Corriere dello Sport

Leclerc fa il fenomeno

Primo Gp post Covid a Bottas: il principino chiude secondo grazie a un finale da urlo che maschera i guai della Ferrari La F1 rende omaggio a Floyd, ma Charles non s’inginocchi­a

- Di Fulvio Solms

«I sorpassi all’esterno sono sempre rischiosi, ma io ho lasciato a Hamilton molto spazio: stava a lui evitare il contatto»

Non è la cosa giusta da fare, ma la tentazione è troppo forte. Ogni volta che un giovane pilota mostra cose nuove, scatta la caccia al predecesso­re. Tizio non sarà mai Tizio fino che non vincerà un Mondiale, piuttosto ricorderà Caio. Ecco: Charles Leclerc forse non è il nuovo Hamilton perché ieri, più che altri, ha ricordato Fernando Alonso. Il primo segnale dello strambo Mondiale cominciato a luglio è questo: un giovane che guida una macchina forse da settimo-ottavo posto, ma cava il sangue dalle rape e chiude secondo, non senza una dose di meritata fortuna. Dietro alla Mercedes che pur imperfetta è micidiale: quella di Bottas, che in Austria concede sempre poco. Leclerc soffre, s’attacca alla radio per capire dagli ingegneri come compensare i difetti della Rossa, ma resta il più redditizio. Fin qui, l’aspetto positivo della questione.

CARENTE OVUNQUE. Il vero problema è la SF1000, un progetto carente da qualsiasi parte lo si guardi: è ferma in rettilineo perché le doti velocistic­he del 2019 sono state soppresse dalla ricerca di un carico aerodinami­co che però non paga in curva; il motore non spinge, dunque avanza lo sgomento in vista del GP Stiria (domenica prossima, stessa pista), ma anche dell’Ungheria, dove arriverà un’evoluzione ma non ci sono tratti veloci per mostrarlo, e anche in vista del 2021 in costanza di regolament­o tecnico.

Ieri al Red Bull Ring in una gara thrilling con tre safety car che hanno offuscato la superiorit­à delle Frecce Nere, la Ferrari è stata sostanzial­mente non protagonis­ta. Scena impostata su un duello Mercedes-Red Bull. I bibitari hanno lanciato il guanto di sfida già un’ora prima del via, fornendo filmati sul mancato rallentame­nto di Hamilton nelle qualificaz­ioni e chiedendo alla FIA di rivedere la decisione neutra di assoluzion­e del campione in carica, presa sabato. La giuria ha valutato e ha ribaltato la decisione, arretrando Hamilton

di tre posizioni al via (da 2º a 5º) con due punti di penalità sulla superlicen­za.

Dopo pochi giri marcamenti chiari: Bottas difende la pole da Verstappen scattatogl­i al fianco, poi Hamilton con Albon dietro. Ma proprio mentre prova a organizzar­si per il sorpasso che lo renderebbe leader, Verstappen sente il motore tossicchia­re e spegnersi, ammutolito dal sistema anti-stallo. Riesce a riaccender­lo, rientra al box per un tentativo di riparazion­e ma niente, chiusa lì.

ANCORA LEWIS. Le sorti bibitare restano in mano ad Albon, altro ragazzino di quelli di qualità: a dieci giri dalla fine il thailandes­e prova a passare all’esterno Hamilton, che lo butta fuori facendolo girare (da 3º a 13º). E ciò schiude la porta al caleidosco­pio di sorprese degli ultimissim­i giri, quanto mai premiante per la tenacia di Leclerc. A meno sette giri, Charles si mangia Norris (McLaren) salendo quarto, e mette Perez (Racing Point) nel mirino. Lo prende dopo due giri, diventa terzo mentre la giuria commina cinque secondi di penalità a Hamilton per la toccata con Albon (incidente identico a quello del GP Brasile 2019, ma a posizioni invertite, con colpa sempre di Lewis), ciò che mette virtualmen­te il ferrarista al secondo posto, e Norris pure lui in zona podio, se conterrà in cinque secondi il suo distacco da Hamilton... Ce la fa per due decimi appena ed è la sua prima volta.

Hamilton soffre e sbaglia in una domenica in cui la Mercedes ha preoccupaz­ioni sul cambio, messo a dura prova dalle vibrazioni sui cordoli: la squadra raccomanda ai suoi due piloti di starne alla larga (e meno male). Quindi abbiamo una Mercedes che ancora zoppica e vince, una Red Bull che si rompe ma è assolutame­nte competitiv­a, mentre McLaren e Racing Point hanno compiuto un grande passo avanti. La Ferrari no: se ha Leclerc a bordo sta a galla, se invece c’è Vettel sempre alle prese con i suoi spettri (al meglio ottavo, poi ha tentato di inserirsi con poco criterio in un duello Leclerc-Sainz, ha urtato la McLaren, è franato 15º), è dietro, un punticino alle spalle dell’Alfa Romeo di Giovinazzi. L’altra Alfa, quella di Raikkonen, perde pericolosa­mente una ruota mal fissata ma lasciamo perdere, che siamo già sufficient­emente mesti.

Alex Albon, 24 anni, Red Bull

«Ancora una collisione con Albon! Per me è stato solo un incidente di gara, accetto la penalità e andiamo avanti»

Lewis Hamilton, 35 anni, Mercedes

«Avrei potuto lottare per vincere, o facilmente salire sul podio. Bene che ci sia una ripetizion­e della gara domenica prossima»

Max Verstappen, 22 anni

Seb va contro Sainz che lo sostituirà, Lewis sbatte di nuovo fuori Albon

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GETTY Kimi Raikkonen impotente dopo aver perso la ruota anteriore destra
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