Corriere dello Sport

«LECLERC-VETTEL CHE SPETTACOLO»

Davide Valsecchi, in pista con Sky pronto per un Mondiale ricco di spunti «La Ferrari ha fatto la sua scelta ma se Seb azzecca il primo Gp che farà? Sarà come Hamilton al primo anno contro Alonso»

- Di Giorgio Burreddu

L’occhio di Davide Valsecchi è come uno scanner: dietro le persone vede i cuori, i sentimenti, i desideri. «Leclerc è bellissimo, in forma, ha fascino: ti piace per quello. Poi scende in pista e ti piace perché è veloce per natura. E poi arriva la gara: lì è cattivo, bastardo al punto giusto, è il contrario di quello che vedi fuori, e ti piace ancora di più. Ha la cattiveria dei campioniss­imi». Ma se la Ferrari e la cattiveria di Leclerc saranno abbastanza per battere il resto del circus è troppo da dire persino per lui. «Hamilton, Verstappen e Leclerc: dico questi tre». Di questa F1 che riparte, l’ex campione della F2, voce di Sky, ha tanto da raccontare: «Il mondiale? Abbiamo aspettato così tanto, ci sarà grande battaglia. Se Hamilton va subito in testa è un problema. Vince la prima gara e può già proiettars­i verso il successo. Si corre tanto, ci vorrà testa. I piloti sono fermi da troppo tempo, quindi mi aspetto degli errori. La malizia un po’ si perde, e qualche incidente, qualche errore ci sarà». Valsecchi il suo lockdown lo ha passato a Eupilio, con la bici, il lago e i boschi, e la fidanzata che aspetta un maschietto (nascerà a ottobre). «Dalla pandemia abbiamo imparato tutti molto. Ma i piloti di più. Quando è cominciato il casino erano in Australia, postavano foto dal mare, nessuno credeva a quello che poi è successo. Il virus ha inciso sulle vite di tutti. Anche io ho imparato tanto, a stare più tranquillo, a godermi i momenti: non sono cose da poco».

Con Vettel già ufficialme­nte in uscita, che stagione sarà in Ferrari? Anomala.

«Un po’ mi dispiace. Ma lo sport è competizio­ne e risultati. Come un lavoro, però estremo. Sei giudicato dai risultati. Leclerc lo ha bastonato, Vettel è arrivato dietro. Non so come faranno a gestirli. Avevano già fatto fatica l’anno scorso senza questa situazione. Adesso sarà durissima».

Perché?

«E se Vettel azzecca il primo week-end cosa fai? Non è così facile. E’ una di quelle cose che ci divertirem­o a vedere. Quando ci sono delle battaglie, quando si scannano, io mi diverto parecchio. E’ bello da vedere. Ma i problemi sono molti, questo senza dubbio. Hamilton al primo anno in F1 con Alonso, ricordi?».

Prego.

«Dispetti, casini, punzecchia­ture. Sarà lo stesso tra Vettel e il ragazzino. I casini già li abbiamo visti: Leclerc che rallenta a Monza, Vettel che non gli dà la posizione a Sochi, in Brasile si sono picchiati dentro. Insomma, sarà uno spettacolo».

Come se ne uscirà la Ferrari? «La sensazione è che conta tanto la macchina, se hai la macchina per vincere, loro due si scornano e vincono alla fine non fregherà niente a nessuno. Ma se arrivano dietro, rompono la macchina o cose del genere, allora sarà un bel problema. Dipende dai risultati. E la macchina conterà tantissimo. Se non vinci poi ti fanno un mazzo così».

Lei avrebbe puntato tutto su Leclerc?

«Una cosa bisogna ammetterla: la stagione scorsa ha avuto un suo seguito, un suo guizzo, anche per questo. La cosa che ha fatto funzionare bene la stagione è stata la Ferrari che ci ha puntato, ci ha creduto, ha preso un giovane, lo ha messo lì. Molti la F1 l’hanno seguita per Leclerc. Loro ci hanno beccato, quindi perché no. Adesso gli hanno fatto questo contratto lunghissim­o, di cinque anni, lo hanno eletto a nuovo Schumacher, e gli hanno messo la spalla perfetta, Sainz jr, uno tipo Massa».

E’ troppo fare un parallelo con Ayrton Senna, Leclerc ha qualcosa della sua personalit­à e del suo carisma?

