INSIGNE È STANCO DI RESTARE AL PALO
Non segna su azione da sei mesi In compenso guida la classifica dei legni. A Bergamo per ripartire e poi concentrarsi sul Barcellona
Ma no, il lockdown è finito: se lo è detto da solo, nel silenzio ovattato del San Paolo, e se lo è ripetuto in viaggio verso Bergamo, ripensando al tempo che lo separa dalla felicità più pura: centotrentadue giorni, e sanno di eternità, da quella sera del 21 febbraio in cui ancora non c’era piena percezione del virus e del dramma. Poi c’è stato l’Olimpico, e sì, quello è stato il “delirio”, sempre undici metri, in quella che chiamano “lotteria” mentre invece è una gara di precisione e di tecnica, contano vari fattori, si sa, la freddezza, la padronanza di se stesso, la capacità d’essere “illeggibile” al portiere: e Lorenzo Insigne c’è riuscito ancora, pur avendo di fronte quel “mostro” di Buffon. Il distanziamento sociale dal gol per Insigne è di undici metri: ha segnato al Brescia, poi l’ha fatto alla Juventus e poi s’è messo a contare di nuovo, perché conviene sussurrarselo sinceramente, il gol su azione è altra cosa, proietta in una dimensione onirica diversa, riempie di sé una partita con un gesto e ora che Insigne s’è fermato il 26 gennaio, pure quella volta con la “Vecchia Signora”, ormai sono sei mesi (tutto compreso) ed è forse arrivato il momento di scongelarsi.
LUI E GLI ALTRI. Anche perché la compagnia si è svegliata, praticamente tutta assieme: Mertens, in realtà eternamente sveglio, ha approfittato dell’assist dello scugnizzo per pareggiare con l’Inter e poi si è messo in società con Fabian Ruiz contro la Spal; Callejon è uscito dal letargo; Milik ci ha dato di testa a Verona e anche Younes ha sistemato l’autografo domenica sera sulla partita. E’ un’annata un pochino paradossale, in cui il Napoli e Insigne non si sono negati nulla: ma esistono i margini per risistemarla, poggiando al fianco della Coppa Italia che sta in bacheca altro ancora, fosse pure una ulteriore briciola di gioia da condividere con Gattuso.
PER UN PALO. Insigne sa bene cosa sia il calcio, quando scende in campo la sorte, e la classifica dei calciatori che hanno colpito il maggior numero di pali o di traverse può semplicemente strappargli un sorriso: the winner is “il monello di Frattamaggiore”, che (quasi) stravince, avendone colpiti sei, uno in più di Mertens, due in più di Milik e Cristiano Ronaldo, hai detto niente. Però il cucchiaio di legno proprio no, sa di beffa da evitare.
VEDE DOPPIO. La stagione è soffocata pure nelle statistiche, ma c’è una luce in fondo a questo tunnel: nove reti e sette assist consentono di intravedere la possibilità di andare (come dicono nel basket) in doppia-doppia, che sa di iniezione di autostima personale e comunque servirebbe per lanciare quest’ultimissimo sprint. E nel suo piccolo a qualcosa serve: Insigne ci è abituato, ci è riuscito ripetutamente (dal 2015, ha saltato soltanto una stagione), e sa che ci sono numeri che racchiudono la cifra di un talento, la sua esuberanza e anche la generosità.
BERGAMOALTA. Dodici punti dall’Atalanta e dunque dal quarto posto: servirebbe un miracolo immediatamente per continuare a dare un senso alla speranza di avvicinare la Dea, per portarle via una qualificazione in Champions che sembra blindata. E comunque poi sempre c’è tempo per pensare al Barcellona, alla sfida con Messi, alla possibilità di risistemare pure i conti con il passato. «Noi non molliamo, perché consideriamo qualsiasi partita una finale». Atalanta-Napoli a modo suo lo è: sa di ultima chiamata. Ma poi la vita continua...: c’è anche il Camp Nou che l’aspetta.
IL TURN OVER NO. Squadra che vince non si tocca, semmai si ritocca: Gattuso la cambia un pochino, neanche tanto (Ospina per Meret, Di Lorenzo per Hysaj, Zielinski per Elmas), lascia che Callejon e Politano restino in ballotaggio (che fare, a destra: attaccare o contenere?) e consegna la corsia di sinistra a Insigne, che è escluso dal turn over. Anche perché all’Atalanta (in campionato) non ha mai segnato. Pure i grandi numeri a volte entrano in gioco.
In questa stagione 9 reti e 7 assist Contro i nerazzurri è ancora a digiuno
Gattuso lo tiene fuori dal turnover Il ballottaggio è tra Callejon e Politano