Corriere dello Sport

Prima shock da capitano: Perotti, una follia da espulsione

Intervento durissimo su Becao La beffa in una sua intervista pubblicata proprio ieri mattina: «I campi di A? Da 3ª divisione...»

- di Giorgio Marota ROMA

La legge di Murphy è l’abc del paradosso e ieri si è abbattuta sulla Roma. «Se qualcosa può andar male, lo farà». Ed eccoci a una serata in cui tutto va peggio del previsto, disastrosa come l’intera giornata vissuta da Diego Perotti che a dir la verità aveva iniziato di buon mattino a far parlare di sé. L’intervista rilasciata a Espn Redes ha scatenato ironie e polemiche. Oltre a parlare dell’obiettivo Champions (sempre più un miraggio per i gialloross­i) il fantasista ha colto l’occasione per togliersi un sassolino dalle scarpe nei confronti di chi lo deride per i troppi infortuni. «I campi in Serie A sono un disastro - la sua giustifica­zione - vai a giocare col Milan e con l’Inter e sembra il campo del Deportivo Moròn, terza serie argentina».

IL ROSSO. Ma siccome la fortuna è cieca e la sfortuna purtroppo ci vede benissimo, il destino gli si è rivoltato contro poche ore dopo: sul prato dell’Olimpico, uno dei migliori, la sua partita è durata appena trenta minuti. Senza una logica apparente, il classe ‘88 si è reso protagonis­ta di un gesto che ha affossato le speranze di rimonta della Roma: con la squadra già in svantaggio, non è riuscito a frenare la corsa ed è entrato con il piede a martello sulla tibia di Becao, prendendos­i il rosso diretto. Nella foga agonistica del momento il calciatore non si è nemmeno accorto della gravità del fallo, mostrandos­i incredulo agli occhi dell’arbitro Guida. Se n’è andato negli spogliatoi sconsolato, mentre il team manager Gianluca Gombar cercava di fargli capire che l’espulsione non era poi così immotivata.

CAPITANO SFORTUNATO. Nella prima mezz’ora era sembrato tra i più in forma. La prima volta con la fascia di capitano al braccio andava onorata. Gli era già capitato di indossarla (quest’anno a Verona), però mai dal 1’ in una partita ufficiale: Perotti fu capitano in un’amichevole nel ritiro estivo 2017, a Pinzolo, pochi mesi dopo il famoso gol della qualificaz­ione in Champions nel giorno dell’addio di Totti; mentre nella passata stagione Di Francesco aveva deciso di affidargli la fascia in Roma-Entella di Coppa Italia prima che il numero 8 si facesse male nel riscaldame­nto.

ANNATACCIA. La sua espulsione ha condiziona­to ancora di più una Roma stanca e senza idee. Ed è un peccato perché Perotti stava finalmente recuperand­o posizioni nella gerarchia di Fonseca. Un anno fa era in pole: per tutto il precampion­ato l’argentino ha avuto un ruolo centrale – formando il trio alle spalle di Dzeko insieme a Ünder e Pellegrini – ma alla viglia dell’esordio stagionale contro il Genoa è stato fermato da una lesione miotendine­a al retto femorale. Fuori un mese e mezzo, è rientrato nello scialbo 0-0 in casa della Samp e, lentamente, ha iniziato a carburare. Tre gol per lui in Serie A (contro Verona, Spal e Juventus, tutti su rigore) tra dicembre e inizio gennaio, poi un trauma contusivo, i disturbi intestinal­i e qualche panchina l’hanno fatto scivolare di nuovo indietro. Come se non bastasse, quando è stato schierato titolare la squadra ha perso le partite sanguinose contro Bologna e Atalanta. Ieri l’ennesima notte da dimenticar­e. No, non è proprio l’annata di Perotti... e secondo i rumors di mercato potrebbe addirittur­a essere l’ultima nella Capitale.

Entrata a martello Poi, quasi incredulo, ha lasciato il campo con la testa bassa

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LAPRESSE Diego Perotti, 31 anni, lascia il campo a testa bassa dopo il rosso

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