«DALLA GABBIA AI LIBRI»
Sakara: «Scrivo per far capire che non siamo solo animali. E che volendo si può arrivare dovunque»
Il romano ha pubblicato la sua prima fatica letteraria
Chiacchierare con Alessio Sakara è come lanciare un dado: non sai mai quale delle varie facce potrebbe uscire. Perché, a parte quella più nota del combattente, possono capitare quella dell'attore, dell'opinionista televisivo, del promotore della campagna contro il bullismo "Legio-scuole", dell'istruttore nella sua accademia online, dell'ispiratore motivazionale a cui già molti atleti e calciatori fanno riferimento. O, dulcis in fundo, dello scrittore.
Il libro "Ogni giorno in battaglia" della ROI Edizioni è la prima fatica letteraria di un gigante buono, che dietro quell'aspetto burbero e spigoloso nasconde un lato riflessivo e profondo. «Vuoi o non vuoi, per molti rimango quello che fa a cazzotti nelle gabbie. Così passa un messaggio diverso, cioè che non siamo solo degli animali. Anche se devo dire che in tanti lo hanno già capito».
Sakara, come ha vissuto questa nuova esperienza?
«Non solo mi è piaciuta moltissimo, ma ho già in cantiere altri tre libri. Logicamente scaglionati, ogni cosa ha bisogno del suo tempo per essere metabolizzata. Sono un grande amante della lettura e quindi sono felice se in parte posso ridare agli altri qualcosa di quello che ho avuto io».
Per questo ha scelto di raccontare la sua vita?
«Tutte le esperienze, soprattutto quelle traumatiche, mi hanno aiutato a diventare una persona molto più consapevole. Ovvio che quando combatti devi tirare fuori pure la parte "primitiva", perché di fronte a te c'è chi è pronto a tutto pur di portare a casa la vittoria. Ma ciò non significa che uno non sia razionale. Può sembrare strano, ma sono degli aspetti che ho studiato».
Parla dei tanti riferimenti a psicologia e mental coaching all'interno del libro?
«Esatto. Quando nel 2006 mi sono trasferito negli Stati Uniti, mentre in Italia si cominciava per la prima volta a parlare di PNL (programmazione neurolinguistica, ndr), io già seguivo dei corsi dal vivo. Sono sempre stato curioso, desideroso di scoprire cose nuove. Di recente ho anche imparato a guidare una barca a vela...».
Si mette sempre alla prova: è questo uno dei messaggi sui quali punta di più?
«Con la mia storia voglio far capire che qualunque sia la partenza, bisogna utilizzare quel poco che si ha a disposizione per farlo diventare un punto di forza, per non adagiarsi e tirare fuori gli attributi.
Quello che nel libro riassumo con una formula che mi sono inventato: "Dove non arriva la tecnica, arriva la preparazione atletica. Dove non arriva la preparazione atletica, arriva la borgata". Intendo la tigna, la voglia di arrivare, la fame».
È un peso per lei sapere che in molti la considerino un punto di riferimento?
«Al contrario, è uno stimolo. Il mio percorso deve incentivare i ragazzi a credere di poter realizzare ciò che vogliono. Oggi mi riempie d'orgoglio sentire gente che mi ringrazia, che mi dice che questo libro dovrebbe essere letto nelle scuole».
Ha parlato con Belen e Castrogiovanni?
«Tra poco finalmente ripartiremo per il quarto anno insieme nella trasmissione "Tú sí que vales". Castro lo conosco dal 2012. E pure Belen ha imparato a conoscerci, lei è veramente brava».
Da atleta come ha vissuto il lockdown?
«Mi sono allenato come sempre tantissimo, ho la fortuna di avere la palestra in casa. Mi sono perfezionato sia in piedi che a terra. Purtroppo è saltato l'incontro a maggio a Los Angeles. Ma anziché piangermi addosso, ho lavorato per uscirne fuori nel miglior modo possibile. In questi mesi chiuso in casa ho pure tirato fuori un'accademia online, "legiostyle.com", con studenti anche da Australia e Canada».
Come sarà lottare senza pubblico? «Sarà penalizzante per noi fighter e per i fan. Ma ci sono delle regole da rispettare ed è giusto così. Chiaro che non sarà la stessa cosa: il pubblico ci carica, a me in modo particolare».
I prossimi obiettivi?
«Il 10 ottobre Bellator torna a Milano. Ma sto anche lavorando per entrare in azione prima in America. Penso di avere altri 4 anni di carriera e voglio tentare la scalata al titolo Bellator, stavolta nella categoria dei 93 chili».
«Tutte le esperienze mi hanno fatto diventare più consapevole»
«La mia storia deve spingere i ragazzi a credere sempre in se stessi»