LE URLA DI INZAGHI SPINGONO LA LAZIO
Il tecnico squalificato ha seguito la partita dalla tribuna Caricatissimo, non è stato seduto nemmeno un attimo. Al gol di Parolo ha quasi sfondato una porta. Il vice Farris: «Simone è un passionale»
Da bomber ad allenatore di sfondamento. Al gol di Parolo ha quasi sfasciato la porta della saletta privata che lo ospitava: era chiusa, si è scagliato contro, l’ha aperta quasi abbattendola, è rimasta in piedi per miracolo, l’ha richiusa ed è sparito nel corridoio antistante. Simone Inzaghi ultrà, scatenato più che mai, da record per trance agonistica. Sembrava l’incredibile Hulk quando le telecamere di Sky l’hanno beccato. La regia ha mandato in onda tutta la scena: si vede Inzaghi che segue l’azione del raddoppio, è già in fibrillazione, ha gli occhi spiritati, quando vede la palla dell’1-2 in rete il suo corpo è percorso dalla corrente, lo fa sobbalzare. E’ un attimo, si gira e si abbatte come una furia sulla porta. Era squalificato, ha visto la partita in tribuna, sembrava in panchina come sempre, s’è fatto sentire dall’alto. Ha lanciato urla pazzesche, più forti di quelle che lancia da bordocampo, stavolta sono arrivate da fuori campo. Si sentiva solo lui, nessun altro e non aveva altoparlanti. Le urla erano amplificati dal silenzio dello stadio “Grande Torino”. Simone ha chiuso con la faringe piagata, non è una novità. Le urla disumane sono partite quasi subito, dopo lo svantaggio, hanno rimbombato fino alla fine, in campo e fuori. Sono rimbalzate via satellite, sono entrate nelle televisioni, chissà se hanno costretto qualcuno ad abbassare il volume. Le urla, per decibel, a volte hanno superato la voce dei telecronisti di Sky. La propagazione delle onde ha spinto la Lazio all’ennesima rimonta. Quelle urla hanno spaccato le orecchie del Torino. Sabato, contro il Milan, Inzaghi tornerà al suo posto. Deve recuperare la voce, l’allenatore-urlatore.
IL VICE FARRIS. In panchina s’è accomodato Massimiliano Farris, coadiuvato da Mario Cecchi, collaboratore tecnico. Sono i tattici della Lazio, assieme a Simone dividono la gloria per la vittoria numero mille dei biancocelesti in A. Farris, una garanzia da secondo e in sostituzione, ha parlato per tutti: «Ho cercato di dare il mio contributo, siamo orgogliosi della vittoria numero 1000. Inzaghi è un uomo vero e una grande persona, sa gestire spogliatoio e staff. Seguire la gara dalla tribuna è diverso, da lassù ha voluto dare un’ulteriore spinta. Quello che vediamo oggi è il lavoro di 4 anni. E’ passionale come un tifoso, ha un cuore immenso. Sa come trattare i giocatori. Le crescite di Milinkovic, Luis Alberto e Immobile sono soprattutto merito suo». Sul rigore fischiato a Ciro c’è poco da recriminare, sul giallo sì: «Dispiace, ma è il regolamento. Il rigore ci può stare, ma l’ammonizione è ingiusta, condiziona il calciatore per tutta la partita e ci penalizza come squadra per via della diffida». La Lazio è a immagine e somiglianza dei suoi allenatori: «Abbiamo dimostrato spirito di sacrificio - ha aggiunto Farris - anche Caicedo, Immobile, Correa, Milinkovic e Luis Alberto, che sono giocatori di qualità, si sacrificano in fase di non possesso. Ciro era rammaricato per i gol sbagliati nel primo tempo, gli ho detto che l’occasione buona sarebbe arrivata. La squadra sta crescendo e stiamo assistendo a partite strane. La condizione c’è e lo abbiamo dimostrato con Fiorentina e Torino, vincendo in rimonta. L’aLeiva
Gli spalti vuoti diventano virtuali spetto mentale è il più importante».
IL MILAN. Ci sono segnali di forza: «Portare a casa due vittorie in rimonta dà fiducia. Abbiamo un giorno di riposo in più e speriamo di recuperare qualche giocatore per il Milan anche perché dobbiamo fare a meno degli squalificati. Dobbiamo valutare Cataldi e Marusic. Dobbiamo vedere chi affiancare a Correa, potrebbe esserci anche un’ipotesi di cambio modulo.
ha un problema al menisco esterno. C’è stato qualche intoppo di troppo e speriamo di recuperarlo presto. Oggi la parola che mi viene in mente per prima è “orgoglio”. Con questa squadra ci siamo conquistati tutto questo e se siamo arrivati a giocare per lo scudetto è un grande merito. Possiamo arrivare fino alla fine. Siamo curiosi di capire dove potremo arrivare con il miglioramento».
«La squadra ha dimostrato un grande spirito di sacrificio»