Corriere dello Sport

Un network internazio­nale come col Bfc

«All’Inter la famiglia Zhang mi trattò più che da re, andai via per impazienza, ma avevano ragione loro»

- Di Claudio Beneforti c. ben.

Walter Sabatini tra il mondo Suning di Inter e Jiangsu e il Bologna, ma se James Pallotta non gli avesse messo i bastoni tra le ruote probabilme­nte per l’attuale coordinato­re delle aree tecniche di Bologna e Montreal Impact oggi non si incrocereb­bero passato e presente. E’ il 12 marzo 2016, Inter-Bologna finisce 2-1, gol di Perisic e D’Ambrosio per i nerazzurri e di Brienza negli ultimi attimi per i rossoblù. E' anche la notte degli infortuni di Mauro Icardi e Mattia Destro nei primi 15 minuti e l’ultima partita da responsabi­le dell’area tecnica del Bologna di Pantaleo Corvino. Che due giorni più tardi ufficializ­zerà il suo addio. Già da alcune settimane viene accostato il nome di Sabatini al Bologna, Claudio Fenucci lo vuole di nuovo accanto a sé dopo la Roma, e una volta andatosene Corvino non ci pensa su neanche un minuto. Fenucci e Di Vaio incontrano Sabatini, che si dimostra disponibil­e e informa entrambi che farà tutto il possibile per liberarsi dalla Roma. Nel corso di questo colloquio i tre parlano anche di programmi e di mercato. Accade che l’attuale responsabi­le dell’area tecnica dei gialloross­i presenta le sue dimissioni a Pallotta, che gliele respinge nonostante che il rapporto tra loro sia ormai ai titoli di coda e, a quel punto, il Bologna è costretto a mollare Sabatini. Non può più aspettarlo. A Casteldebo­le arriva qualche settimana più tardi Riccardo Bigon. Per la cronaca solo il 7 ottobre 2016 Sabatini rescinde il suo contratto con Pallotta.

IL VULCANO SABATINI. Siamo a pochi mesi dall’abbraccio tra Suning e Sabatini. Alcuni emissari legati a calciatori acquistati dallo Jiangsu prospettan­o a Zhang Jindong la possibilit­à di portare in Cina l’ex direttore tecnico della Roma, la famiglia Zhang prende tempo e informazio­ni, poi entusiasta per il modo di interpreta­re il calcio di Sabatini decide di assumerlo come coordinato­re dell’area tecnica di Suning Sports Group, di cui fanno parte lo Jiangsu e l’Inter. E’ il 10 maggio 2017. Certo, come quasi sempre succede nei primi tempi sono tutte rose e fiori, la passionali­tà e l'entusiasmo contagioso di Sabatini

travolgono anche l’equilibrat­o Zhang Jindong. Piaccia o non piaccia Walter è il solito vulcano in eruzione, sempre estremamen­te decisionis­ta, con quel suo carattere stracarico di istinto che non vuole mai rimandare a domani quello che può fare oggi. Massara diventa direttore sportivo dello Jiangsu, dove poi sbarcherà Fabio Capello come allenatore, all’Inter arriverà Luciano Spalletti, che per Sabatini è un autentico genio del calcio. Poi ecco che con il passare dei mesi cominciano gli attriti, non dimentican­do anche il cambiament­o dei programmi, figlio delle restrizion­i

BOLOGNA. Sono i giorni in cui lo Jiangsu tratta l’acquisto di Roger Martinez, attaccante colombiano del ‘94, nell’operazione lavora anche Rocco Dozzini, collaborat­ore italiano di Fernando Felicevich (che è l’agente anche di Pulgar e che ha strettissi­mi rapporto con Medel).

Ebbene, c’è chi assicura che sia stato proprio Dozzini ad aprire la strada con direzione Suning a Walter Sabatini, che diventa ufficialme­nte il coordinato­re dell’area tecnica di Suning Sports Group il 10 maggio 2017.

Va sottolinea­to come sia l’incarico che l’ex politiche. E secondo lo stesso Sabatini questo è un particolar­e che alla fine della fiera farà la differenza. All’Inter saltano gli arrivi di Pastore, Emre Mor, Salcedo e del giovane Pellegri, al tempo stesso saltano anche gli acquisti di alcuni giocatori che Sabatini vorrebbe portare allo Jiangsu.

SCONTRO TRA FILOSOFIE. Sì, all’atto pratico siamo allo scontro tra due vere e proprie filosofie di vita e di lavoro ed ecco che inevitabil­mente dopo l’amore iniziale sia il mondo Suning che Sabatini cominciano a porsi degli interrogat­ivi. Certo, anche se sia costruttiv­o andare avanti o se è meglio dirsi addio. C’è poco da fare, se vuoi convivere bene con gli Zhang devi saperti adeguare al loro trend, non puoi invadere il campo e non puoi neanche pretendere che dall’oggi al domani facciano operazioni e prendano decisioni senza averci riflettudi­rettore tecnico della Roma aspettava da tempo, credendo fortemente nell’idea di poter costruire un network internazio­nale tra squadre di calcio di differenti Paesi. Sia la famiglia Zhang che Sabatini ci mettono tanta buona volontà per far diventare estremamen­te costruttiv­o questo rapporto, ma succede che inevitabil­mente con il passare del tempo affiorano gli attriti, figli non solo di una filosofia diversa ma anche di caratteri opposti, riflessivo quello di Zhang Jindong e istintivo quello di Sabatini. Con il senno del poi era difficile che questo rapporto potesse durare anche solo un anno. Non a caso si interruppe il 28 marzo 2018 con le dimissioni di Sabatini. to su. Avrebbero mai potuto essere Zhang Jindong e Steven Zhang istintivi come è da sempre Sabatini? No, mai, impossibil­e. La separazion­e con tanto di dimissioni da parte di Sabatini arriva il 28 marzo 2018. E' questo il motivo per il quale l’ex coordinato­re del Suning Sports Suning e attuale coordinato­re delle aree tecniche di Bologna e Montreal Impact dichiarerà a mente fredda di essersene andato per impazienza. «E’ stata colpa mia, avevano ragione loro, ho avuto la fretta di voler fare tutto subito. Zhang mi faceva sentire un imperatore, ma io avevo solo un desiderio, quello di costruire una grande Inter, pensavo solo a quello. E’ vero che chiedevo investimen­ti forti, e davanti all’indugio mi sono tirato indietro, non volendo tradire la fede dei tifosi. Comunque, al di là di come è andata, nell’idea di un network internazio­nale ho sempre creduto e continuo a credere, spero che al Bologna si possa realizzare».

Finì tutto perché la proprietà cinese e il Guru avevano tempi e filosofie diverse

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