Corriere dello Sport

Vettel: «Insoddisfa­tto» Leclerc: «Serve lavorare»

Binotto: «Inutile nasconders­i È stata una qualifica deludente»

- Di Giorgio Burreddu

È come un cazzotto, una bastonata. Charles Leclerc prova a metterci la faccia da bravo ragazzo, da divo di Hollywood, ma le parole sono spine e fanno male: «Purtroppo la situazione è questa. Bisogna lavorare e costruire per il futuro una macchina migliore, demoralizz­arci non serve». Lui settimo, il nemico di squadra Vettel eliminato in Q2. Non proprio le previsioni che il mondo della Ferrari coi suoi sogni e i suoi lustrini si aspettava per questo GP d’Austria, per questa stagione che annunciava meraviglie e invece porta il fardello della consapevol­ezza. Di non essere sprint, né veloci come i ferraristi volevano. Certo, dice Leclerc, «la gara non è qui, non è qui che si fanno i punti». Perché domani è sempre un altro giorno, ma è oggi che la Ferrari deve scappare dai suoi incubi. Mattia Binotto ha ammesso: «Sapevamo che sarebbe stato un inizio difficile e la qualifica è stata deludente, inutile nasconderl­o».

MIRACOLI NO. Oggi la rossa manca sui rettilinei, ma anche in curva non è granché. Lo hanno detto un po’ tutti in casa Ferrari, ma è questa arrendevol­ezza che segna una stagione attesa, sognata, smontata in qualche giro. «Miracoli non ce ne saranno - dice ancora Leclerc - sarà difficile, proveremo a ottenere il miglior risultato possibile e lavorare al meglio per le prossime gare. Possiamo migliorare e lottare con qualcuno che ci sta davanti, ma non ancora con la Mercedes. Daremo tutto, noi piloti e la squadra, per provare a risafuori lire la classifica».

La macchina è nove decimi più lenta del 2019, e anche questo è indice di lavoro da fare. E poi c’è da gestire il duello interno. Vettel che non renderà la vita facile a Charles anziché pensare di renderla difficile a Hamilton. Punti di vista. Leclerc prova a dare pennellate di positività: «Non è ovviamente il risultato che speravamo, non siamo assolutame­nte dove vogliamo essere, ma dobbiamo continuare a lavorare in gruppo, provare a trovare quei piccoli dettagli che fanno la differenza, perché al momento sono tutti vicini».

DUBBI. Vettel invece rientra ai box con il casco, ciondola, scuote la testa, dice no, no, non è così che doveva cominciare. L’undicesimo posto brucia, anche perché a buttarlo dal turno di qualifica è stato proprio Leclerc. Per ora Vettel non va oltre i commenti: «E’ una sorpresa. Questo è ovvio. Pensavamo di avere qualcosa di più in tasca. Probabilme­nte gli altri sono andati in modo più conservati­vo nelle prove rispetto a noi». La critica è forte, dura, «non sono stato contento dell’auto». Sarà un mondiale lunghissim­o. «Avevamo più sovrasterz­o nell’ingresso di curva rispetto a quello che piace a me. In gara la partita sarà diversa e molto più lunga». Ma il nodo è la monoposto, attorno a quello ruota tutto. «In configuraz­ione da gara la macchina credo sia un po’ meglio e saremo lì - dice Vettel -, cercheremo di giocarci le nostre carte. Sul passo gara siamo vicini alla Racing Point e più veloci della McLaren».

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GETTY Sebastian Vettel, 33 anni, ha aperto la stagione in modo amaro

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