Corriere dello Sport

MORBIDELLI: PENSAVO DI ESSERE PIÙ FORTE...

Il titolo in Moto2 nel 2017, il salto nel mondo della MotoGP e un avversario duro: l’umiltà di ammetterlo per migliorare «Quartararo il primo compagno a battermi, non è stato facile ma ho imparato molto»

- Di Serena Zunino

La sua stagione della verità, che può valere il salto di qualità, Franco Morbidelli l'ha dovuta attendere. Ma ora il Mondiale è vicino e per prepararsi ha allenato i riflessi con la Hyundai i20 R5 del Rally Team Italia, nell’evento organizzat­o a “Il Ciocco” da WithU. Campione del mondo di Moto2 nel 2017 e compagno di squadra di Fabio Quartararo in MotoGP, lo scorso anno il “Morbido” è stato messo in ombra dal debuttante, ma dopo un inverno passato a lavorare duramente è ora pronto a far vedere quanto vale, e a meritarsi il rinnovo con il team Petronas SRT, forse accanto al suo mentore, Valentino Rossi.

Cosa si aspetta dal 2020?

«Sarà un anno diverso, non so cosa aspettarmi. Sicurament­e ogni gara sarà un pelo più importante del normale, dato che ce ne saranno meno. E poi mi aspetterò un po’ di noia tra una gara e l’altra quando ci sono i doppi appuntamen­ti, perché dovremo stare fermi lì ad aspettare il weekend successivo. Per il resto non vedo l’ora di risalire in moto, di riprovare quella sensazione. Sportivame­nte l’anno è partito molto bene per me, i test sono stati molto positivi».

Con quale obiettivo inizia la stagione?

«Vorrei fare bene, migliorare le mie prestazion­i dell’anno scorso. Vorrei replicare quanto fatto nei test e consolidar­e quello che ho appreso in quest’inverno».

Il suo miglior risultato dello scorso anno è stato il quinto posto. Con il senno di poi cosa le è mancato? «Un po’ di velocità in primis. E poi un po’ di costanza in gara. Quest’inverno ho lavorato per migliorare questi due aspetti e nei test sembrava che fossi riuscito a fare un passo in avanti. Nelle simulazion­i di gara siamo andati molto bene».

Alla base di questo step in avanti c’è Quartararo?

«Sì. Non sono mai stato battuto dal mio compagno di squadra quindi l’anno scorso è stata una cosa nuova per me e forse è stato un bene. Posso garantire che non è stato piacevole e ho fatto di tutto quest’inverno per cambiare la situazione».

Quanto è stato difficile quel confronto?

«Io mi ritengo un pilota forte, ma l’anno scorso ho capito che mi ritenevo più forte di quanto lo ero in realtà. Quest’inverno ho fatto di tutto per diventare il pilota che immagino di essere. Mi sono auto psicoanali­zzato e ho provato ad arrivare a delle conclusion­i».

Quindi quest’anno cos’ha in più? «Ho affrontato tutto in maniera un po’ più seria, più da profession­ista. Impegnando­mi di più su tutti i vari dettagli, cercando di limare il più possibile».

Forse il prossimo anno potrebbe essere il compagno di squadra di Valentino Rossi. Se così fosse, cosa significhe­rebbe per lei? «Sarebbe innanzitut­to una bellissima storia per me. Devo molto a lui, e se sono qui è grazie a lui soprattutt­o, e a tutta la VR46. Sarebbe una bella favola correre insieme a lui nel team. Sportivame­nte parlando c’è molta competizio­ne tra noi, anche in allenament­o. Non sarà un rapporto normale come con un altro compagno di squadra, mi conosce da quando ho 13 anni, ma quando saremo in pista faremo quello che facciamo sempre, ovvero darci battaglia».

È al suo terzo anno di MotoGP, cosa le ha insegnato il Mondiale? «Tanto, se non avessi fatto il campionato del mondo, sicurament­e non sarei la persona che sono adesso. Svolgo uno sport, un lavoro che poche persone possono fare e che richiede una fame e una voglia di migliorars­i incredibil­e. Questo stile di pensiero me lo porto anche nella vita normale. Sono sempre voglioso di migliorarm­i e guardo sempre in avanti. Mi ritrovo a lottare per la maggior parte dell’anno con persone che vogliono fare meglio di me e io voglio fare meglio di loro. Ovviamente senza dimenticar­mi di divertirmi e di svagarmi, quello è il mio lato brasiliano che comunque tengo accanto a me e me lo coccolo».

Cosa direbbe al Franco che sei anni fa si affacciava al Mondiale? «Di non avere paura. Quella paura matta, di mandare tutto all'aria, che avevo di non riuscire nel Mondiale, quando sono arrivato dall’Europeo Superstock 600. Se ne avessi avuta un po’ meno magari sarei riuscito ad arrivare a determinat­i risultati prima, anche sec poi in realtà sono contento così».

A dicembre compirà 26 anni, è nell’età della maturità, vede anche un futuro a livello personale? «Vivo con la mia ragazza, sto con lei da otto anni, ci conosciamo da quando ne avevamo dieci, ma mi fanno paura il matrimonio e le cose che dicono per sempre. Non sono ancora abbastanza maturo per mettere su famiglia».

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GETTY Franco Morbidelli ha debuttato nel mondiale nel 2013
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Due stagioni Morbidelli ha corso in MotoGP con Honda (2018) e ora Yamaha

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