IL GOVERNO SPORTIVO RINVIA IL RICAMBIO
Coni e Federazioni vogliono aspettare il 2021, l’anno delle Olimpiadi «E’ una norma di buon senso» ma l’ultima parola spetterà al Ministro
Presidenti federali e governo Coni, non si cambia. Tutti in carica un anno in più. E' questo l'effetto del rinvio dell'Olimpiade di Tokyo all'estate del 2021, messo nero su bianco ieri da una delibera approvata all'unanimità dalla Giunta numero 1.102, la prima a svolgersi nel salone d'Onore e ratificata dal CN, il primo a riunirsi in presenza dopo il lungo lockdown.
Si tratta di una “norma transitoria” per il rinnovo delle cariche del quadriennio 20212024, resasi necessaria dall'emergenza Covid-19 e che consentirà a tutti gli organismi di celebrare le assemblee elettive in una finestra temporale più ampia che parte da settembre 2020 e avrà come termine ultimo il 17 ottobre 2021. «E' una norma di buon senso che tiene conto di istanze e aspettative, che garantisce alle federazioni che parteciperanno ai Giochi di Tokyo (che scatteranno ora il 23 luglio del 2021, ndr) di preparare al meglio i propri atleti e le proprie rappresentative, così come auspicato dal Cio nei confronti dei Noc», ha commentato il presidente Coni Giovanni Malagò al termine della Giunta. «Inoltre la finestra supplementare va a favore di quei presidenti il cui sport sarà a Tokyo ma che non hanno alcuna intenzione di ricandidarsi».
E' il caso del n.1 del pugilato, Vittorio Lai. In scadenza anche Alfio Giomi dell'atletica, intenzionata invece a soprassedere a dopo Tokyo 2021 nonostante i tre candidati già in campo per la sua successione. Nella Figc il probabile duello Gravina-Sibilia potrebbe andare in scena l'8 marzo 2021.
Ma il rinvio di fatto del rinnovo delle cariche non trova consensi unanimi e solleva alcuni aspetti giuridici legati agli statuti che da una parte seguono i principi della Carta olimpica che parla di un ricambio al termine di ogni olimpiade estive (che in questo caso si allunga a cinque anni) e dall'altra invece dovrebbero sottostare alla legge dello Stato, come la Legge Melandri del 1999 che fissa a quattro anni la permanenza in carica di presidenti e consigli nazionali.
Ma c'è una grossa incognita politico-legislativa sull'allargamento della finestra delle assemblee elettive. La delibera infatti è «da intendersi salvo diverse disposizioni da parte delle autorità di governo competenti». Il ministro Spadafora, che ieri ha confermato l'intenzione di arrivare ai decreti attuativi della riforma dello sport, quella che ha istituito con una legge delega “Sport e Salute” in sostituzione della “Coni Servizi”, entro il 31 luglio, gli stessi potrebbero includere nuovi limiti ai mandati o addirittura la incompatibilità di candidarsi a quei presidenti che ricoprono cariche politiche. Come è il caso del presidente della federnuoto Paolo Barelli (senatore di F.I e in carica alla Fin dal 2010), che proprio nei giorni scorsi ha indetto l'assemblea elettiva per il 5 settembre.
Cosa succederà alle assemblee già convocate qualora spuntassero dei paletti dalla nuova legge quadro sullo sport? «E' chiaro che ad oggi le assemblee sono convocate con le vecchie regole - ha chiarito Malagò - per questo abbiamo fissato Giunta e CN il 5 agosto in cui valuteremo i decreti nello specifico». Sui quali c'è ottimismo da parte del Coni circa la nuova pianta organica che ridarebbe autonomia e dignità all'Ente con soddisfazione del Cio. Ma al di là delle intenzioni di Spadafora di arrivare alla definizione dei decreti nei tempi stabiliti, non sono pochi coloro che temono un loro rinvio, per giunta in linea con l'iter rallentato dalle tante misure emergenziali. Tanto che nel nel “Cura Italia” sarebbe prevista una proroga di tre mesi per la definizione dei decreti attuativi. «Mi risulta - chiarisce Malagò in sintonia con Spadafora - che non ci sia l'intenzione di usufruirne: è una facoltà non un obbligo».
Il Coni invece dovrà convocare l'elezione di presidente e Giunta entro il 30 settembre 2021 e indire il rinnovo delle cariche entro il 31 dicembre del prossimo anno. Le autorità vigilanti ora hanno 20 giorni di tempo per ratificare o meno la delibera transitoria che diventerà effettiva in caso di silenzio assenso.
Il rinnovo delle cariche del prossimo quadriennio fino a ottobre 2021
In arrivo dal Ministero decreti con paletti a numero mandati e incompatibilità