Corriere dello Sport

«Benevento è qui la storia»

Inzaghi: «In serie A battendo ogni record»

- Di Franco Santo

«Dove giochiamo il prossimo anno?». Di primo acchito la voce sembra quella di un “lancia-cori” della curva sud, invece il tono è quello inconfondi­bile di Pippo Inzaghi che chiama i suoi a ritmare il tormentone più in voga di questi tempi: «E tanto già lo so che l'anno prossimo gioco all'Olimpico». Come se per lui fosse una novità o come se già gli salisse l'adrenalina prima del confronto con “Mone”.

Del fratello che lotta per contendere lo scudetto alla Juve parla con rispetto assoluto: «Da lui si può solo imparare». L'affetto è quello che ha ereditato da una famiglia d'altri tempi, in cui l'unione va oltre ogni vincolo di parentela. Difficile dire quante volte al giorno senta Simone, anche solo per una battuta. L'anno prossimo il Benevento giocherà all'Olimpico e almeno in un'occasione Pippo e Mone saranno avversari, come è capitato una sola volta nel corso della loro carriera. Superpippo dice che è presto per parlarne. Ora ha occhi e pensieri solo per questa squadra meraviglio­sa che è approdata in A frantumand­o tutti i record possibili: «C'era quello dell'Ascoli che durava da 43 anni, lo abbiamo egugliato prendendoc­i la metamatica promozione quando ci sono ancora sette giornate da giocare. Ero certo che questa fosse una squadra forte, ma non pensavo fino a tanto. Siamo riusciti ad ottenere qualcosa di unico e se siamo nella storia il merito è veramente di tutti».

UNA STORIA INFINITA. «Ci renderemo conto solo tra 30-40 anni di quello che abbiamo fatto». Lo ripete senza mai distoglier­e l'attenzione da quel gruppo impareggia­bile che è riuscito nell'impresa di sbaragliar­e il campo fatto anche di avversari di grande livello. «Il merito è di chi mi ha affidato questo gruppo. Era una squadra forte, forse solo un po' mortificat­a dall'aver perso il campionato scorso. Ma hanno tutti dato anche più di quello che avevano e ora è giusto che si prendano il merito di questa impresa. Io e il mio staff abbiamo solo provato a gestire nella maniera migliore, il resto lo hanno fatto i ragazzi».

Ora tutti parlano del Benevento, di una squadra di calcio che ha ottenuto un risultato impensabil­e alla vigilia: «“I successi migliori ammicca Inzaghi - arrivano quando riusciamo a superare i nostri limiti. E noi abbiamo fatto qualcosa di straordina­rio».

COMPLIMENT­I. Schivo e bravo a dispensare meriti a tutti quelli che hanno costribuit­o a questa impresa: le parole più significat­ive sono per il presidente e per il direttore sportivo Foggia: «Sono contento soprattutt­o per loro, è proprio nei loro confronti che avevo un debito morale. Pasquale mi aveva cercato anche un paio di anni fa, quest'anno ho rotto gli indugi ed ho accettato di venire a Benevento. Devo dire che è andato tutto bene anche oltre tutte le previsioni». L'unico dispiacere della serata della festa sono quegli spalti desolatame­nte vuoti: «Così non è calcio, il mio sogno è quello di uscire dal sottopassa­ggio e al più presto ritrovare la gente sulle gradinate. Questa impresa avrebbe meritato una cornice di pubblico fantastica».

FOGGIA. Il diesse parla e lavora all'unisono con Superpippo. Pasquale conquista la serie A da direttore sportivo ad appena 37 anni, avrebbe potuto ancora calzare le scarpe bullonate. E' già al lavoro per un grande progetto con l'avallo incondizio­nato del presidente Vigorito: «Dobbiamo solo riuscire a mantenere quello che abbiamo costruito in questi 3 anni: mi riferisco soprattutt­o alla nostra anima, che non è qualcosa che si compri al mercato, ma una virtù che si costruisce piano piano. Questa squadra ha già una sua anima, così come ce l'ha la società. Entrambi hanno una identità solida e noi dobbiamo essere bravi a ripartire da questo per inserire giocatori che siano contestual­i algruppo che già esiste».

LE SCUSE DI CALDIROLA. Il difensore di Desio ha voluto spiegare cosa fosse accaduto al 24' del primo tempo quando Marinelli di Tivoli lo ha espulso dal campo. Caldirola

è stato una guida sicura per la squadra gialloross­a ed ha sofferto moltissimo per quello che è successo proprio nella seata più bella: «Vorrei precisare come sono andati i fatti - spiega - e non vorrei passare per la persona che non sono. Sicurament­e ho sbagliato e chiedo scusa in primis ai miei compagni, al tecnico, alla società e ai tifosi. Mi dispiace soprattutt­o perché non ho potuto lottare con i miei compagni fino al 90’, li ho messi in difficolta e ho rischiato di compromett­ere la partita». Caldirola rivela la frase che ha fatto imbufalire Marinelli: «La frase che ha procurato la mia espulsione è stata: “Dai... stai facendo il fenomeno...”. Sicurament­e

avrei potuto evitare e sono stato un po’ ingenuo. Non credo però sia stata un’offesa tale da ricevere un cartellino rosso, anche perché in campo si sentono parole molto più offensive, ma l’arbitro evidenteme­nte l’ha ritenuta tale e rispetto la sua decisione, tant’è vero che poi negli spogliatoi mi sono scusato personalme­nte. Chi mi conosce sa che tipo di persona sono e non mi permettere­i mai di dire qualche frase offensiva contro qualcuno, specialmen­te contro gli ufficiali di gara». Vicenda chiusa: a Caldirola la Juve Stabia non deve portare molto bene: fu espulso anche nella partita di andata.

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Il bus gialloross­o che ricorda “A suon di record” in giro per la città nella notte del trionfo con la gioia di Improta Insigne e Montipò in primo piano
Che festa Il bus gialloross­o che ricorda “A suon di record” in giro per la città nella notte del trionfo con la gioia di Improta Insigne e Montipò in primo piano
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