Il Milan si salva all’ultimo respiro
La Spal avanti 2-0, poi il pareggio rossonero dopo l’ingresso di Ibra Il Verona si avvicina: 3-2 al Parma
A Ferrara rossoneri sorpresi dalla squadra di Di Biagio ultima in classifica. Il pari su autogol solo nel recupero
Un Milan mancante ma non tremolante, alla fine rimette in piedi una partita che sta perdendo per 0-2. Una sfida pazzesca per gol, errori, sponde, infortuni a raffica, genialate, decisa da una sfortunata autorete di Vicari a recupero quasi scaduto. Con il gol preso da Simeone con il Cagliari e questo, entrambi a palla quasi afferrata dall’arbitro, forse la Spal dà l’addio alla serie A. Il Milan, invece, con i suoi errori e qualche distrazione di troppo, mette una toppa a una notte disgraziata e se non conferma le vittorie di Lecce e con la Roma, almeno dà un segnale preciso: qualcosa è cambiato e la costruzione di una una nuova mentalità, in mezzo alle incertezze societarie e alla voci contrastanti sul futuro, può continuare.
DETTAGLI. Non sono certo i tre cambi rispetto alla Roma, Calabria, Gabbia e Paquetà, a condizionare il Milan nel primo tempo, e neanche un atteggiamento completamente svagato o privo della concentrazione messa in campo nelle prime due giornate della ripresa, e anche, volendo, nella resistenza in dieci nella semifinale di Coppa Italia contro la Juventus. Il diavolo (non quello milanista) mette la sua coda maligna nei dettagli, non è la prova generale o quella singola dei calciatori a mandare in doppio vantaggio la Spal, quanto una certa distrazione in alcuni frangenti. Non è che la banda Di Biagio metta sotto il Milan, non tanto almeno da andare all’intervallo sul 2-0, ma la difesa viene colta da un’amnesia collettiva in occasione del vantaggio di Valoti. Riguardo al raddoppio, si tratta di coraggio, esperienza e classe di Floccari, assente dal gol dal 4 maggio 2019 (vittima il Chievo) che sceglie una parabola maradonesca per infilare Donnarumma. Il Milan se la gioca, non è rinunciatario, ma nulla gira nel modo giusto, compreso l’infortunio di Castillejo che già non stava bene. Riesce perfino a riaprirla con Calhanoglu ma in questa nottata calda e iellata per i rossoneri non gira niente per il verso giusto, così Rebic, autore dell’assist, viene colto dalle linee rossa e blu (ricordate l’incubo a scuola con le penne dello stesso colore) in fuorigioco. L’unico
dettaglio positivo (per il Milan) del primo tempo è l’espulsione di D’Alessandro autore di un’entrata violenta sul polpaccio di Theo Hernandez. Mariani tira fuori il giallo, ma richiamato al video lo muta in rosso.
QUADRATURE. Il Milan attacca anche con buone combinazioni, a parte il gol annullato crea alcune situazioni interessanti, ma non riesce a essere decisivo. Più che applicazione e volontà, manca la precisione nell’ultimo passaggio, nella conclusione in area. Insomma, la squadra di Pioli si ritrova in svantaggio e non riesce a capacitarsi, perché non ha quasi mai subito, non è stata assediata, non ha sofferto. Ma così va il pallone e se l’imprevedibilità è una sua caratteristica naturale, in questo strano campionato, è capace di manifestarsi più frequentemente. Il Milan attacca, anche in undici contro undici, con una certa costanza. La Spal fa due tiri in porta e va sul 2-0. Poi, in svantaggio per un tempo, s’arrocca com’è naturale. La superiorità rossonera, paradossalmente, non riesce a favorire la quadratura milanista. Il secondo tempo è un assedio, senza se e senza ma. Il Mi
lan le prova tutte, Paquetà tira non appena può. Mancano le penetrazioni di Theo Hernandez che non riesce a dare il suo solito apporto di qualità e quantità, anche per via di un’acciacco fisico (infatti deve uscire). Anche Rebic, malgrado si proponga stabilmente come punto di riferimento, non riesce a incidere dove dovrebbe.
RITORNI. E viene, al 20’ del secondo tempo, il tempo del ritorno di Zlatan Ibrahimovic, dopo la serrata per il virus, dopo l’infortunio. Il copione viene confermato, però, ogni volta che c’è una deviazione non è in porta, ogni volta che c’è un tiro finalmente ben indirizzato Letica c’è, quando Ibra salta in cielo, l’elevazione è magnifica, ma la precisione no. Dabo, monumentale, è il gestore della difesa, malgrado crampi e fatica. La Spal perde giocatori uno dopo l’altro. Leao riesce finalmente a superare Letica e quando ormai l’estrema difesa della squadra di Di Biagio (espulso) pare coronata dal successo, Vicari infila la sua porta. Qui la iella transita dal Milan alla Spal e la partita finisce.