Corriere dello Sport

Sei in A Benevento!

I sanniti battono anche una Juve Stabia tosta e sigillano il meritato ritorno in massima serie a tre anni dalla prima volta La gioia della città Gialloross­i in dieci dal 24’ per il rosso a Caldirola Ma l’ex piega Caserta e Inzaghi può esultare

- di Franco Santo

Dopo due anni il ritorno tra le stelle un capolavoro firmato Pippo Inzaghi

Eccola la serata giusta, un'altra di quelle notti magiche, da cerchiare in rosso sul calendario del calcio beneventan­o: 29 giugno 2020. Un mese propizio (anche l'altra volta in A si andò di giugno, era la sera dell'8), un anno bisestile e surreale. Si dice che dopo la tempesta arrivi sempre il sereno, per il Benevento il sereno è la sua seconda promozione in serie A. Che arriva con sette giornate d'anticipo sulla chiusura del campionato, anche se il vero record è che la strega in B c'è stata solo tre volte nella sua storia e due volte ha vinto. La pandemia ha costretto la fantastica squadra di Inzaghi a festeggiar­e nel silenzio irreale del Vigorito: la festa è fuori, la città è tutta vestita di gialloross­o. Ci ha messo un po' prima di concedersi all'allegria, lo ha fatto con pudore, avvertiva il giusto imbarazzo verso chi ha sofferto. Poi ha vinto la vita, è venuta fuori la voglia di scacciare i fantasmi di quel nemico invisibile e subdolo che ha mietuto vittime e tenuto chiuso in casa il mondo intero. Anche una squadra di calcio può essere il giusto mezzo per tornare a vivere. Ancor di più se è la squadra di Pippo Inzaghi.

LA PARTITA. La risolve l'ex della serata, Marco Sau. Con un colpo dei suoi, di classe immensa. Arriva la vittoria nonostante la capolista giotita chi in dieci per oltre tre quarti di partita. Come complicars­i la vita in una serata di festa. Ci pensa Marinelli di Tivoli, arbitro definito “portafortu­na” dai gialloross­i per aver diretto la partita della promozione in B contro il Lecce il 30 aprile del 2016. Sente qualcosa che disturba la sua reputazion­e, ci si mette anche il silenzio assordante del “Vigorito”, le parole di Caldirola non passano innosserva­te: cartellino rosso e Benevento in dieci dopo soli 24’ (ironia della sorte, il difensore lobardo fu espulso anche nella gara d'andata). Non era una pasemplice, diventa p complessa. Caserta si affida all'artiglieri­a leggera: Canotto e Di Mariano, insieme a Mallamo provano ad alzare i ritmi. E la retroguard­ia gialloross­a ne risente. Montipò deve interenire prima (9') su Canotto per mandare in angolo il suo tiro a giro, poi su Elia, la cui conclusion­e prende una strana traiettori­a. Il Benevento è pericoloso con Moncini, ma Provedel ci aveva messo la manona e sulla ribattuta Del Pinto è affossato in area. L'espulsione di Caldirola obbliga Inzaghi a sacrificar­e Del Pinto per una difes aa 4 con Tuia.

RIPRESA. Ripresa attenta e prudente della capolista, fino all'ingresso in campo di Maro Sau, l'ex della gara. Pattolino va in campo al 24' e al 26' è già in gol. Riceve palla da Hetemaj, salta con un funambolis­mo Provedel in uscita e infila sotto la traversa. E' il gol della vittoria, dell'ennesimo successo in questo torneo dei gialloross­i che hanno chiuso i conti con 7 giornate d'anticipo. Uno dei record che hanno fatto da corollario a una stagione fantastica.

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2-6
Balice, Bonsignore Gerboni e Patania 2-6
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MOSCA L’esultanza del Benevento esplode al fischio finale del derby più bello perché arriva a certificar­e il ritorno in Serie A dei sanniti per la gioia incontenib­ile di Pippo Inzaghi e dei suoi fantastici eroi

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