Corriere dello Sport

GATTUSO: NAPOLI POCO CONCRETO

L’analisi post gara del tecnico azzurro «Abbiamo creato molte chance mi arrabbio perché non siamo precisi. Loro due tiri e due gol...»

- Di Fabio Mandarini

Il primo pareggio in campionato dopo il lockdown è arrivato ieri. Al San Paolo. Con il grande passato: Gennaro Gattuso, leggenda rossonera, non aveva mai sfidato il Milan e al debutto in questo nuovo mondo è arrivato un 2-2. Anche emozionant­e, se vogliamo, e tra l’altro con una delle squadre più in forma del momento. Proprio come il Napoli: «Sono arrabbiato perché spesso non riusciamo a concretizz­are tutto quello che produciamo: sì, mi devo arrabbiare perché produciamo sette, otto palle gol e facciamo fatica». E il rigore? «Chiunque abbia giocato al calcio sa che le mani sono importanti. Comunque, non voglio fare polemica».

EMOZIONI E RABBIA. E allora, Gattuso contro il suo glorioso passato. La sua stessa vita. «È la prima volta che incontravo la squadra che mi ha fatto diventare un grande giocatore, importante, e che mi ha fatto uomo. E’ stata una notte piena di emozioni». Già, proprio così. E senza quel rigore le cose sarebbero state addirittur­a perfette. «Non rispondo su questo argomento. Giudicate voi». Poi, ci ripensa: «Non posso pensare che un giocatore metta le mani dietro la schiena, è un altro sport. Non voglio fare polemiche, ma sicurament­e bisogna rivedere la regola».

IL CATENACCIA­RO. Da rivedere, secondo Rino, è anche la concretezz­a. Bisogna aggiustare la mira: «Creiamo tanto ma facciamo fatica a realizzare: arriviamo, giochiamo tantissimi palloni ma sbagliamo ancora tanto. E sotto questo aspetto bisogna migliorare». Tra l’altro, squilibrat­o è il rapporto tra le palle-gol create e le reti incassate: gli azzurri pagano ogni errore. «Si chiama hot zone: in gergo definiamo così la differenza tra quello che crei e quello che concedi agli avversari. Diciamo che il Milan questa volta ha fatto due tiri e due gol, di cui uno su rigore, e dunque è vero che esiste uno squilibrio. I ragazzi stanno dando tanto, anche in fase di non possesso chiedo tanto sacrificio e dunque ci può stare un po’ di fatica, ma l’unico problema, tra l’altro evidente, è che non riusciamo a fare gol con facilità». E sia chiaro: «In giro mi danno spesso del catenaccia­ro, ma non è così: diciamo che a volte è meglio aspettare per non regalare, ma stiamo cercando di imparare a fare qualcosa di diverso. A ricompatta­rci velocement­e quando la prima pressione non va a buon fine».

ENIGMA CALLEJON. Finale dedicato a Callejon. Autore di un’altra ottima prestazion­e, consacrata dall’assist ricamato per Mertens. Esiste un margine, anche minimo, per rivederlo con il Napoli anche nella prossima stagione? «Questa è una bella domanda che bisogna fare al nostro presidente e al direttore sportivo: sapete tutti cosa penso di José, ma bisogna anche rispettare la politica della società».

 ?? ANSA ?? Rino Gattuso, 42 anni, tecnico del Napoli, impegnato in una presa aerea per recuperare subito il pallone
ANSA Rino Gattuso, 42 anni, tecnico del Napoli, impegnato in una presa aerea per recuperare subito il pallone

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