«DUCATI RIPARTE COSÌ»
Milicia: «Il mercato è stato azzerato ma siamo solidi e in Cina abbiamo superato i numeri 2019»
«Niente sostituisce la visita “dal vivo” ma battiamo nuove strade per il futuro»
«I nostri clienti possono accedere alle concessionarie in piena sicurezza»
Due modelli per tornare a dare gas dopo la stop per il Covid e anche iniziative “virtuali” per configurare e acquistare la moto direttamente dal salone di casa
Ducati riparte dopo il blocco per pandemia presentando due nuovi modelli, una naked sportiva che punta tutto sulle prestazioni, sulla tecnologia legata all’aerodinamica e sull’elettronica - la Streetfighter V4 - e una classic che richiama al passato, la Scrambler 1100 Sport Pro. Due moto che puntano a raccogliere molti consensi tra gli appassionati e che permettono alla Casa italiana di guardare al “dopo” con una certa fiducia. Perché anche a Borgo Panigale gli affetti della chiusura si sono fatti sentire. Abbiamo interpellato a riguardo Francesco Milicia, VP Global Sales e membro del board di Ducati Motor Holding.
Qual è la situazione in Ducati e quella delle concessionarie? «Alcuni di noi non si sono mai fermati. Le situazioni all’estero sono molto diverse, alcuni hanno continuato ugualmente a lavorare nonostante il Covid. In azienda siamo lo stretto necessario per produrre le moto. Abbiamo avviato un protocollo ancor prima che questo fosse obbligatorio a febbraio, ciò è tornato utile sia nell’R&D sia a livello di linee di produzione».
Il blocco delle concessionarie ha comportato dell’invenduto. Qual è la prospettiva a breve e medio termine?
«Il mercato, lato concessionarie, è stato praticamente azzerato. D’altro canto abbiamo alcuni paesi che stanno andando molto bene, in Cina siamo già con numero di moto vendute superiore allo scorso anno, altri mercati hanno registrato finora un calo intorno al 30%, molto inferiore a quello che stiamo sperimentando in Italia con un valore totale inferiore al 50%. Abbiamo però una situazione molto positiva sul fronte ordini mondiale, superiore del 50% rispetto a quello che avevamo nello stesso periodo dello scoranno. Ciò è dato dall’apprezzamento che hanno avuto i nuovi modelli, su tutti la nuova Streetfighter».
E la situazione nei punti vendita? «Grazie a tutta una serie di iniziative di smaterializzazione e digitalizzazione del processo di vendita, che avevamo avviato già dallo scorso anno, i concessionari hanno continuato a lavorare con i clienti anche durante il blocco. Oggi si può acquistare una Ducati comodamente da casa configurandola, richiedendo la consulenza sia tecnica che finanziaria in videoconferenza. Questo è un enorme passo in avanti di cui possiamo beneficiare anche in futuro; ma non si vuole sostituire all’esperienza della visita in concessionario dove i nostri prodotti, le moto ma anche gli accessori e l’abbigliamento, si possono toccare».
Nellasecondapartedel2020siriuscirà
a recuperare il deficit che si è creato in questi mesi? «Ovviamente il Covid-19 inciderà in maniera significativa sui conti. Leggevo che i principali player mondiali, anche dell’auto, si dicono non in condizione di fare previsioni fino alla fine dell’anno e parlano di un calo degli utili del 80%. L’impatto ci sarà ma avere comunque un portafogli ordini così attivo rende fiduciosi. Ducati è una azienda forte e solida che ha generato profitti negli ultimi anni e che fa parte comunque di un grandissimo player internazionale; ciò ci permette di guardare al futuro con serenità».
Vi associate anche voi al grido d’allarme che ha lanciato ANCMA #usaledueruote per sensibilizzare il governo sulla possibilità di avere degli incentivi sulle Euro4 in vista dell’entrata in vigore dell’Euro5?
«ANCMA sta facendo molto bene il proprio lavoro e credo che sia indubitabile il fatto che la moto possa rappresentare per il futuro una delle risposte per potersi muovere in ambito urbano, in sicurezza. Abbiamo diverse indicazioni che quest’estate in molti sceglieranno le moto anche come strumento di viaggio. Il settore delle due ruote, essendo stagionale, sta soffrendo in maniera significativa. Dietro ogni concessionaria c’è una famiglia, è stato un periodo critico. Come Ducati, all’interno del programma Ducati Cares, vogliamo permettere ai clienti di accedere in sicurezza all’interno delle concessionarie. Il secondo pilastro, come detto, è la digitalizzazione del processo di acquisto. Terzo, supportare i clienti e concessionari con strumenti quali il Bike Value, la possibilità di prendere la moto con delle rate parso ticolarmente vantaggiose e dopo 24-36 mesi decidere se tenerla o sostituirla con un’altra. Per i neopatentati ci sono 1.000 euro di sconto sui nostri prodotti depotenziati. Lato assicurativo abbiamo le tariffe vantaggiose concordate con un importante Player del settore».
KTM e BMW hanno già annunciatochenonparteciperannoEICMA. «Stiamo facendo delle riflessioni al nostro interno e prenderemo una decisione a breve».
Il Covid lascerà dei segni oppure ritorneremo alla passione che avevamo prima?
«Lascerà dei segni. Basti ricordare che operiamo in un mercato che non ha ancora recuperato la botta del 2009. Fino ad allora le moto vendute sopra i 500 cc erano intorno al milione e quattrocentomila pezzi. Oggi siamo nella stessa situazione, credo che chi non avrà l’agilità e la capacità di adeguarsi al diverso contesto farà fatica a sopravvivere. Chi opera bene continuerà a fare bene, per altri sarà più difficile».