Corriere dello Sport

LA RESA DI CONTE

I nerazzurri sbandano e deludono ancora Subito sotto, gol di Lazovic dopo 2 minuti Candreva guida la rimonta. Veloso lo gela Antonio: «Si deve crescere». Lite con Juric

- Di Andrea Ramazzotti

Nerazzurri scavalcati dall’Atalanta al terzo posto: adesso sono a 10 punti dalla Juve Lukaku si batte e crea occasioni mentre la difesa continua a sbandare

L'Inter ha fallito l'occasione di riprenders­i il terzo posto pareggiand­o a Verona e adesso per migliorare il piazzament­o delle ultime due stagioni (ha sempre chiuso quarta) dovrà rincorrere. Lo farà con il fiatone, con poco gioco e con i soliti irrisolti problemi: i troppi gol sbagliati, gli errori difensivi e i cali mentali. L'Hellas ha meritato il pareggio per come ha interpreta­to il primo tempo e per la rabbia con la quale nel finale è andato alla ricerca del 2-2. Juric è stato favorito dal fatto che quella di Conte non è ancora una grande squadra (altrimenti non avrebbe subito la seconda rimonta consecutiv­a dopo quella di domenica di Mihajlovic), ma nonostante abbiano concesso parecchi tiri agli avversari, i gialloblù hanno mostrato una migliore organizzaz­ione tattica. E' grazie a quella che hanno sopperito alla differenza qualitativ­a tra le due rose, dimostrand­o che lo scivolone di Brescia è stato solo un episodio. Con il Milan che si è messo a volare, la rincorsa all'Europa League sembra complicata, ma il "titolo" di formazione rivelazion­e dell'anno il club del presidente Setti lo ha già vinto. Diverso il discorso per l'Inter che sperava di confermars­i regina in trasferta (prima di ieri aveva la media punti più alta lontano da casa) e che ancora una volta è scivolata sul più bello: da inizio stagione i punti persi da situazioni di vantaggio sono ben 20. Troppi per pensare allo scudetto.

BRUTTA INTER. L'Inter che ha iniziato il match al Bentegodi è stata sinistrame­nte simile a quella che aveva concluso il match perso in casa con il Bologna. Neppure lo struggente omaggio al maestro Ennio Morricone ha dato la scossa emotiva ai nerazzurri che hanno approcciat­o la gara in modo sbagliato e disattento. Non solo il rientrante Skriniar, autore di una vera e propria dormita sul lancio lungo di Dimarco per Lazovic, ma anche Handanovic, infilzato sul suo palo, e De Vrij, in ritardo nella chiusura. Tradotto: non l'errore di un singolo, ma l'atteggiame­nto sbagliato di molti. Segno che le parole forti (e non gradite da qualche calciatore) di Conte subito dopo il ko contro la formazione di Mihajlovic non hanno sortito l'effetto sperato. Idem le mosse tattiche del tecnico di Lecce che ha rinunciato inizialmen­te a Eriksen e Martinez per piazzare Borja Valero trequartis­ta alle spalle di Lukaku e Sanchez.

L'Hellas, che non si aspettava un simile regalo, ha così potuto giocare la partita che più predilige fatta di pressione offensiva, corsa e duelli uno contro uno. Juric è l'allenatore più gasperinia­no nella Serie A e non a caso il suo Verona ha impedito agli ospiti di impostare la manovra in maniera fluida. L'Inter ha tenuto più il pallone (60% al 45'), ma ha faticato a creare e soprattutt­o ha mostrato un unico spartito tattico: il lancio lungo per Lukaku, chiamato a difendere la sfera spalle alla porta con il fisico e a far salire i compagni. Brozovic era sempre pressato e, con gli esterni un po' in tilt, non c'era nessuno che potesse cucire il gioco. L'azione nerazzurra così era semplice da leggere: palla ad Handanovic e lancio per Lukaku o Sanchez. Per metà tempo l'Hellas ha tenuto in pugno la sfida, sfiorando anche il raddoppio, e solo dal 25' in poi, gli ospiti si sono fatti vivi con conclusion­i da fuori, non con azioni corali. Inevitabil­e il nervosismo di Conte che ha anche battibecca­to con Juric.

RIMONTA IN 6 MINUTI. La ripresa dell'Inter è iniziata con un altro piglio, ma non perché il gioco di colpo sia diventato più armonioso. Sempliceme­nte lo schema... palla a Lukaku ha prodotto la conclusion­e sul palo del belga e il tap in vincente di

Candreva. Psicologic­amente per i nerazzurri è stata una scossa, mentre per gli scaligeri hanno avvertito la botta: il loro pressing è calato e per Juric è tornato il problema dei gol subiti nella seconda frazione (9 degli ultimi 10).

Per gli uomini di Conte si sono aperti spazi insperati: Gagliardin­i li ha sfruttati con una percussion­e che ha armato il tiro-cross di Candreva, deviato dall'ex Dimarco alle spalle di Silvestri. Dallo 0-1 al 2-1 in neppure 6 minuti: stavolta la rimonta è stata... giusta, ma non determinan­te per prendersi i tre punti perché nel finale, con Conte che ha ritardato troppo i cambi nonostante i suoi fossero stanchi (non è la prima volta che succede...), i gialloblù hanno trovato il pari con Veloso. E ancora una volta, poche azioni prima, l'Inter aveva fallito il colpo del 3-1 con Martinez, entrato al posto di Lukaku. L'Atalanta così è rimasta avanti e niente -1 dalla Lazio: per Conte la nottata deve ancora passare.

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 ?? ANSA ?? Miguel Veloso, 34 anni, mette in rete dopo aver ricevuto l’assist di Rrahmani, protagonis­ta di uno slalom in area nerazzurra
ANSA Miguel Veloso, 34 anni, mette in rete dopo aver ricevuto l’assist di Rrahmani, protagonis­ta di uno slalom in area nerazzurra
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