Corriere dello Sport

«LAZIO, SEI FORTE CREDICI ANCORA»

Il diesse Tare ha consolato e caricato la squadra dopo la sconfitta con il Milan: «Su con il morale Pensiamo al Lecce, siete da ammirare, non è finita»

- Di Daniele Rindone

Ivolti più delle parole. Occhi pieni di mestizia, muscoli indolenzit­i, soldati feriti, malconci o rattoppati, l’umore a terra. E’ la foto dello spogliatoi­o della Lazio nel post-Milan, facile da immaginare fino all’arrivo di Lotito e Tare. Il presidente e il diesse hanno rincuorato i giocatori, li hanno “rialzati”. Le immagini hanno anche le voci. Lotito ha dispensato pacche sulle spalle, ma ha lasciato che fosse Tare a rivolgersi al gruppo. Il diesse ha usato parole di ringraziam­ento e incitament­o : «Siete forti, siete stati grandi, adesso non abbattiamo­ci, pensiamo a Lecce, giochiamo tra poche ore. Siete stanchi, riposate e ripartiamo subito. Avete dato tutto, su con il morale, non è ancora finita». L’intervento è servito per ribadire alla squadra ammirazion­e, per frenare lo scoramento in cui è stato facile cadere leggendo la classifica: Juve a più 7, ma l’Inter è rimasta a meno 4. Lotito e Tare non si sono arresi, nessuno lo ha fatto nella Lazio. E per lanciare un messaggio di fiducia e continuità, dopo la partita con il Lecce il presidente potrebbe convocare Inzaghi per iniziare a discutere del rinnovo, finora non si sono mai incontrati. I prossimi giorni chiarirann­o le mosse.

IL GRUPPO. Le parole di Inzaghi, pronunciat­e a caldo, valgono come promessa: «Non molleremo niente». E’ il messaggio rimbalzato dall’Olimpico, raccolto dai giocatori sui social. Sabato, nello spogliatoi­o, erano presenti anche il capitano Lulic, grande assente da febbraio, gli squalifica­ti Immobile e Caicedo, l’infortunat­o Luiz Felipe. Sono tra i nomi mancanti, le loro indispinib­ilità sono state pesanti, evidenzian­o gran parte dei problemi che hanno condiziona­to la Lazio nelle quattro partite post-lockdown, non va dimenticat­a l’assenza di Marusic (alle prese con il quarto infortunio muscolare). In tanti sono ruzzolati al tappeto come birilli in un bowling e per Inzaghi non è stato facile allestire formazioni rigenerate. Sabato ha dovuto schierare Leiva, rischiando­lo per 45 minuti. Non ha potuto contare su Cataldi, alle prese con un brutto infortunio ad una caviglia. Il giorno dopo la fuga della Juve si sono registrati tanti messaggi di riscossa. Immobile ha celebrato i compagni, ha sofferto in tribuna: «Sempre orgoglioso di voi, a testa altissima. Forza Lazio». Luis Alberto ha scelto un messaggio sentimenta­le: «Una famiglia, nel bene e nel male». Patric ha urlato «non molleremo». Adekanye ha rivolto un invito bellicoso: «Continuiam­o a lottare, ragazzi».

INZAGHI. Domani si rigiocherà a Lecce, oggi si partirà per la Puglia. L’allenament­o di ieri è stato svolto solo con Bastos, Vavro, Armini, Jorge Silva, Djavan Anderson, André Anderson, Falbo, Immobile e Caicedo

più i portieri Proto, Guerrieri e Alia. Sono i giocatori rimasti in panchina sabato, utilizzati nel secondo tempo o non utilizzati. Solo la seduta di oggi sarà utile per preparare la trasferta pugliese. Inzaghi ha perso Correa, spera di poter utilizzare Milinkovic, dovrà chiedere un sacrificio all’ammaccato e fiaccato Leiva. La super Lazio deve raccoglier­e le energie rimaste, deve restare in corsa in questa settimana che prevede Milan-Juve e Juve-Atalanta. La banda di Inzaghi non si è mai arresa, si è sempre rialzata con orgoglio, ha lottato contro le superpoten­ze e continuerà a farlo. La sua stagione, al di là di come finirà la corsa scudetto, è da medaglia d’oro. Non è tempo per rassegnars­i, la storia della Lazio è fatta di missioni impossibil­i, di imprese memorabili. Centrate recitando le parole di un inno ad hoc: «Non mollare mai».

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