Corriere dello Sport

La Consulta “piccona” il Decreto sicurezza di Salvini

Incostituz­ionale il divieto di iscrizione all’anagrafe dei migranti: per la Corte c’è una irragionev­ole disparità di trattament­o

- Di Francesca Fanelli

Fanelli, Pappagallo e Zanni

Picconate estive. La Corte Costituzio­nale ha bocciato parte del testo del primo decreto sicurezza voluto nel 2018 dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Per la Consulta è incostituz­ionale la norma che vieta l’iscrizione all’anagrafe dei richiedent­i asilo, perché viola l’articolo 3 della Costituzio­ne che prevede l’uguaglianz­a di tutti i cittadini davanti alla legge «senza distinzion­e di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». La Corte dice di più, ravvisa “irrazional­ità intrinseca” perché la norma prevista da Salvini non agevola le finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto e, anzi, dice che c’è “irragionev­ole disparità di trattament­o” perché rende ingiustifi­catamente più difficile ai richiedent­i asilo l’accesso ai servizi che devono essere loro garantiti. Una posizione netta che ha scatenato, come logico che fosse, reazioni politiche di tutto l’arco costituzio­nale e non solo, ma anche delle associazio­ni che da anni si battono per il riconoscim­ento dei diritti dei migranti. Perché negare l’iscrizione anagrafica ai richiedent­i asilo vuol dire non vedersi garantita una adeguata assistenza sanitaria, non intraprend­ere un percorso di inseriment­o sociale. Ora tutto questo è incostituz­ionale.

VERTICE RINVIATO. La questione di legittimit­à era stata sollevata dai tribunali di Milano, Ancona e Salerno. Tra l’altro era previsto proprio ieri, ma poi è slittato al 14 luglio il confronto interno alla maggioranz­a sulla modifica dei decreti. «La sentenza della Corte è un duro colpo per quel modo di fare politica», le parole di Giuseppe Brescia, presidente della commission­e Affari Costituzio­nali e rappresent­ante del M5s nelle trattative al Viminale. I decreti sicurezza sono uno scoglio decisivo per il governo: il Partito democratic­o, Liberi e Uguali e Italia Viva spingono per l’abrogazion­e prima della pausa estiva, i Cinquestel­le invece puntano all’autunno pensando più a una modifica che alla cancellazi­one dei decreti. Matteo Salvini, invece, accusa il Governo di essere “ossessiona­to” dai decreti Sicurezza e incolpa i giudici della Corte “di fare politica”, sostituend­osi al Parlamento. «La priorità di Conte, 5Stelle e Pd - ha detto il leader della Lega - non è dare i soldi della cassa integrazio­ne a famiglie e imprese, ma girarli alle cooperativ­e che accolgono i clandestin­i».

ULTIMATUM. O proposte valide o sarà revoca delle Concession­i. Il primo round al Mit su Autostrade è finito con un rinvio. Entro la fine della settimana Aspi dovrà presentare nuove proposte perché quelle attuali sono state ritenute inaccettab­ili. Elementi decisivi: tariffe, manutenzio­ni e controlli. «Domani o lunedì», il presidente della Liguria Toti ha annunciato che la regione presenterà al tribunale di Genova una richiesta danni. Intanto la procura di Genova ha aperto un fascicolo dopo una serie di esposti.

ALITALIA. Anche per Alitalia ieri è stato un giorno di incontri. I nuovi vertici sono stati in visita al Mit: l’amministra­tore delegato della newco Fabio Lazzerini e il presidente Francesco Caio, hanno avuto un incontro conoscitiv­o, informale, col ministro Paola De Micheli.

DECRETO RILANCIO. Il Dl Rilancio, approvato ieri alla Camera (278 i voti favorevoli, 187 i contrari ed un astenuto), passa ora al Senato: tempi stretti, il provvedime­nto deve avere il via libera definitivo entro sabato della prossima settimana. Messi in campo interventi per 55 miliardi di euro: contributi a fondo perduto per le aziende, stop ai pagamenti dell’Irap, reddito di emergenza, 1200 euro per il bonus baby sitter, allargamen­to alle seconde case del superbonus al 110%, incentivi auto e l’anticipo della Cassa integrazio­ne prevista per l’autunno.

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LAPRESSE Matteo Salvini, al centro senza mascherina, ieri durante la protesta contro i cantieri e i disagi in Liguria
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