«Dal punto di vista della guida non ne sono ancora sicuro. Ma quello che ha sorpreso più di tutto è che Leclerc ha battuto Vettel nel campo suo: nelle qualifiche. Charles ha questa dote, era la dote migliore di Senna. In questo gli assomiglia molto. E poi il

«Se la Ferrari va i piloti possono fare quello che vogliono Ma se sei dietro...»

fascino e lo charme. Io Senna non l’ho vissuto, ma era elettromag­netico, lo vedevi e ti innamoravi. E con Leclerc è lo stesso. Lo guardi, dici: “Oh, quello è un pilota di auto da corsa”, un attore o pilota di corsa superfamos­o».

E infatti... Allora cosa gli manca per arrivare al Mondiale?

«Un po’ di costanza. E l’anno scorso anche la macchina. Comincia a dargli quella, poi vediamo. La macchina fa il sessanta per cento.

Altra cosa: non commettere errori. Ma l’anno scorso Leclerc ha fatto il capolavoro. Il suo obiettivo era: prendersi tutto di Vettel, il contratto, la gerarchia, tutto. Ed era la prima stagione in Ferrari questo non ce lo dobbiamo mai scordare».

E Verstappen invece?

«Nella mia squadra ideale lui c’è. E’ particolar­e, caratteria­lmente è cattivo come una biscia, lui è il duro per eccellenza, in pista e fuori. Se vogliamo giudicare solo la guida, l’anno scorso Max ha fatto quella da mondiale. Lui e Hamilton. Alla fine ha vinto Lewis per la macchina. Quest’anno la Red Bull ci crede, ha queste prime due gare in casa, in casa del team, e ci saranno un sacco di olandesi. Un po’ di chance le ha, stiamoci attenti. Diventereb­be il più giovane di sempre».

E poi Raikkonen, tra i vecchi… «Mi sta molto simpatico, gli voglio bene. L’ho visto allenarsi, fa delle cose clamorose. E’ un po’ come gli anzianotti del pallone: fanno la differenza, non mollano. Lui ci crede. Ma se arriva davanti a Giovinazzi, Antonio finisce fuori. Quindi a Raikkonen gli tifo contro».

Pensa che Hamilton sarebbe capace di inginocchi­arsi per George Floyd se vincesse in Austria? «Ha le palle per farlo, sì. Lewis ha quel sentimento, è una cosa che lo squassa dentro, la sente. E se vince è giusto che faccia quello che si sente. Le ha cantate a Ecclestone, che è quello che lo ha reso un divo, una star internazio­nale. Hamilton non si farà problemi. A livello sportivo, poi, potrebbe essere uno stimolo anche più forte».

Canalizzar­e tutto, per diventare ancora più forte, per una causa. «E’ arrivato a una fase della sua carriera in cui gli servono motivazion­i. Una volta gli fecero pesare il fatto che l’avevano battuto a casa sua. “Abbiamo vinto a casa loro”, dicevano quelli della Ferrari. Dopo, Lewis li ha devastati. In Germania fece fare una figuraccia Vettel. Si autocarica, ha bisogno di stimoli. Ma quella della protesta è una cosa che va oltre, che tocca il suo animo. E’ l’unico ragazzo nero in un mondo fatto di bianchi. Penso che questa cosa l’abbia sentita dentro, nel profondo».

Senza pubblico in autodromo cosa mancherà alla F1?

«Negli ultimi due anni lo show è sempre stato incredibil­e. Concerti, cose pazzesche, il mondo lì a portata, un intratteni­mento stupendo, tanta gente in pista. E ovunque: Silverston­e, Austria, Ungheria, Monza. Mancherà l’atmosfera. La F1 è uno sport televisivo. Perdi qualcosa ma non così tanto».

Che scenario si aspetta in futuro?

«Guarda il calcio: sembrava una tragedia e si sono rimessi alla svelta. Faticheran­no. Dal punto di vista economico ci sarà qualche problema. Le modifiche ci sono, sono state fatte per adeguarsi ai tempi che corrono. I nuovi regolament­i saranno penalizzan­ti per i team. E' possibile che si punti di più sull'uomo, sui piloti, anche sui personaggi. Ma vedremo, perché dipenderà dall’evolversi della situazione».

Che cosa succede a un pilota dopo tanto tempo di stop?

«Ho parlato con i nostri: Giovinazzo e Leclerc non sono preoccupat­i di perdere velocità, Charles non è preoccupat­o. Dal punto di vista fisico sì. Per il collo, che è uno di quei muscoli che alleni in palestra, ma non è come correre. Se ti fa male quello non riesci a spingere».

«Hamilton cerca stimoli ma la sua battaglia contro il razzismo va oltre»

«A Raikkonen voglio bene però gli tifo contro: se va forte Giovinazzi rischia»

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LAPRESSE Davide Valsecchi con Lewis Hamilton (35 anni) campione del mondo in carica

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