Osimhen scortato da Giuntoli DeLa vuole anche Magalhães
IL DS AZZURRO È RIMASTO A NAPOLI E HA MARCATO STRETTO VICTOR Cinquanta milioni più Ounas (valutato trenta) al Lilla per avere l’attaccante e il difensore
Enon ha visto il Cristo Velato e il Museo di Capodimonte, il Mann e il Palazzo Reale: in quarantotto ore scarse, d’un tour che era stato etichettato come privato e personale - diciamo turistico - non c’è stato né il tempo, né la possibilità; però può essere bastato cenare dal soggiorno di casa Gattuso con vista sul Golfo, e pure il giro in Piazzetta a Capri, via, niente male per convincersi che vedi Napoli e poi ne resti incantato. Victor Osimhen (22 a dicembre) ha scoperto il «suo» nuovo mondo, persino dorato, perché il contratto che l’aspetta è poi niente male, si viaggia al di là dei due milioni e mezzo di euro con bonus che porterebbero a tre, ed ha avuto modo di attraversare in un microcosmo che gli era sconosciuto e che ora l’attrae, epidermicamente, perché la vita è veramente meravigliosa, e mica oleografica, tra sole, pizze e pure i mandolini. Il calcio l’ha trascinato, improvvisamente, in questa nuvola azzurra che t’avvolge e dalla quale diventa poi difficile staccarsi, perché tra cielo e mare ci si perde in un orizzonte paradisiaco: e ora, avendo scrutato Napoli superficialmente, e però avendo scoperto che c’è tanto altro ancora, è complicato rinunciare così tanta bellezza. La differenza tra un sì e un no rimane sospesa tra quest'aria limpida che t’assorbe e la fuliggine del mercato che invece disorienta: le cartoline della memoria, quelle che Osimhen porta con sé, restano accattivanti, ma in questa storia insolita bisognerà consumare adesso un braccio di ferro tra Napoli e Lilla sino all’ultimo centesimo. Victor Osimhen è divenuto il principale obiettivo di Aurelio De Laurentiis, che ha adagiato ai lati della strada da percorrere Luka Jovic e Sardar Azmoun: ma nel Napoli da costruire, un ponte che colleghi direttamente con il futuro, c’è da riempire anche un posto proprio nel cuore della difesa, quello che Kalidou Koulibaly lascerà presumibilmente libero e che Gattuso vorrebbe consegnare (in competizione tra Manolas, Maksimovic e Rrahmani) a Gabriel dos Santos Magalhães (23 anni a dicembre), l’erede designato per fronteggiare le mareggiate.
SI TRATTA. Ci saranno giornate torride, con la colonnina del mercurio che diventerà però un aspetto secondario, perché Napoli e Lilla hanno cominciato a dialogare e stanno cercando quelle convergenze parallele utile a concludere quest’affare gigantesco: l’offerta di Adl è seducente, cinquanta milioni di euro, più Ounas, che viene valutato intorno ai trenta, in cambio del tandem Osimhen-Magalhães e d’una stretta di mano che ribadisca l’esistenza di un rapporto forte tra due club che hanno iniziato a chiacchierare un anno fa, a proposito di Pépé, e che poi si erano dati appuntamento, consapevoli che ce ne sarebbe stata l’occasione.
SENZA FRETTA. De Laurentiis e Osimhen, staff di manager compresi, hanno avuto modo di svelare le rispettive ambizioni e di pianificare un contratto che però adesso ha anche bisogno della «benedizione» del Lilla: però si sa come vanno a finire queste storie, in cui c’è eternamente il rischio di doversi imbattere nel desiderio smodato di capitalizzare. Ma c’è un ottimismo di fondo, una tentazione di fare in fretta, per evitare che s’avverta il rigurgito di «vecchi» pretendenti: e sarà per questo che Giuntoli, il diesse, non è andato a Bergamo, anche questo un aspetto insolito. Meglio accompagnare Osimhen fin sotto la scaletta dell’aereo privato, a Capodichino, ed evitare «assembramenti» futuri. Il viaggio di piacere finiva lì e un altro ne stava per cominciare.
Per il centravanti pronto un contratto di quasi tre milioni a stagione