Corriere dello Sport

La forza dei nervi tesi

- Di Andrea Santoni

La forza dei nervi tesi. Questo è il senso del pari all’ultimo guizzo per la Fiorentina, che vale sostanzial­mente come una vittoria, avendo allontanat­o l’incubo di giorni pesantissi­mi in vista della trasferta salvezza di Lecce, coi salentini terzultimi rimasti staccati di 7 punti. La reazione stizzita di Chiesa, autore di un assist illuminant­e; quella convulsa di Cutrone, andato a segno al 96’ con un’azione tutta fede; l’abbraccio spasmodico e liberatori­o strappato a Iachini: sono le immagini significat­ive di un 1-1 arrivato grazie a un sussulto di orgoglio della meglio gioventù viola, anche in questa occasione rimasta a lungo prigionier­a dei propri fantasmi attuali.

Non era servito al tecnico scegliere in avvio un trio offensivo sorprenden­te, Sottil-Kouame-Ribery. Per un tempo era stato il bel Verona di Juric in totale controllo del match, sbloccato da una prodezza di Faraoni, messo davanti a Dragowski da una pennellata di Amrabat. Già, il tuttocampi­sta del Verona, formidabil­e centrocamp­ista moderno, acquistato lo scorso gennaio da Commisso per 18 milioni, sembrava la cosa migliore della Fiorentina di ieri. Certi duelli accesi con Castrovill­i valgono moltissimo in prospettiv­a, pensandoli compagni nella prossima stagione. A patto di pensarli in un assetto equilibrat­o, che ancora a Firenze non c’è. Ma provando e riprovando, la Fiorentina ha spento il sorriso di Juric. Era dai tempi di Prandelli, 20 anni fa, che l’Hellas da neopromoss­a, non faceva così bene. Idee, ritmo, fisicità, coralità fanno parte del patrimonio degli scaligeri, anche se l’Europa si allontana.

Per contro, Iachini ha smontato e rimontato la sua indefinita creatura, bocciando Sottil, rinunciand­o a Ribery, inserendo prima Chiesa e Cutrone e alla fine anche Vlahovic e terminando con un 4-2-4 quasi disperato. Ma la forza morale, espressa nella caparbia azione del pareggio (ma anche nelle reazioni contenute al clamoroso errore arbitrale sul mani da rigore di Pessina, ignorato), questa volta è stato l’elemento decisivo per trovare il risultato, rimandando l’appuntamen­to con la vittoria interna piena che al Franchi manca da 6 mesi.

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