Immobile show non si arrende ma salterà la sfida al Milan
Realizza il gol della riscossa ma era diffidato e il giallo di Massa gli rovina la festa
Lo shock, lo show. Tutto Immobile, con rabbia, di rabbia. Il giustiziere è stato giustiziato solo dall’arbitro Massa, arbitro spietato, dal conto aperto con la Lazio. Prima il rigore e il giallo che gli farà saltare il Milan sabato sera all’Olimpico, costringendo Inzaghi a restare con il solo Correa, senz’attacco considerando anche il giallo di Caicedo (era diffidato come Ciro). Poi il gol dell’ennesima riscossa, dell’ennesima rimonta scudetto. Dio benedica, Ciro Immobile. Lo grida tutta la Lazio, commovente anche a Torino.
LE RINCORSE. La serata è andata di traverso solo per via del doppio stop che acuirà l’emergenza, il destino non ha pietà. Simone dovrà rinunciare a Immobile, è il suo castigatore. Ha riaperto la partita così come aveva fatto contro la Fiorentina, ha riaffermato la supremazia da re leone in cima alla classifica cannonieri. Continua a dare i brividi alla Juve, ha avvicinato Lewandowski in cima alla Scarpa d’oro (29 gol contro i 34 del polacco). Continua a inseguire il record di Higuain (36 gol nella Serie A 2015-16, ora è a -7). Fa tutto con forza bestiale, con orgoglio, con la voglia di non restare indietro, di andare sempre più avanti. Ciro sta carburando, mette i razzi per sprintare più di quanto possa fare fisicamente. Lotta con ostinazione, reagisce, afferra brutalmente ogni pallone. I primi di ieri li ha spediti alle stelle, ha sbagliato mira davanti allo specchio, ne ha ciccato anche qualcuno nel secondo tempo. Ma la solita invenzione di Luis Alberto, quell’invito a nozze in verticale, l’ha trasformata in oro trovando l’angolino alla sinistra di Sirigu. Era arrabbiato nell’intervallo, lo ha raccontato Farris, vice di Inzaghi. L’ha rincuorato: «Vedrai che troverai lo spazio giusto», così è stato. Ciro Immobile gioca e più gioca più ingrana. Ciro Immobile corre e rincorre, segna in mezzo a fatiche bestiali. Resiste anche quando le gambe mordono, non girano. Ha corso fino all’ultimo minuto anche a Torino, ha sgommato col fiatone. Uno degli assalti finali del match di ieri ricorda la fuga in avanti, contro Lyanco e Djidji, li ha costretti a cadere a terra, stremati, e a regalare un angolo alla Lazio. E’ la visceralità della sua lazialità ad animarlo.
I RECORD. One man show, Ciro Immobile. I suoi numeri sono tornati grandiosi, andrebbero ricordati sui tabelloni degli stadi prima e dopo ogni partita. E’ sempre più una cerimonia, la sua stagione. Ha eguagliato il record di gol (29) segnati in un singolo campionato di A da un giocatore dalla Lazio. Il precedente apparteneva sempre a lui, altrimenti a chi? Ventinove gol li aveva segnati nel 201718, oggi Ciro può puntare quota 30 e superarla. Più di ventinove gol in 29 giornate di campionato era riuscito a segnarli Antonio Valentin Angelillo, 31 reti nel 1959, alla stessa giornata di campionato (appunto la 29ª). Immobile è un re che difende i suoi troni, le sue corone, i suoi record e il sogno scudetto. Vuole vincere tutti gli ori possibili quest’anno, vuole entrare nella leggenda laziale, italiana ed europea. Supera se stesso, lotta contro tutti. Tiene a distanza Cristiano Ronaldo, sta cercando di rimontare su Lewandowski. E’ l’uomo delle rimonte, delle emozioni senza fine. Undici volte la Lazio è andata in svantaggio quest’anno, per dieci volte ha recuperato. E’ una Lazio da amare, è un Immobile da ribaltone scudetto. E’ il bomber diventato simbolo.
Insidia Lewandowski per la Scarpa d’Oro (29 le sue reti contro le 34 del polacco)