Corriere dello Sport

«SERIE A, UN SISTEMA DI LICENZE IN ARRIVO»

Confermato: la salita di Torino viene “stoppata”, campionato a 16 squadre Il presidente Gandini: «Non basta più solo il titolo sportivo per poter passare al profession­ismo»

- Di Andrea Barocci

La Lega Basket non diventerà mai una lega chiusa utilizzand­o il sistema della franchigie. Ma, come ha comunicato ieri in videoconfe­renza il suo presidente Umberto Gandini, sta lavorando per introdurre «un sistema di licenze. Perché non basta solo il titolo sportivo per passare dal dilettanti­smo (ovvero dalla A2, ndr) al profession­ismo. Servono appunto delle licenze pluriennal­i che guardino anche ad un budget minimo, per avere un’omogeneità del prodotto che offriamo. Ne parlerò con la Federazion­e. Le società devono essere costruite per avere tranquilli­tà. Faremo qualunque cosa per dare sicurezza patrimonia­le ai club».

LOGICA, MA... In sostanza, si punta a chiedere un budget triennale per verificare e avere la certezza che chi passa al profession­ismo sia in grado di fare il grande salto senza andare in crisi in poco tempo.

L’idea ha una sua logica, che temiamo però si scontri con la realtà del basket italiano, sempre più povero dopo la pandemia e che ancora non sa se potrà disputare le gare a porte aperte e chiuse, dunque sulla indispensa­bile liquidità devitante dagli incassi. Insomma, per il momento forse converrebb­e essere più realisti e pensare all’oggi.

POCHI INTERVENTI. L’assemblea straordina­ria, tenutasi ieri mattina in videoconfe­renza, è stata stranament­e breve nonostante gli argomenti in questione fossero delicati. Tanto è vero che un dirigente ha preso la parola dicendo: «Scusate, ma solo sei interventi?»

Fatto ancora più strano, tutti quelli che avevano anticipato di voler chiedere a Roma e Cremona dei lumi sul loro futuro, ciò sull’iscriversi o meno in A, sono rimasti in silenzio.

«Io ho interlocuz­ioni costanti con le proprietà di Cremona e Roma. Sia dirette che indirette da parte mia, per sapere come si stanno evolvendo le loro situazioni, peraltro diverse. Le risposte? Stanno facendo dei passi per mettersi in sicurezza. Oggi loro non possono prevedere nulla, visto che il termine per l’iscrizione è il 31 luglio. Entrambe hanno il desiderio di partecipar­e. Io non posso far altro che sollecitar­e e tenermi informato».

TORINO. Anche perché, come avevamo anticipato, dopo l’autoretroc­essione di Pistoia, e per non avere un campionato a 17, i club hanno votato per “stoppare” la salita di Torino, a cui la stessa Lega aveva chiesto il salto in A; facendo presente che, in caso di mancata iscrizione di Roma o di Cremona, la squadra piemontese verrebbe richiamata per la seconda volta ....

Morale: per ora la serie A è a 16 formazioni, con la SuperCoppa che vedrà una prima fase con 4 gironi da 4, le vincenti andranno alle Final Four. Probabile che verranno cambiate le date; quelle del campionato (il via il 27 settembre) potrebbero rimanere le stesse, ma dipenderà dal numero delle partecipan­ti; perché, in caso di forfait di entrambe le indecise, la serie A partirebbe a 14 lasciando Torino in A2.

Gandini in videoconfe­renza ha anche raccontato che ben 6 club di A2 hanno declinato l’invito della Lega Basket basato su un ranking preciso: ovvero Verona, Udine, Napoli, Ravenna, Forlì e Trapani. «E questo non ce lo aspettavam­o. In ogni caso in Lega io non ho visto confusione, ma un ambiente che ha condiviso i problemi collettivi».

La Lega nel frattempo spera nell’emendament­o della commission­e bilancio per il credito di imposta sulle sponsorizz­azioni sportive. «Argomento - ha commentato Gandini - che non può passare nel dimenticat­oio».

TV. Un altro problema, e non certo piccolo, da risolvere è quello dei diritti Tv. «Scadono domani (oggi, ndr). Le linee guida sono state approvate». Dopo una serie di passaggi obbligati, Gandini inviterà a fare le offerte. «E’ difficile che oggi la Tv possa diventare una fonte di guadagno. Proporremo dei pacchetti, tra cui quello in chiaro. Dobbiamo far chiarezza su quali devono essere le nostre finalità a proposito: quella più importante dovrebbe essere promuovere la pallacanes­tro».

I DEBITI DI ROMA. Intanto ieri, con un comunicato, la Virtus Roma ha voluto puntualizz­are che le cifre che avevamo fatto riguardo la società (circa un milione per l’acquisto della stessa, oltre a circa un milione per coprire i debiti) «sono prive di ogni fondamento». Ne prendiamo atto e siamo sicuri che il il proprietar­io Toti saprà risolvere la questione della vendita del club con la stessa celerità che ha contraddis­tinto ogni sua decisione nei venti anni di presidenza; comprese quelle della rinuncia all’Eurolega e dell’autoretroc­essione in A2.

Quelli che non potranno essere smentiti sono i ben oltre 500.000 euro di debiti erariali con lo Stato, somma che è stata rateizzata come hanno già fatto altre società. Debiti erariali di cui dovranno farsi carico gli eventuali nuovi acquirenti della Virtus Roma...

«Stiamo pensando a un budget minimo per dare omogeneità al prodotto offerto»

«SuperCoppa con 4 gironi da 4 squadre: le vincenti promosse alle Final Four»

Roma ha ben oltre 500.000 euro di debiti erariali con lo Stato, rateizzati

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CIAMILLO Claudio Toti, 66 anni, proprietar­io della Virtus Roma messa in vendita

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