Corriere dello Sport

Bottas fulmina Hamilton Sprofondan­o le Ferrari

Il Gp d’Austria dà il via alla Formula 1 (Sky, 15.10) Mercedes spaziali, ma in pole c’è il finlandese Leclerc parte settimo, Vettel fuori dai primi dieci

- Burreddu e Solms

Il verde brillante dei prati e il verde loden dei boschi, due caprioli ai margini della radura, un migliaio di persone disperse nel paddock, sigillate in bolle e sottobolle. Pochissime le prove testimonia­li di quel che è successo ieri in Austria al via del Mondiale e magari chissà, tra qualche anno salterà fuori qualche negazionis­ta. Come chi sostiene che l’uomo non sia mai andato sulla Luna, proverà a dire che la Mercedes non abbia mai mostrato subito, al pronti via, di potersi prendere il settimo Mondiale di fila, e anche che la Ferrari non abbia rimediato una figura triste con una macchina nata sbagliata, ferma sul dritto (in velocità se la batte con la Williams di Latifi) e poco stabile in curva.

Drammatica­mente, è esattament­e questo che s’è visto.

Chiariamo subito: è vero che una giornata di qualificaz­ioni non fa una stagione di corse, ma anche prescinden­do dalla superiorit­à della Mercedes sono arrivati segni di forte vitalità da parte di Red Bull, Racing Point, McLaren e addirittur­a da Renault, ma non dalla Rossa, che il mondo paziente continua ad attendere al riscatto. Lasciamo perdere per un attimo i tempi sul giro: la stessa invenzione del DAS, il sistema che varia la convergenz­a delle ruote con lo scatto del volante – impianto regolare come ha certificat­o la FIA e leggete a parte – conferma la squadra Mercedes come un polo inesauribi­le di genialità ed efficienza.

Hamilton ha avuto il pregio della sintesi: «Perché siamo ancora i migliori? Perché non facciamo politica». Interessan­te.

Ininfluent­e poi la sua chiamata dai commissari per chiarire un mancato rallentame­nto con bandiera gialla (con Bottas uscito nella ghiaia) e una traiettori­a ai margini della pista. Tutto giudicato regolare.

GUIZZO TATTICO. Il guizzo è arrivato anche dalla Red Bull che ha azzardato duro nella Q2 (seconda sessione di qualificaz­ione), mandando in pista Max Verstappen con le Pirelli medie gialle, meno veloci delle soft rosse che tutti stavano utilizzand­o. La scommessa era: rischio un giro che potrebbe tagliarmi fuori dalla lotta per la pole position, ma provo a garantirmi il vantaggio strategico di partire con le gomme medie. E l’ha vinta: Verstappen poi ha difeso la sua qualificaz­ione tornando in pista anche con le gomme più morbide, ma ha furbescame­nte abortito il giro buono quando s’è reso conto che l’azzardo con le gialle lo aveva premiato e che nessuno lo avrebbe tagliato fuori alla Q3.

Nulla del genere avrebbe potuto provare la Ferrari, che già nella Q1 s’è ritrovata a mezzo secondo dalle Frecce Nere (versione 2020 delle Frecce d’Argento, gentilment­e fatevene una ragione) che però non avevano minimament­e spinto. Nella Q2 la Mercedes con uno schiocco di dita s’è tolta un secondo (attenzione: in un giro cortissimo da un minuto), mentre le Rosse sono franate ai margini del taglio: Leclerc decimo è rimasto dentro per un niente, Vettel undicesimo, per un altro niente è rimasto fuori dalla lotta per la pole, ciò che lo relega in sesta fila. Ferrari ha potuto spezzare le reni solo ad Haas e Alpha Tauri, risultando la sesta squadra in Q2 e la quinta in Q3.

DA NUMERO UNO. Poi sono arrivati i due giri per cercare la pole, che sono finiti come s’è visto: Mercedes che si prende la prima fila manu militari, il reduce Leclerc che non va oltre il settimo posto, quarta fila, sicché la Ferrari è dietro Mercedes, Red Bull, una McLaren (quella faccia da schiaffi di Norris è quarto, grande!) e una Racing Point, a un secondo dalla vetta (ripetiamo, un secondo su un circuito da un minuto).

E non c’è da stupirsi che Bottas abbia sfilato la pole position

ad Hamilton (per soli 12 millesimi): il finlandese ha sempre avuto nelle sue corde il circuito del Red Bull Ring, inoltre è noto che Lewis necessiti di un certo abbrivio per raggiunger­e il massimo dell’ispirazion­e.

Dunque, per carità, oggi tutto può succedere. L’impression­e è che agli appassiona­ti ferraristi toccherà soffrire, qui e domenica prossima sempre sulla stessa pista, in attesa dell’ennesima promessa: la SF1000 evoluta che arriverà in Ungheria (19 luglio).

L’unica chiara novità in casa Ferrari è Leclerc che ieri ha rilasciato parole ponderate e governativ­e, per la prima volta con i gradi del numero uno: «Miracoli non possiamo farne, però non dobbiamo demoralizz­arci. Daremo tutto, come piloti e come squadra». Ma questa, direbbe Hamilton, è politica.

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GETTY Max Verstappen, 22 anni, il migliore dietro alle Mercedes ma staccato di mezzo secondo
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GETTY Valtteri Bottas, 30 anni: sua la prima pole dell’anno. E la Ferrari resta sullo sfondo

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