Corriere dello Sport

CIRO PIÙ PAROLO È UNA LAZIO DI FERRO

Dopo la vittoria sulla Fiorentina la squadra di Inzaghi completa un’altra rimonta mantenendo il passo della Juventus La qualità dei biancocele­sti è stata decisiva nel finale

- di Fabrizio Patania

Colpita in avvio da un rigore di Belotti macina gioco e schianta il Toro Prima Luis Alberto ispira Immobile poi il centrocamp­ista firma il colpo

Maestosa e infinita, più forte dell’emergenza e della stanchezza, piena di carattere e con i colpi di classe giusti per restare nella scia della Juve. Sarri e Ronaldo sono avvertiti. Ecco il segnale arrivato dall’Olimpico di Torino. La Lazio continuerà a correre per il titolo e inseguire i bianconeri sino all’ultima giornata, ci crede e lo vuole con tutte le sue forze, come ha dimostrato anche ieri, risalendo la corrente in una partita complicata dal rigore concesso in partenza da Massa e realizzato da Belotti. Sono serviti un sinistro di Immobile e il raddoppio di Parolo nella ripresa per matare i granata. Un’altra rimonta da scudetto, la seconda consecutiv­a tre giorni dopo aver ribaltato la Fiorentina. Questa è stata ancora più meritata, limpida e convincent­e dal punto di vista del gioco. Partita a senso unico per settanta minuti, lo dimostrano anche le cifre: 16 tiri in porta, di cui 12 nel secondo tempo. Appena 5 per il Toro, solo uno nello specchio e si tratta del penalty di Belotti. Neanche un intervento di Strakosha. La Lazio non si è mai fermata, ha messo all’angolo i granata, li ha schiacciat­i e si è ripresa la vittoria senza rischiare di beccare il secondo gol che avrebbe compromess­o il risultato. Il Torino di Moreno Longo nel 2015 ai rigori, nella finale scudetto del campionato Primavera a Chiavari, impedì a Inzaghi di vincere il titolo e centrare il baby triplete dopo aver già conquistat­o Coppa Italia e Supercoppa. Questa volta Simone era squalifica­to e in panchina aveva lasciato il suo posto al fidatissim­o Max Farris, ma era come se fossero in due a trascinare i biancocele­sti. Le sue urla, chiuso in uno sky box, rimbombava­no nel silenzio dello stadio torinese e hanno scosso la Lazio, eroica, capace di restare in piedi e di correre per 90 minuti nonostante fosse la terza partita in sette giorni per quasi tutti i big. Stanno diventando vere e proprie maratone, sfide infinite e da risolvere, come in un match di pugilato, all’ultimo gong. Mancavano Leiva, Luiz Felipe, Lulic, Cataldi e Correa (inserito nella ripresa) non stava in piedi. La Lazio è talmente convinta, feroce e motivata che neppure le squalifich­e di Immobile e Caicedo (sabato salteranno il Milan) possono spaventarl­a. Si riconoscon­o l’anima e lo spessore di un gruppo d’acciaio dove la classe di Luis Alberto si fonde con l’umiltà di Milinkovic e ieri è tornato protagonis­ta persino Jordan Lukaku, quasi fermo da due anni, risorto all’improvviso per ovviare alla disperazio­ne di Inzaghi, rimasto senza cambi e possibilit­à di rotazioni.

IN SVANTAGGIO. La Lazio non è andata ko neppure dopo il rigore subito a freddo per proprie colpe e per la fiscalità dell’arbitro Massa, lo stesso che nel 2015 all’Olimpico complicò in una partita con l’Inter (1-2) la rincorsa di Pioli al secondo posto. Parolo ha steso Ola Aina e sulla successiva punizione, invece di lasciare il pallone, lo ha colpito di testa e lo ha rimesso al centro dell’area. Nkoulou ha risolto la mischia con una girata di sinistro rimpallata dal braccio di Immobile, a distanza ravvicinat­a. Con le nuove regole quei rigori si fischiano, ma qualche dubbio resta e può anche essere che dopo le polemiche sollevate dalla Fiorentina per il rigore concesso a Caicedo l’arbitro di Imperia non ci abbia pensato due volte. Un confronto scivoloso da tenere in pugno, consideran­do le tensioni politiche degli ultimi mesi tra Cairo e Lotito. L’episodio, però, non ha influito. E la vittoria della Lazio è limpidissi­ma, perché da quel momento in poi non c’è stata più partita.

LENTEZZA. La squadra di Inzaghi forse voleva gestirsi oppure è stata sorpresa, ha impiegato un quarto d’ora a prendere il ritmo giusto e il comando delle operazioni. Longo aveva sistemato Rincon “basso” davanti alla difesa per schermare le traiettori­e verticali a beneficio di Caicedo e Immobile. De Silvestri,

dopo un avvio rampante, ha cominciato a soffrire i cross scodellati in serie da Jony, Bremer e Ola Aina dovevano rincorrere Lazzari. L’avvio da incubo non ha impedito a Parolo di rialzarsi, lo hanno aiutato Radu e soprattutt­o Luis Alberto in costruzion­e. Il pareggio sarebbe arrivato molto prima se Ciro non si fosse divorato due occasioni buone, sparando alto sopra la traversa.

DOPPIETTA. Subito dopo l’intervallo, servito con il contagiri da un lancio delizioso del Mago, Immobile si è infilato nel corridoio giusto e ha beffato in diagonale Sirigu: 96 gol in A e 118 totali con la Lazio. Il centravant­i azzurro si è sbloccato, Milinkovic e Lazzari continuava­no a spingere, Luis Alberto ricamava calcio, la palla stava danzando in continuazi­one intorno all’area granata. Simone ha cambiato Caicedo con Correa e poi ha indovinato la mossa con l’ingresso di Lukaku. Il belga, fratello dell’interista Romelu, si è bevuto subito Ansaldi e ha pennellato il cross da cui è nato il raddoppio di Parolo. Troppo timido e senza iniziativa, il Toro si era consegnato e ha provato a rialzare la testa solo negli ultimi minuti. Sono entrati Edera, Berenguer e Millico. La Lazio, nel segno della sofferenza, ha lottato su ogni pallone e non si è fatta mettere sotto. Il sogno scudetto è ancora vivo.

 ?? ANSA ?? La grande festa dei giocatori della Lazio attorno a Marco Parolo che con il suo gol ha completato la rimonta
Moreno Longo
Torinese, 44 anni, ex giocatore del Torino, ha preso la guida tecnica dei granata il 4 febbraio al posto di Walter Mazzarri
ANSA La grande festa dei giocatori della Lazio attorno a Marco Parolo che con il suo gol ha completato la rimonta Moreno Longo Torinese, 44 anni, ex giocatore del Torino, ha preso la guida tecnica dei granata il 4 febbraio al posto di Walter Mazzarri
 ?? ANSA ?? Andrea Belotti segna il rigore per il vantaggio del Torino
ANSA Andrea Belotti segna il rigore per il vantaggio del Torino
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