Governo senza strategia e soldi L’auto farà da sè
Mentre il Governo ancora non ha varato un provvedimento utile per la ripresa, il mercato dell’auto è in grande sofferenza. Forse qualcosa si è mosso a livello di Commissione Bilancio ma il Parlamento ancora non delibera. In ogni caso dalle voci che trapelano, sarà un provvedimento tampone fino alla fine dell’anno, che tuttavia non affronta i temi strategici alla base della trasformazione del mondo dell’auto. L’impressione che si ricava in Italia, a differenza di altri Paesi europei, è che non si sia compreso quanto trainante possa essere per l’economia del nostro Paese un mercato ed un’industria dell’auto floride ed in crescita. Il Governo probabilmente incentiverà l’acquisto di vetture elettrificate ma anche termiche euro 6. Questo riguarderà una parte del mercato ma non tutto. Se poi si allarga l’orizzonte e si valuta quale effetto pratico possa avere l’incentivazione delle vetture elettriche, quelle con la spina, o le ibride con la spina che al mattino possono percorrere alcune decine di chilometri in trazione puramente elettrica, si rimane al palo, perché non ci sono abbastanza punti di ricarica. Non è stata formulata una chiara strategia, nè sono stati stanziati fondi per consentire il passaggio , graduale ma costante dalle vetture benzina e Diesel, alle elettriche. Inoltre non si parla neanche di come il Paese si voglia attrezzare per produrre in proprio le batterie che sono il motore delle vetture elettriche. Insomma siamo indietro, come al solito, rispetto ai Paesi trainanti in Europa. Ce lo possiamo permettere? Certamente no. Stiamo rischiando di scivolare in basso nel panorama automobilistico europeo e mondiale. Il Paese della Ferrari, della Maserati, della Fiat 500, insomma il Paese con un DNA solido e storicamente riconosciuto per la mobilità a quattro e a due ruote, per non parlare dei veicoli pesanti, che non conta più nulla nè dice più nulla di innovativo per quanto riguarda la mobilità. Tutto ciò è triste e inaccettabile. Non possiamo equipaggiare le Ferrari e le future Maserati elettriche con motori, ovvero batterie, che vengono dalla Cina. È un errore strategico con gravi conseguenze economiche. Non rimane ancora molto tempo per mettere riparo a queste mancanze. Un azione di coordinamento e di medio respiro è dovuta da subito.