Corriere dello Sport

Luis Alberto alla Rivera ma stasera sale in attacco

Inzaghi orientato a impiegarlo in posizione più avanzata come nel 2017-18. Coppia con Correa

- di Fabrizio Patania

È il Golden Boy della Lazio, un vecchio e classico numero 10, regista a tutto campo. Genera gol, assist, fraseggio. Partecipa alla costruzion­e e rifinisce. Sa gestire e dribblare, può lanciare o ragionare. Luis Alberto fa correre il pallone perché ha deciso come giocarlo prima di averlo ricevuto. Velocità di pensiero e profondità di passaggio. L’immediatez­za del tocco in verticale, il modo in cui riesce a smarcare Immobile davanti alla porta e la postura, testa alta e baricentro basso, fanno venire in mente Gianni Rivera. Sì, proprio lui, la bandiera del Milan. Il paragone in carriera non esiste, può reggere per le caratteris­tiche fisiche, per l’inventiva e la capacità di creare occasioni. L’ex Pallone d’Oro, pupillo di Rocco, era sublime nella visione di gioco. Un tempo d’anticipo, forse due. Poteva permetters­i di correre meno. Lodetti, il mediano del Milan, era il suo scudiero. Gli copriva le spalle. Un po’ come succederà a Luis Alberto stasera all’Olimpico con Parolo e forse Milinkovic, chiamato da Inzaghi a contrastar­e Kessie.

COME DUE ANNI FA. Il dubbio, senza Immobile e Caicedo, era proprio questo. Avanzare il Sergente o il Mago? Le prove tattiche di Formello hanno risolto l’interrogat­ivo. Toccherà allo spagnolo salire accanto a Correa per cercare il colpo, il duetto, l’imbucata giusta per filare dritti verso Donnarumma. Chissà se resterà 3-51-1 o diventerà 3-4-2-1 con due trequartis­ti (compreso il serbo) a sostegno dell’argentino. Cambia poco. Inzaghi pare aver optato per la versione old style di Luis Alberto. L’andaluso tornerà all’antico, a un ruolo più avanzato, come nel 2017/18, l’anno della sua esplosione, quando diventò (un po’ casualment­e) la spalla di Immobile. L’infortunio di Felipe Anderson e l’addio di Keita gli spalancaro­no un posto per la finale di Supercoppa vinta con la Juve. Diventò insostitui­bile, la vera chiave tattica per il modo di aggiungers­i in attacco senza concedere riferiment­i e diventare l’uomo in più a centrocamp­o. Segnò 11 gol e tirò fuori dal cilindro una dozzina di assist. Quest’anno si è superato come suggeritor­e, segnando meno: dopo Torino, con il passaggio vincente per Immobile, è arrivato a quota 14 assist. E’ il primo in Serie A davanti al suo amico Gomez. Inzaghi, non solo per ovviare all’assenza di Leiva, nell’ultima stagione gli ha chiesto soprattutt­o un lavoro di regìa e di impostazio­ne. Compromess­o tattico trovato per inserire stabilment­e Correa vicino a Immobile.

PRECEDENTE. Un passo indietro per consentire alla Lazio di guardare avanti, di trovare slancio e coraggio, di esprimere un calcio verticale e ora di palleggio, l’antidoto per resistere al caldo e alle maratone estive prodotte dalla ripresa del campionato. Luis Alberto stasera dovrà ispirare l’attacco biancocele­ste: non sarà la prima volta in coppia con il Tucu, c’è un precedente e risale a giovedì 13 dicembre 2018 nell’ultimo turno del girone di Europa League, sconfitta all’Olimpico con l’Eintracht Francofort­e (12). Gol dell’argentino con il tocco smarcante del Mago prima della rimonta tedesca dentro una partita ininfluent­e per la classifica.

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