AMARO INZAGHI «MA LA LAZIO NON MOLLA»
L’allenatore incassa il ko ma non si arrende «Una sconfitta pesante, decisivi un tiro deviato e un rigore Non posso fare rotazioni, anche Correa è ko, ma ci rialzeremo»
Si sono arrampicati fino al miracolo, non mollando mai. Hanno retto finché hanno potuto, hanno lottato. Le smorfie di dolore, di dispiacere, sono la fotografia della notte di ieri. La delusione era visibile negli occhi di tutti. In panchina, durante il secondo tempo. A fine gara, rientrando negli spogliatoi. In tribuna, dove erano presenti Immobile e Caicedo, i grandi assenti (squalificati), e il capitano Lulic (infortunato storico). Inzaghi ha provato a rincuorare i suoi uomini, comunque eroi: «Sappiamo qual è il percorso che abbiamo fatto e non abbiamo nessuna intenzione di mollare, dobbiamo continuare ad andare avanti. Probabilmente adesso perderemo anche Correa per infortunio, dovremo ripresentarci in campo cambiando qualche uomo. Ho potuto variare pochissimo in 4 partite». Inzaghi era rimasto senza registi, ha dovuto far giocare Leiva per forza, scegliendolo rispetto a Cataldi (altro infortunato). Non ha avuto neppure più santi in paradiso e in queste condizioni è stato impossibile tenere il ritmo della Juventus, salita a più 7: «E’ una sconfitta che pesa per la classifica, per la nostra rincorsa. Avevamo delle difficoltà oggettive, non siamo stati fortunatissimi negli episodi, nel cercare di farli girare a nostro favore. Abbiamo preso gol su deviazione, poi su rigore. Quando potevamo riaprire la partita, portandola sull’1-2, è capitata quella palla di Luis Alberto. E’ stato fischiato il fuorigioco e dopo poco abbiamo preso il terzo gol. E’ una sconfitta pesante, ma non molleremo niente. Cercheremo di recuperare gente che adesso non può aiutarci. Non posso fare rotazioni e giocare 4 partite in neppure due settimane è stato difficile. Guardiamo a Lecce».
LO SPIRITO. Non basta avere grande coraggio, il destino ha cospirato ai danni di Simone e della Lazio: «Correa, con Caicedo e Ciro disponibili, non avrebbe giocato. Si era fatto male pochi giorni prima di Bergamo, aveva avuto un problema ad un polpaccio, a fine primo tempo mi aveva chiesto il cambio.
Convive con un problema, ha dovuto stringere i denti come Leiva. Adekanye ho provato a rischiarlo, decidendo in mattinata. Abbiamo tante problematiche che in questo momento non ci volevano. Mi spiace non poter avere Marusic, Lulic, Luiz Felipe. A fine primo tempo Milinkovic e Correa mi hanno detto che non stavano bene, sapevo che dovevo togliere Leiva. Ribaltare la partita, contro un Milan così, era difficile». Simone ha spiegato le mosse tattiche: «Con il cambio tra Luis Alberto e Milinkovic, schierando lo spagnolo di nuovo a centrocampo e il serbo in avanti, cercavo qualcosa di diverso. Se in settimana avessi avuto Adekanye, probabilmente avrei messo lui in avanti, giocare senza riferimenti in attacco è complicato». E’ vero, la Juve è a più 7, ma la Lazio è a più 20 dal quinto posto della Roma. Questo vuole dire che la Champions è vicinissima. Era il grande obiettivo stagionale e sarà centrato.
TARE. Prima della partita aveva parlato il diesse Tare, sognava un altro successo: «La parola d’ordine è continuità, dopo la vittoria della Juve dobbiamo vincere con il Milan perché ci può dare la continuità che serve in questo momento difficile, pieno di infortuni. Chiunque giochi deve dare il massimo, solo con la vittoria possiamo restare in scia. Dobbiamo sfruttare al massimo questa gara». La vittoria non è arrivata, la sconfitta è stata pesante. Scudetto o meno, questa Lazio fa credere ai miracoli, già ne ha fatti tanti.
2 Sconfitte nelle ultime quattro giornate per la Lazio, quante ne aveva subite nelle prime 26 gare di campionato