«SERIE A, UN SISTEMA DI LICENZE IN ARRIVO»
Confermato: la salita di Torino viene “stoppata”, campionato a 16 squadre Il presidente Gandini: «Non basta più solo il titolo sportivo per poter passare al professionismo»
La Lega Basket non diventerà mai una lega chiusa utilizzando il sistema della franchigie. Ma, come ha comunicato ieri in videoconferenza il suo presidente Umberto Gandini, sta lavorando per introdurre «un sistema di licenze. Perché non basta solo il titolo sportivo per passare dal dilettantismo (ovvero dalla A2, ndr) al professionismo. Servono appunto delle licenze pluriennali che guardino anche ad un budget minimo, per avere un’omogeneità del prodotto che offriamo. Ne parlerò con la Federazione. Le società devono essere costruite per avere tranquillità. Faremo qualunque cosa per dare sicurezza patrimoniale ai club».
LOGICA, MA... In sostanza, si punta a chiedere un budget triennale per verificare e avere la certezza che chi passa al professionismo sia in grado di fare il grande salto senza andare in crisi in poco tempo.
L’idea ha una sua logica, che temiamo però si scontri con la realtà del basket italiano, sempre più povero dopo la pandemia e che ancora non sa se potrà disputare le gare a porte aperte e chiuse, dunque sulla indispensabile liquidità devitante dagli incassi. Insomma, per il momento forse converrebbe essere più realisti e pensare all’oggi.
POCHI INTERVENTI. L’assemblea straordinaria, tenutasi ieri mattina in videoconferenza, è stata stranamente breve nonostante gli argomenti in questione fossero delicati. Tanto è vero che un dirigente ha preso la parola dicendo: «Scusate, ma solo sei interventi?»
Fatto ancora più strano, tutti quelli che avevano anticipato di voler chiedere a Roma e Cremona dei lumi sul loro futuro, ciò sull’iscriversi o meno in A, sono rimasti in silenzio.
«Io ho interlocuzioni costanti con le proprietà di Cremona e Roma. Sia dirette che indirette da parte mia, per sapere come si stanno evolvendo le loro situazioni, peraltro diverse. Le risposte? Stanno facendo dei passi per mettersi in sicurezza. Oggi loro non possono prevedere nulla, visto che il termine per l’iscrizione è il 31 luglio. Entrambe hanno il desiderio di partecipare. Io non posso far altro che sollecitare e tenermi informato».
TORINO. Anche perché, come avevamo anticipato, dopo l’autoretrocessione di Pistoia, e per non avere un campionato a 17, i club hanno votato per “stoppare” la salita di Torino, a cui la stessa Lega aveva chiesto il salto in A; facendo presente che, in caso di mancata iscrizione di Roma o di Cremona, la squadra piemontese verrebbe richiamata per la seconda volta ....
Morale: per ora la serie A è a 16 formazioni, con la SuperCoppa che vedrà una prima fase con 4 gironi da 4, le vincenti andranno alle Final Four. Probabile che verranno cambiate le date; quelle del campionato (il via il 27 settembre) potrebbero rimanere le stesse, ma dipenderà dal numero delle partecipanti; perché, in caso di forfait di entrambe le indecise, la serie A partirebbe a 14 lasciando Torino in A2.
Gandini in videoconferenza ha anche raccontato che ben 6 club di A2 hanno declinato l’invito della Lega Basket basato su un ranking preciso: ovvero Verona, Udine, Napoli, Ravenna, Forlì e Trapani. «E questo non ce lo aspettavamo. In ogni caso in Lega io non ho visto confusione, ma un ambiente che ha condiviso i problemi collettivi».
La Lega nel frattempo spera nell’emendamento della commissione bilancio per il credito di imposta sulle sponsorizzazioni sportive. «Argomento - ha commentato Gandini - che non può passare nel dimenticatoio».
TV. Un altro problema, e non certo piccolo, da risolvere è quello dei diritti Tv. «Scadono domani (oggi, ndr). Le linee guida sono state approvate». Dopo una serie di passaggi obbligati, Gandini inviterà a fare le offerte. «E’ difficile che oggi la Tv possa diventare una fonte di guadagno. Proporremo dei pacchetti, tra cui quello in chiaro. Dobbiamo far chiarezza su quali devono essere le nostre finalità a proposito: quella più importante dovrebbe essere promuovere la pallacanestro».
I DEBITI DI ROMA. Intanto ieri, con un comunicato, la Virtus Roma ha voluto puntualizzare che le cifre che avevamo fatto riguardo la società (circa un milione per l’acquisto della stessa, oltre a circa un milione per coprire i debiti) «sono prive di ogni fondamento». Ne prendiamo atto e siamo sicuri che il il proprietario Toti saprà risolvere la questione della vendita del club con la stessa celerità che ha contraddistinto ogni sua decisione nei venti anni di presidenza; comprese quelle della rinuncia all’Eurolega e dell’autoretrocessione in A2.
Quelli che non potranno essere smentiti sono i ben oltre 500.000 euro di debiti erariali con lo Stato, somma che è stata rateizzata come hanno già fatto altre società. Debiti erariali di cui dovranno farsi carico gli eventuali nuovi acquirenti della Virtus Roma...
«Stiamo pensando a un budget minimo per dare omogeneità al prodotto offerto»
«SuperCoppa con 4 gironi da 4 squadre: le vincenti promosse alle Final Four»
Roma ha ben oltre 500.000 euro di debiti erariali con lo Stato, rateizzati