IL PARMA INCIAMPA JURIC VEDE L’EUROPA
Kulusevski apre la sfida. Ma il Verona non molla mai e alla fine Pessina regala il gol che decide la partita
Tanti gol e spettacolo al Bentegodi tra le due squadre rivelazione del campionato che sognano un posto tra le grandi
Kulusevski contro tutto il Verona. Il tuttocampista promesso sposo bianconero contro la solita banda coriacea di Juric, le ripartenze e la qualità del Parma davanti ad un Hellas mai domo, sullo sfondo quella zona Europa che è un sogno più che un obiettivo per entrambe le formazioni. Ci si aspettava una partita divertente, aperta e con tanti gol al Bentegodi e le attese non sono state tradite. Cinque reti, alcune perle, tanti errori, continui rovesciamenti di fronte nella sfida tra le due rivelazioni del campionato, per due squadre visibilmente tranquille e mature nell'affrontare il match senza profonde paure. Entrambe non hanno lesinato gli sforzi nel provare a vincere, alla fine la spuntano i padroni di casa (classifica davvero incredibile) anche se il Parma esce più che mai a testa alta (pur con nuova amarezza dopo l'Inter).
DECIDE LA QUALITÀ. Sulla carta la partita ruota attorno alle posizioni e alla verve delle quattro mezze punte in campo. Borini e Verre da una parte, Kulusevski e Caprari dall'altra, più trequartisti i primi, più esterni i secondi, scelte diverse ma entrambe a sorpresa per Juric e D'Aversa. Borini è rilanciato titolare dopo il rientro dall'infortunio, Caprari fa rifiatare la lepre Gervinho e nelle intenzioni è l'asso nella manica negli equilibri a sinistra. Le altre novità sono l'ex Dimarco nel Verona e la conferma di Laurini nei crociati. Questo, dicevamo, sulla carta. In realtà la prima parte del match si gioca piuttosto a centrocampo e sulla fisicità nei reparti di mezzo (tre gialli per il Parma). Non a caso decidono gli episodi ma soprattutto la qualità e l'estro di uno dei giocatori più talentuosi in campo, il futuro juventino Kulusevski. Lo svedese sblocca la partita da top player: resiste in area ad un potenziale fallo, dribbla con lucidità e classe Rrahmani e infila di piatto Silvestri. Un gioiellino che rappresenta la sua settima bellezza personale: è il più giovane calciatore dei primi cinque campionati europei ad aver segnato almeno 7 gol e servito almeno 7 assist in stagione.
BEATI CAMBI. Qualità dei singoli, ripartenza e calci piazzati. Decidono questi fattori in una partita chiusa e dai ritmi lenti come quella del Bentegodi. Se il Parma punta tutto sulle ripartenze ma fa i conti con un Cornelius affaticato, la squadra di Juric (squalificato, c'è Paro) fa male sui calci da fermo, recente debolezza degli ospiti. Kulusevski ci riprova anche al 40' in contropiede: azione fotocopia a quella gol ma il sinistro è fuori misura. L'Hellas reagisce diesel, colpisce la traversa con l'incornata di Rrahmani sull'angolo di Dimarco (41') e pareggia i conti prima dell'intervallo su rigore: ingenuità di Alves su Di Carmine, che batte un penalty col giallo (si ferma e non calcia alla prima battuta). L'arbitro non lo punisce. Col turnover necessario e la fatica inevitabile i due allenatori non possono far altro che mischiare le carte. Gervinho da una parte, Zaccagni e Lazovic dall'altra: l'ivoriano non viene innescato ma proprio sulla catena di sinistra del Verona nasce il raddoppio. Zaccagni si accentra e la mette nell'angolino. La conferma è che tutta l'ultima parte del match è un duello rusticano: Gagliolo pareggia con un tap-in dopo un tiro del solito Kulusevski, poi ci provano Verre e ancora lo svedese (perfino di testa), un altro subentra7o, Pessina, pesca l'ennesimo jolly della partita e in contropiede sigla il 3-2 definitivo, con Gervinho che si mangia un rigore in movimento (41').