Corriere dello Sport

CONTE: L’INTER MERITA DI PIÙ

Dalla lite con Juric all’amarezza a fine gara «Abbiamo preso gol sull’unico tiro del Verona nel secondo tempo Non posso dire nulla ai ragazzi»

- Di Pietro Guadagno

Raccontano che, dopo la sconfitta con il Bologna, le urla di Conte abbiano fatto tremare i muri di San Siro. Ma se la risposta dei nerazzurri è stata quella che si è vista nel primo tempo del Bentegodi, allora è lecito pensare che le comunicazi­oni tra il tecnico i suoi giocatori non funzionino più come mesi fa. Un’Inter troppo brutta, ma vera, perché era la stessa del primo tempo con il Parma. Come al Tardini, però, anche ieri era riuscita a ribaltare tutto, grazie ad un avvio di ripresa sprint di Candreva, tra i più in difficoltà nella prima frazione. Solo che l’ha fatto troppo presto. Tanto che il Verona è riuscito a strappare il pareggio, approfitta­ndo di una squadra ormai sulle ginocchia. E, in questo senso, per nulla aiutata da Conte che ha aspettato il 70’ per il primo cambio. Per poi non andare oltre il terzo (Eriksen per Borja Valero), ma solo all’88’….

PUNTIPERSI­STUPIDAMEN­TE. E così, invece di lottare per lo scudetto fino alla fine, dopo 6 gare disputare post-lockdown, l’Inter si ritrova quarta, a 10 punti dalla vetta, ma soprattutt­o scavalcata dall’Atalanta. In più si è confermata una tendenza che va avanti ormai da tutta la stagione, ovvero l’incapacità di tenere il risultato. Con i 2 di ieri, infatti, sono diventati 20 i punti lasciati per strada in situazioni di vantaggio. In sostanza, se i nerazzurri non chiudono le partite, poi c’è l’alto rischio di venire rimontati. «Sono numeri che fanno riflettere e che ci devono spingere a lavorare ancora di più – ha provato a spiegare Conte -. Abbiamo lasciato per strada punti in maniera stupida, altrimenti avremmo un’altra classifica. Bisogna imparate a gestire certe situazioni. Oggi (ieri, ndr) non ho nulla da rimprovera­re ai miei giocatori per impegno e voglia. E alla fine avremmo anche meritato di vincere, perché il Verona, nel secondo tempo, ha tirato una sola volta, trovando il gol peraltro dopo un fallo laterale. Ora non penso al futuro, ma a fine anno faremo delle consideraz­ioni. A tutti piacerebbe vincere, ma occorre capire quanto si è vicini o quanto si è lontani. Qualcuno potrebbe pensarla in maniera diversa». Un pizzico di preoccupaz­ione per Lukaku, uscito per un colpo all’adduttore: «Speriamo non sia nulla di grave. Domani (oggi, ndr) le sue condizioni andranno verificate», ha ammesso Conte.

CHE LITIGIO. Il livello della tensione, nel primo tempo, era talmente alto che c’è stato pure spazio per un litigio a distanza tra Conte e Juric. Tutto è nato per un fallo fischiato a Lukaku. Il tecnico nerazzurro ha subito protestato, ripetendo più volte: «Ma che fallo è?». All’allenatore gialloblù, però, non è andato 3-4-1-2 già che nessun componente della squadra arbitrale andasse a redarguire il collega e si è lamentato a sua volta. E allora Conte è scattato nuovamente: «Juric non rompere il c...o e stai muto». Il battibecco si è esaurito solo dopo l’ultima replica del tecnico creato («Stai muto tu, ma come ti permetti?») e, finalmente, un intervento del quarto uomo. Per l’Inter, però, il peggio doveva ancora venire.

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ANSA Antonio Candreva cerca di mettere pressione a Federico Di Marco

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