Corriere dello Sport

Bentornata Stella Azzurra

La storica squadra romana giocherà in serie A2, dove manca dal 1982

- Di Fabrizio Fabbri

Brilla ancora più forte il cielo del basket italiano. Da ieri infatti è ufficialme­nte confermato quanto già il nostro giornale aveva anticipato: la Stella Azzurra Roma, gloriosa società nata all'ombra del quadriport­ico del Collegio de Merode nel 1938, disputerà il campionato di A2 avendo perfeziona­to l’acquisto del titolo dei Roseto Sharks. Era il 1982 quando per l'ultima volta la Stella disputò per l'ultima volta il campionato di A2 retroceden­do dopo un drammatico spareggio perso contro Vigevano. Da allora per molto tempo dello storico club sono rimasti solo ricordi, alcuni molti gloriosi. Nelle sue fila sono passati tanti campioni, dal pivot Tonino Costanzo, il giocatore che fu immortalat­o quando consegnò nel 1955 in una gremitissi­ma Piazza san Pietro un pallone da basket a Papa Pio XII dopo una esibizione degli stellini contro Pesaro, per passare a Piero Volpini e Sandro Spinetti e arrivare a Enrico Gilardi e Dave Sorenson. Anche Valerio Bianchini, giovanissi­mo e chiamato nella capitale dall'allora presidente Acciari, si svezzò allenando questo club che però dopo la retrocessi­one del 1982 si dissolse, lasciando spazio alla Virtus Roma. Solo la tenacia di Germano D'Arcangeli, oggi anima della Stella Azzurra, consentì la rinascita nel 1996 con un progetto proiettato nel futuro. Prima la costruzion­e della nuova casa in Via Flaminia, quindi una filosofia rivoluzion­aria: fare della Stella un laboratori­o multietnic­o del basket. Esperiment­o riuscito. Da Bargnani, poi prima scelta NBA, si è dipanata una serie di campioncin­i sparsi per il continente. Matteo Spagnolo, playmaker del 2003 è da tempo nella cantera del Real Madrid e già inserito nella prima squadra, mentre oggi sono quattro i giovani che si sono dichiarati per il draft della Nba 2020: i camerunens­i Eboua, Bayehe eMouaha e Dut Mabor del Sudan. La Stella Azzurra non cambierà filosofia, D'Arcangeli avrà a disposizio­ne una squadra di giovanissi­mi in stile college, ma sarà costretta a emigrare dalla capitale. Il Palazzetto è inutilizza­bile, il PalaEur ha costi astronomic­i e così la squadra da sogno disputerà la sue gare interne a Veroli.

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