PUNTA INTERROGATIVO
Lazio in emergenza con il Milan: Ciro e Caicedo squalificati, ecco le ipotesi
Inzaghi e il rebus attacco: può avanzare Milinkovic dietro Correa Ma riflette su Luis Alberto, due anni fa giocava alle spalle di Immobile
Inzaghi passa da un tormento all’altro in questo mini-campionato sfibrante, è rimasto coi resti. Servirebbe in campo, al centro dell’attacco, da bomber scudetto. A Torino ha telecomandato la Lazio dalla tribuna, sabato contro il Milan occorrerebbe nelle vecchie vesti di attaccante. Va trovata una risposta al... punta interrogativo. E’ iniziato il toto-formazione: è rimasto il solo Correa (che non è al top), bisogna affiancargli un partner. Ciro e Caicedo saranno squalificati, Adekanye non è disponibile, l’inserimento del baby Moro è durato pochi giorni, il suo campionato non è mai iniziato. Restano poche ipotesi. 1) L’avanzamento di Milinkovic, cresciuto nel mito di Ibrahimovic: «Ci somigliamo per la struttura fisica e per la tecnica. E in area salto come lui», ha confessato in passato il Sergente (sul quale sarebbe piombato il Chelsea, lo scrivono in Francia). E’ pronto a coprire ogni ruolo, può giocare dove serve. 2) L’altra ipotesi è l’avanzamento di Luis Alberto, togliendo però fosforo al centrocampo (soprattutto se continuerà a non esserci un regista): lo spagnolo, da quando sono finiti ko i play, è stato decisivo in costruzione. Il Mago giocava da seconda punta due anni fa, da mezzala ha trovato la sua dimensione, inventa a campo aperto. Schierando lui davanti, Inzaghi punterebbe sulla fisicità di Milinkovic a centrocampo, dominatore nei contrasti.
IL REGISTA. Per attuare queste due soluzioni serve il recupero forzato di Cataldi o Leiva. Sono entrambi fermi, farli giocare è un rischio. Hanno chance ridotte di esserci, un tentativo sarà fatto. Cataldi ha grossi problemi ad una caviglia, ieri è rimasto fermo, riposerà anche oggi così come tutta la squadra (è stato concesso un giorno di vacanza), sarà controllato domani, ad un solo giorno da Lazio-Milan, vuole provare a giocare. E’ difficile credere che possa farcela, anche con l’aiuto delle infiltrazioni, non allenandosi da giorni. Al di là delle caviglia malconcia, quanta autonomia avrebbe? Leiva 24 ore fa ha partecipato al riscaldamento, ha completato i circuiti con gli ostacoli, ha lavorato un po’ con il pallone, ha evitato di crossare e di calciare in porta. Da settimane soffre a causa di problemi al ginocchio destro, si forma del liquido che va aspirato. L’assenza di Cataldi e Leiva costringerebbe Inzaghi ad optare per soluzioni disperate, forse anche a variare il 3-5-2 (utilizzato per 151 partite di fila) scegliendo il 3-4-2-1.
GLI ANDERSON E BASTOS. Senza Cataldi e/o Leiva, in regia resterebbe solo Parolo. L’ex azzurro potrebbe giocare con Milinkovic, sulle fasce ci sarebbero Lazzari e Jony (con Lukaku pronto a fare staffetta). A Luis Alberto, schierato sulla trequarti, andrebbe associato uno tra André Anderson (promesso al
Verona nell’affare Kumbulla) o Djavan Anderson (ex fuori rosa) per scortare Correa. C’è anche la possibilità che André Anderson faccia la mezzala con Parolo e Milinkovic (Luis dietro Correa). A Formello ragionano sulla soluzione d’emergenza: schierare un fuori ruolo. Magari Bastos, a partita in corso, in attacco. Lo staff tecnico apprezza scatto e tiro dell’angolano, habitué del gol da difensore. Ieri al Fersini si sono allenati i giocatori non impiegati a Torino o entrati in corsa, gli altri hanno riposato. Lukaku e Correa, come Leiva, non hanno svolto la seconda parte dell’allenamento post-Torino (niente cross e tiri). La ripresa è fissata per domani, sarà il giorno dei test, delle valutazioni, dei rebus da sciogliere, dell’attacco da definire o inventare. L’importante è lo spirito con il quale si va in campo, al di là di chi giochi. Sotto le maglie dei biancocelesti battono cuori di giganti. Questa Lazio incredibile ha il potere di innalzare la cronaca a storia, di trasformarsi da squadra in squadrone. Inzaghi e il suo staff da allenatori devono diventare maghi.
Dipende da Cataldi: vuole provarci. Leiva ieri in campo, sono poche le sue chance