Corriere dello Sport

È UNA JOYA AVERE ANCHE HIGUAIN

Gonzalo contro il Milan, l’unica squadra in cui non ha sfondato. Sarri da lui vuole i gol della fuga «Gli faccio sparare tutto, vediamo dove arriva»

- di Filippo Bonsignore

Vai Pipita, tocca a te. La squalifica di Dybala priva la Juve dell’uomo più in forma e più decisivo, insieme a Ronaldo, in questa ripresa post Covid ma, al tempo stesso, regala una grande chance a Higuain. Gonzalo partirà per la prima volta titolare da quando il campionato è ripartito e lo farà in una gara fondamenta­le nell’economia della corsa scudetto e che storicamen­te non può essere banale. Per il bomber lo è ancora di più, visto che è l’incrocio con una parte del suo passato decisament­e avara di soddisfazi­oni. E allora, luci a San Siro per il suo secondo ritorno stagionale da avversario contro il Milan. Nell’andata delle semifinali di Coppa Italia l’argentino non aveva inciso dopo essere entrato a metà ripresa. Stavolta vuole recitare da attore protagonis­ta: c’è da avvicinare la Juve al traguardo tricolore, c’è da voltare pagina e lasciarsi definitiva­mente alle spalle i mesi complicati della pandemia e i tanti pensieri che lo hanno condiziona­to.

PREMESSE. Le premesse ci sono tutte, come lo stesso Higuain ha mostrato e spiegato dopo il debutto post pandemia con il Lecce. Una manciata di minuti e subito gol, per riprendere il discorso che si era interrotto a metà gennaio in Coppa Italia contro l’Udinese. Da tanto, infatti, non faceva centro. Il Pipita è apparso immediatam­ente sul pezzo, sintonizza­to sulla stessa lunghezza d’onda dei compagni, motivato e voglioso di dimostrare di essere ancora importante. Le inquietudi­ni del lockdown, con le vicende familiari che lo avevano allontanat­o con il pensiero dal prato verde, ora sono lontane. Così come il problema muscolare che lo ha frenato alla ripresa, facendogli saltare i 180 minuti di Coppa Italia con Milan e Napoli e il Bologna. «Ho cambiato qualcosa nella mia mente - ha spiegato dopo la rete al Lecce -. Mi sono messo subito a disposizio­ne per finire alla grande questa stagione. La squadre, il mister, la società e i tifosi mi sono stati vicini e mi hanno spinto a questo: ho capito che la squadra aveva bisogno di me e mi sono messo d’impegno per finire la stagione come si deve. Da profession­ista, per una società che mi ha dato tanto: era giusto che mi mettessi in moto». Adesso è il

momento di alzare i giri del motore, non più da subentrant­e ma da titolare.

E San Siro è il luogo giusto. Perché, se con la maglia rossonera le gioie sono state poche, con quella bianconera i ricordi recenti sono dolcissimi. Riavvolgia­mo il nastro al 29 aprile 2018: Higuain firma il 3-2 in rimonta sull’Inter che fa perdere lo scudetto in hotel al Napoli e a Sarri, ricucendol­o sul petto della Signora. La storia si è ripetuta il 6 ottobre scorso, sempre con i nerazzurri, sempre nella stessa porta, con la rete da tre punti nel primo scontro diretto della stagione.

TENUTA. L’unica incognita, al momento, è la tenuta fisica di Gonzalo, che non ha ancora disputato una partita intera dopo la ripresa. «Non so quanto giocherà - ammette Sarri -. L’importante è che possa farlo, poi vediamo quello che ci dà. Quando finirà la benzina, cercheremo altre soluzioni. Prima, però, facciamogl­i sparare tutto e poi vediamo. Certo è che ci servirà tanto in questa fase finale». Con Higuain, il tecnico ritroverà un riferiment­o centrale “vero” in attacco e potrà riproporre il tridente di riferiment­o su cui ha basato i pensieri tattici da inizio stagione. Vale a dire Douglas Costa-Higuain-Ronaldo. Si torna all’antico per mantenere il ritmo di sempre, vincere e avvicinare lo scudetto. Vai Pipita, tocca a te.

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L’11 novembre 1918 la Juventus passa 2-0 a San Siro. Higuain, allora in rossonero, sbaglia un rigore con il Milan sotto di un gol e poi viene espulso per un’accesa protesta nei confronti dell’arbitro Mazzoleni. Ma il rosso non lo calma, come si vede nella foto. Avrà due giornate di squalifica
GETTY IMAGES Il giorno dell’ira L’11 novembre 1918 la Juventus passa 2-0 a San Siro. Higuain, allora in rossonero, sbaglia un rigore con il Milan sotto di un gol e poi viene espulso per un’accesa protesta nei confronti dell’arbitro Mazzoleni. Ma il rosso non lo calma, come si vede nella foto. Avrà due giornate di squalifica

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