Maldini, divorzio o colpo di scena
- Manca un mese e poi sarà rivoluzione totale al Milan. Arrivano sempre più conferme del cambio in panchina, il prossimo allenatore rossonero sarà Ralf Rangnick, e sarà un manager all’inglese. Oltre a lavorare sul campo con la squadra e ad imporre la sua filosofia a tutto il settore giovanile, Rangnick sarà anche dirigente. Sceglierà lui i giocatori e avrà parecchia influenza sul calciomercato in entrata e in uscita. Una figura incompatibile con l’attuale dirigenza, e in particolare con il direttore tecnico Paolo Maldini, già entrato più volte a gamba tesa su Rangnick con dichiarazioni pubbliche. Tra i due non c’è feeling perché Rangnick andrebbe ad invadere il raggio d’azione dell’ex capitano rossonero, che a sua volta è davanti ad un bivio. Maldini può scegliere di rimanere con un nuovo ruolo, meno operativo e più istituzionale, oppure andare via.
RIFLESSIONI. E nelle ultime settimane l’ipotesi che Paolo possa restare, ma non nelle attuali vesti, sta prendendo quota. Le indiscrezioni che filtrano da Milanello vedono le sue quotazioni leggermente in rialzo, ma per rimanere dovranno cambiare le condizioni. Non sarà più lui a fare il mercato, però Maldini potrebbe essere ugualmente un elemento di raccordo tra la squadra e la dirigenza, una bandiera che porti il Dna rossonero in giro per il mondo. Maldini era tornato al Milan dopo tanti anni di assenza per decidere le strategie e provare a ricostruire la squadra, ma dopo due anni i risultati non sono stati soddisfacenti. E con l’arrivo di Rangnick non avrà più questa possibilità, dunque sarà lui a scegliere di rimanere senza un ruolo operativo o andare via, ma difficilmente verrà licenziato da Elliott come successo a marzo con Zvonimir Boban. La palla passa a Paolo perché il tempo delle decisioni si sta avvicinando.