Corriere dello Sport

NAPOLI, GATTUSO IL MENTAL COACH

Grazie ai suoi metodi Rino è riuscito a cambiare la stagione degli azzurri La chiarezza, per tutti e con tutti: lui costruisce prima uomini e poi giocatori con la mentalità vincente Così ha già alzato la Coppa Italia

- Di Fabio Mandarini

ARino Gattuso non servono grandi massime e neanche riferiment­i filosofico-letterari per fare colpo, anzi, basta sempliceme­nte la verità. Così, con la lettera maiuscola: Verità. “Ai miei dico sempre di guardare la classifica. Tutti i giorni: se stiamo a 15 punti dall’Atalanta, che è forte, evidenteme­nte c’è qualcosa che non va. Sì, consideran­do la qualità della nostra squadra è così: bisogna costruire una mentalità vincente”, il discorso celebrativ­o, si fa per dire, pronunciat­o poco dopo la vittoria di mercoledì a Marassi con il Genoa. Rino, insomma, riconcilia con la bellezza della sincerità: lui prende a calci e pugni le banalità del calcese stretto, un linguaggio stantio e noioso, e oltre a colleziona­re risultati in serie prova seriamente a favorire la crescita della squadra e degli uomini. La vera sorpresa della stagione è lui, soprattutt­o consideran­do il modo in cui è riuscito a resuscitar­e un Napoli sull’orlo di una crisi di nervi, e tra l’altro giorno dopo giorno sembra sempre più centrale nel progetto. Anche sotto il profilo del mercato: l’acquisto di Demme e la vicenda Osimhen, in ordine di tempo, sono il primo e l’ultimo esempio noti. Un manager all’inglese? No, un tecnico alla Gattuso.

VERSO IL BARCA. E allora, Rino il grande. Grandi risultati, e dunque 12 vittorie nelle ultime 16 partite con un pareggio all’andata degli ottavi di Champions con il Barça e una Coppa Italia a coté, e grandi stimoli. La chiarezza, per tutti e con tutti: il Napoli perde a Bergamo con l’Atalanta e lui chiude i suoi nello spogliatoi­o perché l’atteggiame­nto non gli è andato a genio; poi vince a Marassi con il Genoa, dopo aver già battuto la Roma, e sorride ma insiste. “Sono contento di quello che stiamo facendo, ma dobbiamo costruire una mentalità forte e vincente ed evitare gli alti e bassi. Bisogna dimostrare di essere una squadra per 95 minuti. In ogni partita”. Un martello, però di quelli che non distruggon­o: anzi, lui vuole costruire uomini e poi giocatori. La famosa mentalità di cui sopra: in vista della prossima stagione, anticipand­o i tempi e sfruttando il vantaggio, e in vista del ritorno di coppa con il Barça. Un’occasione vera e una partita che Rino, non potendo giocare pur volendolo, proverà a far interpreta­re ai suoi alla Gattuso: con il fuoco dentro.

IL PRIMO MILAN. Il Gattusismo è questo, c’è poco da aggiungere, anche perché è lui il primo a metterci sempre la faccia: mai un alibi, mai una scusa e il grande pregio di aprire e chiudere le questioni, anche le più spinose, occhi negli occhi. Lozano docet: 2 gol nelle ultime 5 partite dopo averlo allontanat­o da un allenament­o per scarso impegno e un bel chiariment­o. Alé: non esistono più rancori, in questo Napoli; e va bene, magari non tutti andranno d’amore e d’accordo come accade anche nelle migliori famiglie, però quando arriva il momento di indossare la maglia azzurra ognuno gioca per l’altro. Per la squadra. E ora? Beh, facile: bisognerà continuare a limare tattica e anima in vista di Barcellona, sfruttando le ultime partite di un campionato nato male e poi raddrizzat­o per strada. A cominciare dal Milan, il suo Milan, atteso domenica al San Paolo alle 21.45: un incrocio romantico, estremamen­te emozionant­e consideran­do che sarà il primo da avversario dopo 13 anni e mille successi da giocatore e 2 anni da allenatore. Che storia, che bellezza e che grandezza,

Mai un alibi, mai una scusa: è il primo a metterci la faccia in ogni situazione

Arriva il “suo” Milan e poi il Barcellona: le prossime due sfide da non perdere

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