«Miha e Zenga veri e schietti»
- Sinisa Mihajlovic che (nel 2009-10) arriva al Catania l’anno dopo di Walter Zenga, che poi nel 2015-16 arriverà alla Sampdoria dopo che Sinisa ha lasciato Genova per andare al Milan. Quella doriana non sarà per Zenga una parentesi felice, considerato che l’8 novembre dopo la sconfitta a Marassi contro la Fiorentina dovrà lasciare la sua panchina a Vincenzo Montella.
L’eredità lasciata da Miha ha finito per essere un fardello troppo pesante per il Walter nazionale? No, il discorso è un altro, leggete ciò che dice Emiliano Viviano, che era il portiere di quelle due Sampdoria. «Zenga pagò lo 0-4 nelle eliminatorie di Europa League contro il Vojvodina, la gente non ce lo perdonò. Che tutti noi fossimo legati a Sinisa è vero, ma questo non c’entra niente, anche perché è impossibile non avere un grande rapporto con Zenga. Non a caso poi l’andazzo non cambiò neanche con Montella».
Se Mihajlovic e Zenga si assomigliano? Sì e no. «Dal punto di vista umano ti sono sempre vicini e soprattutto hai a che fare con due persone vere, schiette, che ti dicono sempre le cose in faccia, belle o brutte che siano. Poi Sinisa sembra più sergente di ferro mentre Walter è un amicone a cui puoi dire tutto».
Sinisa sembra, ma in realtà non lo è? «L’importante è rigare dritto e ascoltarlo, in questo caso è come Walter, ma se sbagli hai scelto l’uomo sbagliato con il quale scontrarti, perché Sinisa diventa una furia e rischi anche che possa attaccarti al muro. Sul piano tattico Mihajlovic e Zenga hanno le loro idee e una personalità enorme per imporle, poi Sinisa ha un approccio più forte e tende ad alzare la voce con più facilità per il suo carattere. Come sapete io Sinisa lo adoro, ma avendo fatto il portiere Walter aveva un occhio particolare nei miei confronti».
«Sergente di ferro uno, amicone l’altro ma con entrambi si deve rigare dritto»