SCOSSA GATTUSO «NAPOLI, REAGISCI»
La sconfitta con l’Atalanta non va proprio giù: Rino pretende subito una risposta All’allenatore non è bastato strigliare i suoi dopo la partita («Non ammetto cali di tensione»), ieri ha continuato
No, neanche ieri l’ha smaltita. La serataccia con l’Atalanta ha lasciato segni sull’umore di Gattuso. Legittimamente: e non è che il problema più grande sia stato la sconfitta, anche se ovviamente ha sbriciolato le ultime micro speranze di agganciare il quarto posto che vale la Champions, ora a -15 punti, bensì è stato l’atteggiamento del Napoli ad aver infastidito Rino: tant’è che ha strigliato a dovere i suoi sia a Bergamo negli spogliatoi dopo la partita, a caldo, sia ieri. Non gli è passata subito, e non potrebbe essere altrimenti, e tra l’altro questo sembra l’unico modo per forgiare carattere e anima: che devono essere quelli di una squadra vincente e dunque affamata. Sempre.
«Non ammetto cali di tensione», il concetto espresso pubblicamente e poi in privato. Magari con parole più incisive, sì, ma poco cambia: l’input è quello. E dovrà essere recepito al volo, già domani con la Roma. Servono risposte immediate che facciano bene alla dignità e alla personalità, e soprattutto alla crescita: e non è mica un capriccio, macché, è proprio l’unica chiave utile ad aprire le porte del futuro. E ad affrontare nella maniera giusta la partita in Champions con il Barça. Alla Gattuso.
COSÌ NON VA. E allora, il giorno dopo. E poi anche il giorno stesso della prima sconfitta post lockdown, dopo due vittorie in campionato con Verona e Spal e soprattutto la conquista della Coppa Italia, che sommata a quella con il Lecce fanno due in quattordici partite. Dalla rivoluzione successiva alla debacle con la Fiorentina al San Paolo, per intenderci: il vero spartiacque. Ecco, da quel momento il Napoli aveva cominciato a giocare un calcio più vicino alle idee del nuovo allenatore e soprattutto aveva cominciato a mordere avversari e partite con la fame di chi sa che la classifica e i risultati collezionati fino a quel momento, oltre a qualche problema di tipo caratteriale e di gruppo, stonavano enormemente con le qualità degli elementi della squadra. Molto elevata, inutile girarci intorno. Ed è proprio questo, l’aspetto che ha fatto incavolare Gattuso a Bergamo: «L’errore ci può stare, ma poi bisogna reagire. E invece abbiamo sprecato tempo ed energie a discutere. Troppe chiacchiere, troppi lamenti». E poco fuoco negli occhi.
VERSO BARCELLONA. La brace nello sguardo, invece, l’ha accesa Rino sia subito dopo la partita con l’Atalanta, sia ieri al rientro al centro sportivo di Castel Volturno: porta chiusa dello spogliatoio dello stadio e tutti in silenzio ad ascoltare il tecnico, giovedì; e poi ripassata di concetti in sede, a due giorni dalla prossima partita.
Con la Roma, domenica al San Paolo: il primo di nove esami, di nove test che dovranno portare il Napoli con un’ottima pagella alla trasferta più prestigiosa della stagione, in programma al Camp Nou con il Barça tra il 7 e l’8 agosto. Prima di allora, gli azzurri dovranno lavorare e soprattutto migliorare gli aspetti che a Gattuso non vanno giù, e dunque innanzitutto l’atteggiamento.
LA ROMA. Tutto chiaro? Certo, e non potrebbe essere altrimenti: capitolo aperto e chiuso. E riflettori puntati sulla Roma, attesa al San Paolo domani: inutile dire che Rino si aspetta, e anzi pretende una partita degna delle precedenti sotto il profilo dell’applicazione e della concentrazione. Del carattere. Mentre per quel che riguarda la formazione è scontato il ricorso al turnover: non sarà eccessivo, certo, ma le problematiche relative alla sequenza ravvicinata degli impegni impone dei cambi. E il primo sarà Manolas (al posto dello stremato Maksimovic): un ex affamato di calcio.
L’errore ci può stare ma l’atteggiamento non è affatto piaciuto al tecnico
Contro la Roma l’occasione per il riscatto, prima della sfida al Barça