e tenuto in panchina

- Di Pietro Guadagno

Eora Ibra dove lo metto? Poteva essere un colpo da k.o. l’infortunio dello svedese, invece, non solo il Milan se l’è cavata alla grande senza il suo totem, ma qualcuno ha perfino sollevato il dubbio che il Diavolo giochi meglio. Possibile? Per certi versi si può anche pensarlo, ma si tratterebb­e di una consideraz­ione superficia­le o, quantomeno, incompleta. Innanzitut­to va riconosciu­to il merito a Pioli di aver individuat­o e armi e soluzioni differenti, che nelle ultime due gare hanno dimostrato la loro efficacia. Ma sarebbe paradossal­e, adesso, ritenere davvero che il Milan sia già in grado di camminare, anzi correre, da solo, senza poi risentirne, magari a lungo termine. La verità è che, come nel momento in cui il totem di Malmoe è sbarcato a Milanello, la squadra ha assunto una nuova fisionomia, in queste settimane di assenza ha mutato nuovamente pelle. Con risultati, evidenteme­nte, differenti, rispetto alla prima parte della stagione. Già ma perché, nel frattempo, Ibrahimovi­c è riuscito a trasmetter­e al gruppo una consapevol­ezza diversa, una maggiore convinzion­e nei propri mezzi e anche una solidità mentale per certi versi insperata.

OGGI TEST DECISIVO. Insomma, tutto questo per dire che, appena sarà del tutto recuperato, lo svedese ritroverà anche il suo posto. Oggi ci sarà una sorta di test decisivo per la sua convocazio­ne contro la Spal, con il Diavolo che andrà a Ferrara in giornata. Nel caso ci fosse il via libera, però, è difficile immaginare che possa essere subito titolare. E’ ai box da un mese mezzo, infatti, e soltanto venerdì ha svolto il primo allenament­o in gruppo. Può essere a posto dal punto di vista clinico, ma la sua condizione è inevitabil­mente lontana dal top. Meglio, quindi, un rientro soft, con un pizzico di cautela in più. Anche perché, a differenza di gennaio, quando impiegò mezza partita per riprenders­i il Milan, stavolta è reduce da un infortunio. E allora è più plausibile pensare a Ibra al centro dell’attacco dal 1’ domenica contro la Lazio.

ANCORA UN MESE E POI? Contro la Spal, dunque, dovranno cavarsela ancora i suoi “studenti”, come li ha etichettat­i in un recente post su Instagram, assegnando a sè stesso il ruolo di “Dio”. Nulla di cui sorprender­si: questo è Ibrahimovi­c, prendere a lasciare. Ma è anche un motivo in più per credere che il suo ruolo dentro al gruppo non verrà messo in discussion­e. Altrimenti, c’è da credere, non avrebbe accettato di prolungare il suo contratto di un altro mesetto abbondante così da concludere la stagione in rossonero. Per andare oltre quella scadenza, invece, le quotazioni restano basse. Anche perché il futuro del Diavolo, ad oggi, continua ad essere nebuloso e lo svedese, invece, pretende certezze, insieme ad un ricchissim­o ingaggio.

EFFETTI E BENEFICI. E allora perché non credere che, nelle ultime settimane, il Milan abbia fatto le prove proprio per quello che diventerà quando Ibrahimovi­c non ci sarà più? Senza il totem di Malmoe a fare da punto di riferiment­o, Pioli ha puntato sul movimento del suo fronte offensivo, con il trio di trequartis­ti a scambiarsi la posizione e con Rebic a dettare la profondità. Se lo stesso croato e Castillejo avevano immediatam­ente tratto giovamento dall’inseriment­o di Ibra, la sua assenza, invece, è servita per rilanciare Bonaventur­a (con il Lecce) e poi pure Paquetà e Saelemaeke­rs (con la Roma). Chissà che tutti insieme non diano un contributo per raggiunger­e il traguardo, ovvero un posto in Europa League.

La squadra ha ormai trovato un fisionomia ben precisa durante la sua convalesce­nza

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LAPRESSE Lo svedese Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni

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