Corriere dello Sport

«Per Ciro, i tifosi e la città Foggia e Pippo? Due figli»

Vigorito: L’avevo promesso a tutti che saremmo tornati in A. E ora? Non ripeteremo gli errori passati

- Di Franco Santo

Stavolta il giro di campo l'ha fatto con la scorta. Due angeli custodi ai suoi lati, Pippo Inzaghi e Pasquale Foggia, allenatore e direttore sportivo che sono diventati come due suoi figli. Era un rito a cui il presidente Vigorito non si sarebbe mai negato, un sorta di voto da sciogliere. Come quella prima volta l'8 giugno del 2017 al termine di Benevento-Carpi quando salutò la prima storica promozione in A. Allora venne fuori spontaneo, fu il modo di ringraziar­e quel pubblico che traboccava da ogni angolo della gradinata. Questa volta l'idea è partita da lontano, sin da quel ritiro di Pinzolo e Moena, dove lavorava già per tenere caldi i muscoli.

SURREALE MA BELLO. Un giro di campo surreale, non più in solitaria, ma senza il pubblico sugli spalti ad osannarlo: «Quello non è stato un problema - spiega il patròn - perchè queste gradinate non saranno mai vuote: idealmente sono piene della gente che vi ha lasciato dentro la sua passione, il suo amore per questa squadra, i suoi cori. Se si ama questo sport, si riuscirà persino a vederli, magari nascosti dietro i sediolini».

Dopo un anno di attesa e le vicende drammatich­e della pandemia, Vigorito si scioglie all'emozione. indossa una t-shirt “fuori ordinanza”, non è quella che indossano i suoi ragazzi, ma una che gli hanno regalato i nipoti. La scritta “Benevento in serie A” è ben visibile, ma sul lato del cuore c'è la riproduzio­ne di una foto del 2006, l'anno in cui acquisì la proprietà della società gialloross­a: ci sono lui e l'indimentic­abile fratello Ciro in una simpatica posa in cui si mostrano vicendevol­mente il pugno, ma allo stesso tempo ridono di gusto: è una delle foto che il presidente ama di più, un ricordo indelebile dei primi anni di questa avventura con la squadra della strega. «Questa corsa era una promessa che avevo fatto a me stesso e a mio fratello che è sempre insieme a me. Ci eravamo promessi che saremmo tornati in A e lo abbiamo fatto. Non era scontato e non è stato così facile come può sembrare, anche se quando si centra l'obiettivo si tenta di dimenticar­e sempre i momenti più difficili».

IL FUTURO. L'imperativo è di non ripetere gli errori fatti tre anni or sono, perchè questa volta il presidente vuole rimanerci in Serie A. E' cresciuto tanto il suo Benevento, ma anche lui ritiene di aver avuto un'evoluzione notevole nel mondo del calcio. Merito di Pasquale Foggia, soprattutt­o: «E' vero. Spesso in passato mi innamoravo del nome, lui mi ha fatto comprender­e quanto sia importante scegliere la persona giusta che sia soprattutt­o finzionale al progetto». La scelta del giovane direttore sportivo napoletano è una delle cose di cui va più fiero: «Quando decidemmo di affidargli questo difficile ruolo, molti pensarono che fosse troppo giovane per ricoprirlo. Invece si è rivelato la persona più adatta. La mia fiducia nei suoi confronti è incondizio­nata, per me è più di un dirigente della mia società, una persona della mia famiglia».

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GETTY Il patron Oreste Vigorito

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