I presidi possono convertirle subito in aule
(gio.mar.) «A settembre si torna a scuola in presenza e in sicurezza» ha detto nei giorni scorsi la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina. Ma leggendo le nuove linee guida alle società sportive è venuto un sussulto. Il testo pubblicato il 26 giugno stabilisce infatti la necessità di maggiori spazi per le lezioni al fine di «rispettare il distanziamento previsto dal Comitato tecnico-scientifico (1 metro di distanza fra le “rime buccali degli alunni”)». Le palestre potrebbero essere convertite in aule dai presidi, aprendo una duplice problematica: la sospensione dell'educazione fisica (con conseguenze per il benessere fisico degli studenti) e l'estromissione dagli impianti delle società sportive, che spesso di pomeriggio diventano importanti agenzie educative togliendo i giovani dalle strade. «Questa è una scuola ottocentesca dove la priorità è studiare sui libri, privando i ragazzi dell'attività motoria» ha denunciato Cattaneo (FIPAV). Il Ministero ha messo a punto un sistema informatico che incrocia i dati relativi ad aule, laboratori, palestre disponibili con il dato degli studenti e la distanza da tenere. Questo strumento consentirà di individuare, scuola per scuola, le priorità di intervento e gli alunni a cui sarà necessario trovare nuovi spazi. Le famose classi-pollaio non esisteranno più, ma lo sport di base trema.