Gol di Papetti e Donnarumma
Il Verona usa il fioretto. Il Brescia fa roteare la mazza. E colpisce duro dopo un primo tempo nel quale la squadra di Juric dà l’idea che la tappa di Brescia sarà semplicemente una formalità nel viaggio verso l’Europa. Un’impressione appunto. Perché i ragazzi di Lopez, in senso stretto visto che il tecnico uruguaiano, colpa anche degli infortuni, sta lanciando nella mischia baby presi di peso dalla Primavera, che magari qualche volta commettono errori ma non sanno cosa significa gettare la spugna e hanno tutte le buone intenzioni per dimostrare che la nottataccia con l’Inter è già alle spalle. Per tutti i primi quarantacinque minuti il Verona fa girare bene la palla e ogni azione tutti o quasi i cross pennellati verso la porta bresciana, fanno correre lunghi brividi nella schiena di Joronen e soci. E, quando la Maginot sembra sul punto di sgretolarsi, ci pensa il portierone islandese a togliere le castagne dal fuoco.
CAMBIO DI PASSO. Ma la musica all’inizio di ripresa è completamente diversa. La squadra di Lopez
strappa dalla mani dei veronesi il filo del gioco. Così al minuto numero otto Papetti (diciotto anni due giorni fa) lasciato in perfetta solitudine in piena area, realizza con un potente colpo di testa su angolo di Tonali.
Il Verona impiega un quarto d’ora per lasciarsi alla spalle il torpore, riprende a dirigersi vero la porta del Brescia, ma con meno velocità, geometrie meno impeccabili e, quando si sente il profumo del gol, ci pensa Joronen. Al terzo dei sei minuti di recupero, il piede di Donnarumma si materializza al centro dell’area. Silvestri è battuto per la seconda volta. Per il re dei bomber dello scorso campionato di B si tratta del terzo centro nelle ultime quattro partite. Balotelli è sempre più lontano.