Corriere dello Sport

CALLEJON MAGICO DIVORZIO DIFFICILE

Ottantadue­simo gol per lo spagnolo in 341 partite Gioca in regime di prorogatio (contratto scaduto il 30 giugno) ma resta un punto di riferiment­o anche nel Napoli di Gattuso

- Di Fabio Mandarini

Sì, d’accordo, è arrivato anche un gol in più, il numero 82 in totale, ma tutto sommato José Maria Callejon è sempre stato uno degli uomini maggiormen­te amati dal San Paolo sin dal suo arrivo. Sì: il popolo azzurro lo voleva e lo vuole ancora. Spera ancora nel suo rinnovo proprio come i suoi colleghi e anzi come lui stesso: José vorrebbe continuare la vita napoletana, inutile girarci intorno. Lo vorrebbe in prima persona e lo vorrebbe anche la sua famiglia. Le cose però sono così, complesse, complicate, e al momento la trattativa per il prolungame­nto del contratto, scaduto il 30 giugno e poi prorogato per due mesi a fronte di un’assicurazi­one, è bloccata. Ferma. Paralizzat­a. Il problema? Il tempo. Maledetto tempo che passa. Perché sia chiaro: il Napoli vorrebbe anche tenerlo, con Gattuso in testa a fare da sponsor per mille motivi - tecnici, tattici e umani -, ma il club pensa che non sia possibile andare più in là d’un anno, con al massimo l’opzione per il secondo. No, non va bene per lui: vorrebbe due, come minimo, al medesimo stipendio. E così, le alternativ­e. Cioè gli eredi: da Ilicic a Bernardesc­hi, nell’ambito dell’affare che potrebbe portare Milik alla Juve, passando per Under. Tutti talenti. Alé. Ma la gente ama Callejon.

IMPRESCIND­IBILE. E allora, la storia dell’imprescind­ibile che all’improvviso è diventato cedibile. José Maria Callejon Bueno, una specie di robot: uno che dalla stagione 2013-2014 ha colleziona­to 341 presenze e 82 gol tra il campionato, la Champions, la Coppa Italia e la Supercoppa e che fino a ieri, in sette anni, non ha mai saltato un solo appuntamen­to per un problema fisico. Qualsiasi: neanche un raffreddor­e, neanche l’influenza. Mai. Una specie di macchina perfetta, almeno dal punto di vista atletico, che tra l’altro da Rafa a Gattuso, passando per Sarri e Ancelotti, ha sempre scalato le posizioni e sommato presenze fino a guadagnare anche un’incoronazi­one inequivoca­bile. «L’unico di cui probabilme­nte non posso mai fare a meno è Callejon». Parola di Sarri, tecnico che nelle prime settimane del proprio incarico spiegò addirittur­a di non ritenerlo incedibile. Salvo poi rimangiars­i tutto.

PLEBISCITO E RINO. Con il giocatore andaluso, del resto, va così: in tanti hanno pensato di poter soprassede­re, di poter impiegare altri elementi al suo posto, ma poi è finita sempre che a giocare è stato lui. Con tutti: fase offensiva e difensiva, fino a innescare una sorta di moto popolare. Sì: è un plebiscito, tutti vogliono, anzi vorrebbero che Callejon restasse ancora a Napoli. A lottare con il Napoli. A mettere in fila l’ottavo anno proprio come Mertens, il gemello acquistato all’epoca del Benitez parte prima che come lui ha compiuto 33 anni. Ma che a differenza del collega ha appena firmato un rinnovo da due (stagioni) più una. Niente male. E ora? Beh, chissà. Proprio Dries, e anche gli altri amici, cioè compagni, stanno provando a convincere José a restare ancora qui. Alle condizioni di De Laurentiis, per il momento, ma poi si sa: le cose nel Napoli cambiano in fretta. Magari sull’onda di Gattuso. Proprio lui: Rino è un grande estimatore di Callejon. E di battaglie, Mertens compresa, ne ha già vinte anche in azzurro.

Sarà di De Laurentiis l’ultima parola per il rinnovo del contratto

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Jose Maria Callejon, 33 anni, del Napoli dopo il gol realizzato alla Roma

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